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Ricorso straordinario: errore di fatto vs. giudizio

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario presentato da un imputato. L’imputato sosteneva un errore percettivo della Corte riguardo la valutazione della credibilità di una testimonianza. La Corte ha stabilito che le doglianze non riguardavano un mero errore di fatto, ma una critica alla valutazione di merito del giudice, non sindacabile tramite ricorso straordinario.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario: la Sottile Linea tra Errore di Fatto ed Errore di Giudizio

Il ricorso straordinario per errore di fatto, disciplinato dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento eccezionale per correggere specifiche sviste materiali nelle decisioni della Corte di Cassazione. Tuttavia, i suoi confini sono netti e non consentono di riaprire una discussione sul merito della valutazione probatoria. Una recente sentenza della Suprema Corte (n. 22006/2024) ribadisce questo principio, chiarendo la distinzione fondamentale tra un errore percettivo emendabile e un errore di giudizio, che invece non lo è.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un’ordinanza della Corte di Cassazione che aveva dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato avverso una sentenza di condanna della Corte di Appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha proposto un ricorso straordinario lamentando un presunto errore di fatto in cui sarebbero incorsi i giudici di legittimità.

Secondo la difesa, l’errore consisteva in una sbagliata valutazione della credibilità della persona offesa. In particolare, si contestava il fatto che i giudici avessero trascurato la rilevanza di una transazione economica intervenuta tra le parti e avessero rigettato una richiesta di rinnovazione dell’istruttoria, considerandola generica. La tesi difensiva sosteneva che questi elementi costituissero una fuorviata rappresentazione percettiva, tale da giustificare la revisione della decisione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso straordinario inammissibile. I giudici hanno sottolineato che lo strumento previsto dall’art. 625-bis c.p.p. è destinato a correggere esclusivamente errori di fatto, ovvero sviste materiali e oggettive, e non può essere utilizzato per contestare l’iter logico-argomentativo seguito dalla Corte nella sua decisione.

L’impugnazione, nel caso di specie, non mirava a evidenziare una svista percettiva (come la lettura errata di un documento), ma a criticare il percorso valutativo dei giudici. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma a titolo di sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni della Sentenza

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione tra errore di fatto ed errore di giudizio. La Corte, richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, ha spiegato che si ha un errore di fatto solo quando la decisione si fonda su una percezione errata della realtà processuale, un’incomprensione che non coinvolge un’attività valutativa.

Nel caso analizzato, invece, le censure del ricorrente si concentravano sugli snodi argomentativi della precedente decisione. Contestare l’attendibilità di un testimone, il rigetto di un’istanza istruttoria o il trattamento sanzionatorio sono questioni che implicano un’analisi e un giudizio. La Corte ha ritenuto che il precedente collegio avesse compiuto una valutazione, immune da vizi logici, escludendo elementi che potessero minare la credibilità della persona offesa e considerando anche la transazione economica avvenuta. Tentare di rimettere in discussione questo percorso valutativo significa proporre un errore di giudizio, come tale escluso dall’ambito del ricorso straordinario.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma con forza la natura eccezionale e i limiti stringenti del ricorso straordinario per errore di fatto. Non è una terza istanza di giudizio di legittimità né un’opportunità per ridiscutere il merito delle valutazioni probatorie. La sua funzione è unicamente quella di emendare errori materiali che hanno viziato la formazione della decisione, senza che vi sia stata alcuna attività di apprezzamento critico da parte del giudice. Per i legali e i loro assistiti, ciò significa che l’utilizzo di questo strumento deve essere ponderato con estrema attenzione, riservandolo ai soli casi in cui sia possibile dimostrare un’oggettiva e incontestabile svista percettiva, ben distinta da una diversa, e non condivisibile, interpretazione delle risultanze processuali.

Quando è ammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto?
È ammissibile solo quando la causa dell’errore è identificabile esclusivamente in una fuorviata rappresentazione percettiva (es. leggere un nome o una data sbagliata da un atto) e la decisione non ha comunque un contenuto valutativo. Non può essere usato per contestare l’interpretazione o la valutazione delle prove.

Qual è la differenza tra errore di fatto ed errore di giudizio secondo la Corte?
L’errore di fatto è una svista materiale, una percezione errata di un dato processuale oggettivo. L’errore di giudizio, invece, riguarda il processo valutativo del giudice, come l’interpretazione delle prove, la valutazione dell’attendibilità di un testimone o la logicità della motivazione. Il ricorso straordinario può correggere solo il primo.

È possibile utilizzare il ricorso straordinario per contestare la valutazione di attendibilità di un testimone?
No. Secondo la sentenza, la valutazione dell’attendibilità della persona offesa, anche in relazione a una transazione economica, rientra nel percorso valutativo del giudice e costituisce un potenziale errore di giudizio, non un errore di fatto. Pertanto, non può essere contestata tramite ricorso straordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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