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Ricorso straordinario errore di fatto: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto, presentato da un condannato che lamentava una svista materiale nell’ordinanza che gli aveva negato la restituzione nel termine per impugnare. La Corte ha ribadito che questo rimedio eccezionale serve a correggere errori di percezione (es. leggere una data per un’altra) e non può essere utilizzato per contestare la valutazione delle prove operata dal giudice. L’errore indicato dal ricorrente, relativo alla data di inizio della sua permanenza all’estero, è stato ritenuto irrilevante ai fini della decisione finale.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario per Errore di Fatto: La Cassazione Chiarisce i Limiti

Il ricorso straordinario per errore di fatto, previsto dall’articolo 625-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento eccezionale per correggere sviste materiali nelle decisioni della Corte di Cassazione. Tuttavia, i suoi confini sono rigorosi e non consentono una riapertura del merito della causa. Una recente sentenza della Suprema Corte (Sentenza n. 34757/2024) offre un’importante lezione pratica su quando tale ricorso sia destinato all’inammissibilità, distinguendo nettamente tra errore percettivo ed errore valutativo.

I Fatti del Caso: Condanne in Assenza e Richiesta di Restituzione nel Termine

Il caso riguarda un individuo condannato con tre diverse sentenze dalla Corte di Appello di Brescia nel 2012, 2014 e 2016. L’uomo, risultato irreperibile dal 2011, era stato estradato dalla Romania nel 2022. Una volta in Italia, sosteneva di non aver mai avuto conoscenza dei processi a suo carico e chiedeva, pertanto, la restituzione nel termine per poter impugnare le sentenze di condanna. La sua istanza veniva però rigettata dalla Corte di Cassazione con un’ordinanza del giugno 2023.

Il Ricorso Straordinario per Errore di Fatto: Le Doglianze del Ricorrente

Contro questa ordinanza, il condannato proponeva un ricorso straordinario per errore di fatto. La sua tesi si basava sull’idea che la Corte avesse commesso una svista materiale. In particolare, lamentava che l’ordinanza impugnata avesse indicato la sua presenza in Romania a partire dal 2013, mentre egli si trovava lì già dal 2011. Secondo il ricorrente, questo errore, unito alla mancata valutazione di altre prove (come la mancanza di comunicazione da parte dei difensori d’ufficio), costituiva un errore di fatto determinante che aveva viziato la decisione.

La Decisione della Corte: Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su una rigorosa interpretazione dei presupposti per l’applicazione dell’art. 625-bis c.p.p.

Le Motivazioni: Errore Percettivo vs. Errore Valutativo

Il cuore della motivazione della Suprema Corte risiede nella distinzione fondamentale tra errore percettivo ed errore valutativo.

Il ricorso straordinario per errore di fatto è ammesso solo per rimediare a un grave “sviamento” del giudizio causato da un errore di percezione. Questo si verifica quando la decisione si fonda sulla supposizione di un fatto la cui verità è incontrastabilmente esclusa, o viceversa, sull’inesistenza di un fatto la cui verità è positivamente stabilita. Si tratta di una svista materiale, come leggere un nome o una data per un’altra.

Nel caso di specie, la Corte riconosce che l’ordinanza impugnata conteneva un’indicazione imprecisa (l’inizio della permanenza in Romania nel 2013 anziché nel 2011). Tuttavia, i giudici hanno ritenuto tale imprecisione del tutto irrilevante. La decisione originale di rigettare l’istanza di restituzione nel termine non si basava su quella singola data, ma su una valutazione complessiva di altri elementi processuali. Tra questi, la circostanza che l’imputato fosse stato presente in alcuni giudizi di primo grado e avesse nominato un difensore di fiducia per uno degli appelli.

La Corte chiarisce che il ricorrente non stava denunciando una vera e propria svista percettiva, ma stava tentando, “sotto le mentite spoglie dell’errore percettivo”, di ottenere una rivalutazione dei medesimi elementi già esaminati. In altre parole, contestava non ciò che i giudici avevano visto negli atti, ma come lo avevano interpretato e ponderato. Questo tipo di critica argomentativa è estraneo all’ambito del ricorso straordinario.

Le Conclusioni: L’Inammissibilità del Ricorso per una Mera Rivalutazione dei Fatti

La sentenza ribadisce un principio consolidato: il ricorso straordinario non è un terzo grado di giudizio mascherato. Non può essere utilizzato per criticare le “scelte valutative o interpretative” della Corte di Cassazione. L’obiettivo del rimedio è correggere un errore che ha deviato il percorso logico del giudice a causa di una percezione errata della realtà processuale, non sindacare il risultato di un percorso logico correttamente fondato su fatti correttamente percepiti. Proporre mere critiche argomentative, basate su una diversa valorizzazione degli elementi di prova, conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Quando è ammissibile un ricorso straordinario per errore di fatto?
È ammissibile solo quando la decisione impugnata si basa su un errore di percezione, ovvero una svista materiale che ha portato a supporre un fatto inesistente o a ignorare un fatto esistente, e non quando si contesta la valutazione o l’interpretazione delle prove da parte del giudice.

Un’imprecisione materiale in un provvedimento lo rende sempre annullabile con questo ricorso?
No. Come dimostra il caso in esame, anche se viene rilevata un’imprecisione (nel caso specifico, una data errata), questa non è sufficiente per l’accoglimento del ricorso se non ha avuto un’influenza decisiva sul processo formativo della volontà del giudice e sulla decisione finale.

È possibile usare il ricorso straordinario per errore di fatto per chiedere una nuova valutazione delle prove?
Assolutamente no. La sentenza chiarisce che questo strumento non può essere utilizzato per ottenere una rivalutazione degli elementi già esaminati dalla Corte. Tentare di farlo, proponendo critiche argomentative al ragionamento del giudice, porta alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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