LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso straordinario 625-bis: no a misure di prevenzione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 36876/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso straordinario per errore di fatto proposto da terzi interessati avverso una misura di prevenzione patrimoniale (confisca). La Corte ha ribadito che il ricorso straordinario art. 625-bis cod. proc. pen. è un rimedio eccezionale riservato esclusivamente alle sentenze di condanna irrevocabili e non può essere esteso, neanche in via analogica, ai provvedimenti in materia di prevenzione, per i quali sono previsti altri strumenti di tutela come la revoca.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Straordinario art. 625-bis: La Cassazione nega l’accesso per le Misure di Prevenzione

L’ordinanza n. 36876 del 2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale della procedura penale: l’ambito di applicazione del ricorso straordinario art. 625-bis. Questa pronuncia chiarisce, in modo definitivo, che tale rimedio non è esperibile avverso decisioni relative a misure di prevenzione, come la confisca, essendo riservato esclusivamente alle sentenze di condanna. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Confisca e l’Appello dei Terzi

La vicenda trae origine da una misura di prevenzione patrimoniale che ha disposto la confisca di diversi beni immobili. Due soggetti, in qualità di terzi interessati e proprietari formali di alcuni di questi immobili, hanno visto i loro beni colpiti dal provvedimento. Essi sostenevano che i beni erano stati acquistati con fondi leciti e non avevano alcun legame con attività criminali.

Dopo che il loro ricorso iniziale era stato dichiarato inammissibile da una precedente sentenza della Cassazione, i terzi hanno tentato un’ultima via: il ricorso straordinario per errore di fatto ai sensi dell’art. 625-bis c.p.p., sostenendo che la Corte avesse commesso un errore percettivo nel valutare le prove relative alla provenienza dei fondi per l’acquisto degli immobili.

La Questione Giuridica: L’Applicabilità del Ricorso Straordinario

Il cuore della questione giuridica sottoposta alla Corte era stabilire se il ricorso straordinario art. 625-bis, introdotto per correggere errori di fatto contenuti nelle sentenze della Cassazione, potesse essere applicato anche a decisioni riguardanti le misure di prevenzione. La difesa dei ricorrenti puntava a un’interpretazione estensiva della norma, ma la Suprema Corte ha seguito un orientamento consolidato e rigoroso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile con motivazioni nette e basate su principi fondamentali dell’ordinamento processuale.

In primo luogo, i giudici hanno ribadito la natura eccezionale e tassativa dell’art. 625-bis c.p.p. Questo strumento è stato concepito dal legislatore con un unico scopo: emendare errori di fatto incorsi nel giudizio di legittimità che abbiano portato a una condanna ingiusta. La norma parla esplicitamente di “pronunce di condanna”, termine che, secondo una costante interpretazione giurisprudenziale (richiamando le sentenze delle Sezioni Unite ‘Basile’ e ‘Nunziata’), si riferisce all’applicazione di una sanzione penale.

Le misure di prevenzione, al contrario, non sono sanzioni penali. Esse non presuppongono un accertamento di colpevolezza per un reato, ma si fondano su un giudizio di pericolosità sociale del soggetto. Di conseguenza, una decisione che conferma una confisca di prevenzione non può essere equiparata a una sentenza di condanna. Estendere l’applicazione del ricorso straordinario art. 625-bis a tali misure costituirebbe un’applicazione analogica non consentita dalla legge, data la natura derogatoria della disposizione.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che i ricorrenti agivano come “terzi interessati” e non come “condannati”. Il rimedio straordinario è stato creato a tutela del condannato, non di altre figure processuali. Pertanto, i ricorrenti mancavano della legittimazione attiva per proporre tale ricorso.

Infine, la Cassazione ha evidenziato che l’ordinamento offre già uno strumento di tutela per situazioni simili nel campo delle misure di prevenzione: l’istituto della revoca. A differenza del giudicato penale, il giudicato in materia di prevenzione è rebus sic stantibus, cioè valido finché le circostanze di fatto rimangono immutate. Se emergono nuove prove o cambiano le condizioni, è possibile chiedere la revoca del provvedimento, garantendo così una tutela adeguata senza forzare gli stretti limiti del ricorso straordinario.

Conclusioni

La decisione in commento consolida un principio fondamentale: la rigorosa separazione tra il processo penale di cognizione, che può sfociare in una condanna, e il procedimento di prevenzione, finalizzato a neutralizzare la pericolosità sociale. Il ricorso straordinario art. 625-bis è uno strumento di giustizia pensato per il primo ambito e non può essere “prestato” al secondo.

Questa ordinanza riafferma la tassatività dei mezzi di impugnazione, un principio posto a garanzia della certezza del diritto. Per i terzi che vedono i propri beni coinvolti in una misura di prevenzione, la via da percorrere non è quella di un rimedio eccezionale come il ricorso straordinario, ma quella ordinaria della revoca, qualora ne sussistano i presupposti.

È possibile utilizzare il ricorso straordinario per errore di fatto contro una decisione in materia di misure di prevenzione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che questo rimedio è applicabile esclusivamente alle sentenze di condanna penale e non può essere esteso ai provvedimenti relativi a misure di prevenzione, come la confisca.

Perché i terzi interessati non sono legittimati a proporre il ricorso straordinario in questo caso?
Perché il rimedio previsto dall’art. 625-bis c.p.p. è stato introdotto a tutela del condannato. I terzi interessati in un procedimento di prevenzione, non essendo stati condannati, non rientrano nella categoria di soggetti legittimati a utilizzare questo specifico strumento processuale.

Quale strumento giuridico alternativo esiste per contestare una misura di prevenzione che si ritiene ingiusta sulla base di nuove circostanze?
L’ordinamento prevede l’istituto della revoca (art. 10 del d.lgs. 159/2011). Poiché le decisioni in materia di prevenzione sono soggette al principio ‘rebus sic stantibus’, è possibile chiederne la revoca se le condizioni originarie vengono meno o se emergono nuovi elementi di fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati