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Ricorso sentenza patteggiamento: i limiti dell’appello

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso sentenza patteggiamento. La decisione si basa sull’art. 448, c. 2-bis c.p.p., che limita l’impugnazione a specifiche violazioni di legge, escludendo vizi di motivazione sulla responsabilità dell’imputato.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Sentenza Patteggiamento: Quando è Inammissibile?

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti di impugnazione delle sentenze di patteggiamento. In un contesto giuridico in continua evoluzione, comprendere quando e come è possibile presentare un ricorso sentenza patteggiamento è fondamentale. La Suprema Corte, con una decisione netta, ha ribadito la portata restrittiva della normativa introdotta nel 2017, dichiarando inammissibile un ricorso basato su un presunto vizio di motivazione riguardo la responsabilità dell’imputato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di applicazione della pena (patteggiamento) emessa dal Tribunale di Perugia. L’imputato lamentava un vizio nella motivazione della sentenza, specificamente in relazione alla verifica della sua responsabilità penale. La doglianza, quindi, non riguardava un errore di diritto o un aspetto formale, ma entrava nel merito del ragionamento seguito dal giudice di primo grado per giungere alla condanna, seppur concordata tra le parti.

La Decisione sul Ricorso Sentenza Patteggiamento

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile ‘de plano’, ovvero senza la necessità di un’udienza di discussione, a causa della sua manifesta infondatezza. La decisione si fonda sull’applicazione rigorosa dell’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale, introdotto dalla cosiddetta Riforma Orlando (legge n. 103/2017).

Secondo i giudici di legittimità, questa norma limita tassativamente i motivi per cui è possibile impugnare una sentenza di patteggiamento. Il legislatore ha voluto circoscrivere il controllo della Cassazione a poche e specifiche ipotesi, escludendo un sindacato generale sulla motivazione della sentenza.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha chiarito che le uniche censure ammissibili contro una sentenza di patteggiamento sono quelle relative a:

1. L’espressione della volontà dell’imputato: ad esempio, se il consenso al patteggiamento è stato viziato.
2. La qualificazione giuridica del fatto: se il reato è stato erroneamente classificato.
3. L’illegalità della pena irrogata: qualora la sanzione applicata sia contraria alla legge per tipo o misura.

Nel caso di specie, il motivo del ricorso – il vizio di motivazione sulla responsabilità – non rientra in nessuna di queste categorie. La Corte sottolinea che la doglianza del ricorrente non attiene a una ‘difformità’ tra la richiesta delle parti e la decisione del giudice, né a un vizio del consenso. Inoltre, non viene contestata la qualificazione del fatto né si sostiene che la pena sia ‘illegale’ nei termini delineati dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite (sentenza Jazouli n. 33040/2015).

Di conseguenza, il tentativo di far valere un vizio di motivazione si scontra con il chiaro dettato normativo, rendendo il ricorso inevitabilmente inammissibile. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale della procedura penale post-riforma: il patteggiamento è una scelta processuale che comporta una rinuncia a far valere determinate contestazioni. Chi accetta di patteggiare non può, in un secondo momento, contestare la valutazione di responsabilità del giudice attraverso un ricorso per cassazione basato su vizi di motivazione. L’impugnazione è riservata a errori di diritto gravi e specifici, come quelli elencati dall’art. 448, comma 2-bis c.p.p. La decisione serve da monito: la scelta del rito alternativo deve essere ponderata, poiché preclude la possibilità di un riesame nel merito da parte della Corte di Cassazione.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento per un vizio di motivazione sulla colpevolezza?
No, secondo l’ordinanza, l’art. 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale esclude che si possa ricorrere in Cassazione per un vizio di motivazione relativo alla verifica della responsabilità dell’imputato.

Quali sono i motivi validi per un ricorso contro una sentenza di patteggiamento secondo la legge?
I motivi ammessi sono limitati a questioni riguardanti l’espressione della volontà dell’imputato (consenso viziato), l’errata qualificazione giuridica del fatto e l’illegalità della pena applicata.

Cosa succede se un ricorso contro una sentenza di patteggiamento viene dichiarato inammissibile?
Come stabilito nel caso di specie, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 c.p.p.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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