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Ricorso sentenza patteggiamento: i limiti del riesame

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro una sentenza di patteggiamento con cui l’imputato lamentava la carenza di motivazione sulla propria responsabilità. La decisione ribadisce che il ricorso sentenza patteggiamento è consentito solo per i motivi tassativamente elencati dall’art. 448, comma 2-bis, c.p.p., tra cui non rientra la valutazione delle prove.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Sentenza Patteggiamento: Quando è Inammissibile?

Il ricorso sentenza patteggiamento rappresenta una delle questioni più delicate nel diritto processuale penale. L’accordo tra accusa e difesa sulla pena chiude la vicenda processuale in modo rapido, ma quali sono i limiti per contestare tale accordo davanti alla Corte di Cassazione? Con l’ordinanza in esame, i giudici supremi ribadiscono i paletti invalicabili posti dal legislatore, chiarendo che la valutazione sulla colpevolezza dell’imputato non può essere oggetto di un riesame in sede di legittimità.

I Fatti del Caso: La Sentenza di Patteggiamento Impugnata

Il caso nasce dalla decisione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Verona, che accoglieva la richiesta di patteggiamento concordata tra l’imputato e il pubblico ministero. All’imputato veniva applicata una pena di un anno e otto mesi di reclusione, oltre a una multa, per i reati ascritti. Nonostante l’accordo raggiunto, la difesa decideva di presentare ricorso per cassazione, contestando la validità della sentenza.

I Motivi del Ricorso Sentenza Patteggiamento

L’imputato, attraverso il suo difensore, ha basato il suo ricorso su un unico motivo: la violazione dell’articolo 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale. In sostanza, si lamentava una motivazione carente o illogica in punto di responsabilità. Secondo la difesa, dagli atti non emergeva un quadro probatorio sufficientemente grave, preciso e concordante per giustificare una condanna, anche se concordata.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito della questione probatoria. La decisione si fonda su una norma specifica e introdotta da una recente riforma: l’articolo 448, comma 2-bis, del codice di procedura penale. Questa disposizione limita drasticamente le ragioni per cui è possibile impugnare una sentenza di patteggiamento.

Le Motivazioni: I Rigidi Limiti al Ricorso contro il Patteggiamento

La Corte ha spiegato che la legge del 2017 ha introdotto una stretta sui ricorsi contro le sentenze di patteggiamento per evitare impugnazioni puramente dilatorie. La norma citata elenca tassativamente i soli motivi validi per un ricorso sentenza patteggiamento:

1. Vizi nella formazione della volontà: Se l’imputato non ha espresso liberamente il suo consenso all’accordo.
2. Difetto di correlazione: Se la sentenza del giudice non corrisponde a quanto richiesto dalle parti.
3. Erronea qualificazione giuridica: Se il reato è stato classificato in modo errato.
4. Illegalità della pena: Se la pena applicata è contraria alla legge o non rientra nei limiti edittali.

Il motivo sollevato dalla difesa, relativo alla presunta insufficienza delle prove e alla carenza di motivazione sulla colpevolezza, non rientra in nessuna di queste categorie. La Corte ha ribadito che, accettando il patteggiamento, l’imputato rinuncia a contestare l’accertamento dei fatti. Il controllo del giudice in sede di patteggiamento è limitato alla verifica che non sussistano cause evidenti di proscioglimento (ex art. 129 c.p.p.), ma questa verifica non può essere a sua volta sindacata in Cassazione.

Conclusioni: L’Impossibilità di Riesaminare la Responsabilità nel Patteggiamento

L’ordinanza ha un’implicazione pratica fondamentale: una volta che si è scelto il rito del patteggiamento, non è possibile fare marcia indietro contestando il quadro probatorio. Il ricorso sentenza patteggiamento non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito della responsabilità. La scelta di questo rito speciale comporta l’accettazione del fatto storico così come contestato dall’accusa, in cambio di uno sconto di pena. L’impugnazione è riservata solo a vizi formali e sostanziali ben definiti. La conseguenza per il ricorrente è stata non solo la declaratoria di inammissibilità, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, a causa della palese infondatezza del ricorso.

È possibile fare ricorso contro una sentenza di patteggiamento contestando la valutazione delle prove a carico?
No, la Corte di Cassazione chiarisce che l’art. 448, comma 2-bis c.p.p. non consente di impugnare una sentenza di patteggiamento per vizi di motivazione sulla responsabilità o sulla valutazione delle prove, in quanto tali motivi non sono inclusi nell’elenco tassativo previsto dalla norma.

Quali sono gli unici motivi per cui si può presentare un ricorso sentenza patteggiamento in Cassazione?
I motivi ammessi sono esclusivamente quelli attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all’erronea qualificazione giuridica del fatto e all’illegalità della pena o della misura di sicurezza.

Cosa succede se si presenta un ricorso per motivi non consentiti dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e, qualora si ravvisino profili di colpa, anche al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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