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Ricorso PM inammissibile senza esigenze cautelari

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro un’ordinanza di annullamento di una misura cautelare. La sentenza stabilisce che il ricorso del PM è inammissibile se contesta solo la gravità degli indizi senza argomentare sulla sussistenza e attualità delle esigenze cautelari, dimostrando così una carenza di interesse ad agire.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso PM Inammissibile: Quando l’Interesse ad Agire è la Chiave

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 8003 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso PM inammissibile per carenza di interesse se, nell’impugnare un provvedimento di scarcerazione, ci si limita a contestare la valutazione sulla gravità degli indizi senza affrontare il tema cruciale delle esigenze cautelari. Questa decisione sottolinea l’importanza di un approccio completo e sostanziale nelle impugnazioni cautelari.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’ordinanza del Tribunale del Riesame di Torino, che aveva annullato la misura della custodia cautelare in carcere per due individui, indagati per gravi reati di rapina pluriaggravata. Il Tribunale aveva ritenuto insussistenti i gravi indizi di colpevolezza a loro carico. Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino proponeva ricorso per cassazione, lamentando l’illogicità e la contraddittorietà della motivazione del Tribunale del Riesame.

L’Appello e la Valutazione della Cassazione sul ricorso PM inammissibile

Il ricorso del Pubblico Ministero si concentrava esclusivamente sulla presunta erronea valutazione del quadro indiziario da parte del Tribunale. Nelle sue argomentazioni, il PM cercava di dimostrare come le prove raccolte (intercettazioni, riconoscimenti fotografici, etc.) fossero state interpretate in modo illogico e come, invece, supportassero pienamente l’accusa. Tuttavia, il ricorso ometteva completamente di trattare un altro presupposto essenziale per l’applicazione di una misura cautelare: la sussistenza e l’attualità delle esigenze cautelari, ovvero il concreto pericolo di fuga, di inquinamento probatorio o di reiterazione del reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per carenza di interesse. Il ragionamento dei giudici è lineare e rigoroso: l’obiettivo di un’impugnazione del PM in materia cautelare è ottenere il ripristino della misura restrittiva. Tale ripristino, però, non può avvenire se manca anche solo uno dei due pilastri fondamentali richiesti dalla legge: la gravità indiziaria e le esigenze cautelari. Di conseguenza, un ricorso che si concentra solo sul primo aspetto, ignorando il secondo, è intrinsecamente inutile. Anche se la Corte avesse accolto le argomentazioni del PM sulla gravità degli indizi, non avrebbe comunque potuto ripristinare la custodia in carcere in assenza di una discussione e prova sulla persistenza delle esigenze cautelari. Il Pubblico Ministero, per dimostrare un interesse concreto e attuale all’impugnazione, deve fornire elementi idonei a sostenere la necessità della misura al momento della decisione.

Conclusioni: L’Onere Argomentativo del Pubblico Ministero

La sentenza rafforza un principio cardine: chi impugna un provvedimento deve dimostrare di avere un interesse concreto al suo accoglimento. Nel contesto delle misure cautelari, questo significa che il Pubblico Ministero ha l’onere di argomentare in modo completo, affrontando tutti i presupposti che la legge richiede per limitare la libertà personale di un individuo. Limitarsi a contestare la valutazione degli indizi, tralasciando le esigenze cautelari, rende il ricorso un mero esercizio teorico, privo di quella concretezza necessaria a giustificare l’intervento della Corte di Cassazione. Questa pronuncia serve da monito, evidenziando che la completezza argomentativa non è un formalismo, ma un requisito sostanziale che determina l’ammissibilità stessa dell’impugnazione.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per carenza di interesse, poiché contestava unicamente la valutazione sulla gravità degli indizi di colpevolezza senza fornire alcuna argomentazione sulla sussistenza e attualità delle esigenze cautelari, un requisito indispensabile per l’applicazione di una misura restrittiva.

Cosa deve dimostrare il Pubblico Ministero quando impugna un’ordinanza che annulla una misura cautelare?
Il Pubblico Ministero deve dimostrare non solo la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, ma anche la persistenza di concrete ed attuali esigenze cautelari (come il pericolo di fuga o di reiterazione del reato). L’impugnazione deve affrontare entrambi i presupposti per essere considerata ammissibile.

È sufficiente contestare la sola valutazione delle prove per ottenere il ripristino di una misura cautelare?
No, secondo questa sentenza non è sufficiente. L’accoglimento del ricorso in ordine al solo profilo della gravità indiziaria non potrebbe comunque portare al ripristino della misura cautelare se non vengono contestualmente allegate e provate le ragioni che rendono la misura ancora necessaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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