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Ricorso personale in Cassazione: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso personale presentato da un indagato avverso un’ordinanza di custodia cautelare. La decisione si fonda sulla violazione dell’art. 613 cod. proc. pen., che, a seguito della riforma del 2017, esclude la possibilità per l’imputato di presentare personalmente l’impugnazione, richiedendo l’assistenza di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso personale in Cassazione: Perché è Inammissibile se Fatto dall’Imputato

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3042 del 2024, ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso personale presentato direttamente dall’imputato è inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza del ruolo del difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori come unico soggetto legittimato a proporre tale impugnazione. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso e le sue importanti implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: L’Impugnazione Diretta

Un indagato, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere per reati legati agli stupefacenti (artt. 73 e 74 del d.P.R. 309/1990), ha deciso di impugnare l’ordinanza del Tribunale di Catania che confermava la misura restrittiva. L’aspetto cruciale della vicenda è che l’indagato ha presentato il ricorso per cassazione personalmente, senza l’assistenza di un legale e, per di più, senza formulare alcun motivo a sostegno della sua impugnazione.

La Decisione della Corte: Il Ricorso Personale è Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito della questione. La decisione si basa su una regola procedurale chiara e inderogabile, introdotta con una riforma legislativa del 2017. Vediamo nel dettaglio le ragioni giuridiche che hanno portato a questa conclusione.

Analisi della Normativa Applicata

Il fulcro della decisione risiede nell’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. A seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), questa norma stabilisce che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. La legge esclude esplicitamente la possibilità per la parte privata (l’imputato) di presentare personalmente l’atto.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che la norma in vigore, applicabile ratione temporis al caso di specie, non lascia spazio a interpretazioni. La legge del 2017 ha lo scopo di assicurare un elevato livello di tecnicismo e professionalità nei ricorsi presentati alla Suprema Corte, filtro ultimo della legalità nel nostro ordinamento.

L’inammissibilità è stata dichiarata, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen., “senza formalità”, proprio perché proposta da un soggetto non legittimato. Questo significa che il vizio era talmente evidente da non richiedere alcuna udienza o contraddittorio.

Inoltre, i giudici hanno applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede, in caso di inammissibilità, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata equitativamente fissata in 3.000,00 euro, ritenendo che il ricorrente non avesse agito “senza colpa” nel determinare la causa di inammissibilità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza conferma un orientamento consolidato e serve da monito: la procedura per il ricorso in Cassazione è estremamente rigorosa e non ammette improvvisazioni. L’esclusione del ricorso personale per l’imputato non è una mera formalità, ma una garanzia di tecnicità giuridica. Chiunque intenda impugnare un provvedimento davanti alla Suprema Corte deve necessariamente rivolgersi a un avvocato cassazionista. Tentare di agire personalmente non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No. La sentenza chiarisce che, in base alla normativa vigente (art. 613 cod. proc. pen. come modificato nel 2017), il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto esclusivamente da un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori, escludendo la possibilità di un ricorso personale da parte dell’imputato.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene proposto da un soggetto non legittimato, come l’imputato stesso?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile senza formalità, come previsto dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione a causa di un vizio procedurale insanabile.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile per questo motivo?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, tale somma è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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