LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso personale Cassazione: quando è inammissibile

Un ricorso è stato presentato personalmente da un individuo alla Corte di Cassazione avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza che gli negava misure alternative alla detenzione. La Suprema Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso, poiché la legge impone che tali atti siano presentati esclusivamente da un avvocato abilitato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria per aver presentato un ricorso personale in Cassazione non consentito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Personale in Cassazione: Analisi di un Caso di Inammissibilità

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma le sue modalità sono regolate da precise norme procedurali che ne garantiscono il corretto funzionamento. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza di queste regole, in particolare per quanto riguarda il ricorso personale in Cassazione. Il caso in esame evidenzia come, dopo la riforma del 2017, la presentazione di un ricorso da parte del diretto interessato, senza l’assistenza di un legale abilitato, conduca inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità con conseguenze economiche significative.

I Fatti del Caso: Il Ricorso contro la Decisione del Tribunale di Sorveglianza

La vicenda ha origine dalla decisione del Tribunale di Sorveglianza di Caltanissetta, che aveva respinto le istanze presentate da un soggetto per ottenere misure alternative alla detenzione, quali l’affidamento in prova al servizio sociale, la semilibertà e la detenzione domiciliare. Insoddisfatto della decisione, l’interessato decideva di impugnare tale provvedimento, presentando personalmente ricorso presso la Corte di Cassazione e chiedendo una rivalutazione delle sue istanze.

La Disciplina del Ricorso Personale in Cassazione

Il punto cruciale della vicenda risiede nelle modalità di presentazione del ricorso. La Corte ha infatti rilevato che il ricorso era stato proposto personalmente dall’interessato. Questo atto viola palesemente quanto disposto dall’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017.

Questa normativa stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto nell’apposito albo speciale dei patrocinanti presso le giurisdizioni superiori. La presentazione di un ricorso personale in Cassazione da parte dell’imputato o del condannato non è più permessa, rappresentando un’ipotesi di “difetto di legittimazione” del ricorrente.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, applicando la procedura semplificata “de plano” prevista per i casi di manifesta inammissibilità, ha rigettato il ricorso. La motivazione è netta e si fonda sulla violazione dell’art. 613 c.p.p. La Corte ha sottolineato che l’impugnazione era stata presentata personalmente dopo l’entrata in vigore della novella legislativa, e contro un provvedimento emesso anch’esso sotto il vigore della nuova disciplina. Pertanto, la mancanza della sottoscrizione di un difensore cassazionista rendeva il ricorso irricevibile, impedendo qualsiasi esame nel merito delle questioni sollevate.

Le Conclusioni: Conseguenze dell’Inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, non ravvisando elementi che potessero escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (richiamando una sentenza della Corte Costituzionale), lo ha condannato anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione riafferma un principio fondamentale: il processo di Cassazione, per la sua natura e tecnicità, richiede obbligatoriamente l’intervento di un professionista qualificato, e il tentativo di agire personalmente non solo è inefficace, ma comporta anche rilevanti sanzioni economiche.

È possibile presentare personalmente un ricorso in Cassazione in materia penale?
No, a seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, l’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale stabilisce che il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un avvocato iscritto nell’apposito albo dei patrocinanti in Cassazione.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’articolo 616 del codice di procedura penale, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e, in assenza di elementi che escludano la colpa, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende.

Per quale motivo specifico il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per “difetto di legittimazione”, poiché il ricorrente lo ha proposto personalmente, violando la norma che impone l’assistenza e la sottoscrizione obbligatoria di un avvocato cassazionista.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati