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Ricorso personale Cassazione: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso personale presentato da un imputato avverso una condanna per reati legati agli stupefacenti. La decisione si fonda sulla modifica normativa del 2017, che ha reso obbligatoria la sottoscrizione del ricorso da parte di un avvocato iscritto all’albo speciale. L’inammissibilità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Personale in Cassazione: Perché la Firma dell’Avvocato è Indispensabile

Nel complesso mondo della procedura penale, i requisiti formali non sono semplici tecnicismi, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento della giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: il ricorso personale in Cassazione, presentato direttamente dall’imputato, non è più ammissibile. Questa regola, introdotta con la riforma del 2017, ha conseguenze molto severe per chi la ignora, come dimostra il caso che analizzeremo.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Roma per un reato previsto dall’articolo 73, comma 5, del Testo Unico sugli Stupefacenti (d.P.R. 309/1990), decideva di contestare la sentenza proponendo ricorso direttamente alla Corte di Cassazione. Il ricorso veniva sottoscritto personalmente dall’imputato, senza l’assistenza e la firma di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.

La Decisione della Suprema Corte sul ricorso personale

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle doglianze sollevate dall’imputato, ma si è fermata a una valutazione preliminare di carattere puramente procedurale. Oltre a respingere il ricorso, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

La motivazione della Corte è netta e si basa su una modifica legislativa fondamentale. Con la legge n. 103 del 23 giugno 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”), è stato modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale. La nuova formulazione della norma ha eliminato la possibilità per l’imputato di presentare personalmente il ricorso personale in Cassazione. Oggi, tale atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.
Poiché il ricorso in esame è stato presentato dopo l’entrata in vigore di tale modifica (avvenuta il 3 agosto 2017), la sua sottoscrizione da parte del solo imputato lo rende insanabilmente inammissibile.
La Corte ha inoltre applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede, in caso di inammissibilità, la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria. Citando una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000), i giudici hanno sottolineato che non si ravvisava un’assenza di colpa nel comportamento del ricorrente, poiché la norma procedurale è chiara e in vigore da anni. L’errore, quindi, non era scusabile.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un monito importante: le regole procedurali, specialmente davanti alla Corte di Cassazione, sono estremamente rigorose. La Riforma Orlando ha introdotto un filtro di professionalità, ritenendo che il giudizio di legittimità richieda una competenza tecnica tale da non poter essere affrontato senza l’assistenza di un avvocato specializzato. Per i cittadini, la lezione è chiara: per impugnare una sentenza penale in Cassazione, è imprescindibile affidarsi a un difensore cassazionista. Tentare la via del ricorso personale non solo è inutile, ma espone al rischio concreto di una condanna a spese e sanzioni economiche significative, che si aggiungono alla pena già inflitta.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso in Cassazione?
No. A seguito della riforma legislativa del 2017 (L. n. 103/2017), che ha modificato l’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Un ricorso presentato personalmente dall’imputato è inammissibile.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria (nel caso di specie, 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende.

L’errore di presentare un ricorso personale è considerato scusabile?
No. La Corte ha stabilito che non vi è assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità. La norma che impone l’assistenza di un avvocato cassazionista è in vigore da tempo e la sua ignoranza non costituisce una valida giustificazione per evitare la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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