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Ricorso per saltum: quando viene convertito in appello

La Procura Generale impugnava una sentenza di proscioglimento per la vendita di occhiali con marchio non conforme, basata sulla particolare tenuità del fatto. Il ricorso diretto in Cassazione, motivato da un presunto vizio di motivazione, è stato convertito in appello. La Suprema Corte ha chiarito che il ricorso per saltum non è ammissibile se si contesta l’illogicità della motivazione del giudice di primo grado, dovendo la questione essere prima esaminata dalla Corte di Appello.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Saltum: La Cassazione Chiarisce i Limiti dell’Appello Diretto

Nel sistema processuale penale italiano, il ricorso per saltum rappresenta un’eccezione alla regola del doppio grado di giudizio di merito, consentendo di impugnare una sentenza direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Tuttavia, questa via non è sempre percorribile. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce in modo inequivocabile i presupposti per la sua ammissibilità, in particolare quando l’impugnazione si fonda su un vizio di motivazione.

I Fatti del Caso: Proscioglimento per Particolare Tenuità del Fatto

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Macerata, che aveva prosciolto un imputato dall’accusa di aver messo in vendita oltre 3.000 paia di occhiali da sole. Tali prodotti riportavano un marchio CE non conforme, riconducibile all’acronimo “China Export” anziché alla marcatura di conformità europea. Il giudice di primo grado aveva ritenuto applicabile la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale.

La contestazione del Procuratore e il ricorso per saltum

Il Procuratore generale presso la Corte di appello di Ancona ha impugnato tale decisione, proponendo ricorso direttamente in Cassazione. Il motivo principale del ricorso era il vizio di motivazione della sentenza. Secondo il Procuratore, il giudice di primo grado aveva erroneamente basato la sua valutazione sulla circostanza che il reato non avesse prodotto effetti pregiudizievoli concreti, poiché tutta la merce era stata sequestrata. Tale argomento, secondo l’accusa, è estraneo alla valutazione della gravità della condotta dell’imputato e rende la motivazione illogica e contraddittoria.

La Decisione della Cassazione: Conversione in Appello

La Corte di Cassazione, chiamata a pronunciarsi sul ricorso, non è entrata nel merito della questione relativa alla particolare tenuità del fatto. Ha invece affrontato un tema puramente procedurale: l’ammissibilità del ricorso per saltum quando viene dedotto un vizio di motivazione. La Corte ha stabilito che il ricorso dovesse essere convertito in appello e trasmesso alla Corte di appello di Ancona, l’organo giurisdizionale competente.

Le motivazioni della conversione del ricorso per saltum

I giudici di legittimità hanno basato la loro decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale e sulla chiara dizione dell’articolo 569, comma 3, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, se il ricorso per saltum viene proposto per motivi non consentiti, il giudice lo converte in appello. Tra i motivi non consentiti rientra proprio la censura di cui all’articolo 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale, ovvero il vizio di motivazione (mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità). La Cassazione ha ribadito che anche la presenza di un solo motivo relativo al vizio di motivazione è sufficiente per precludere la via del ricorso diretto e imporre la conversione in appello.

Le Motivazioni

La ratio della decisione risiede nella natura stessa dei gradi di giudizio. Le Corti di Appello sono giudici di merito, chiamati a riesaminare i fatti e la valutazione probatoria compiuta in primo grado. La Corte di Cassazione, invece, è un giudice di legittimità, il cui compito è assicurare la corretta applicazione della legge e l’uniformità del diritto, non riesaminare i fatti. Un vizio di motivazione, specialmente se attiene all’illogicità o alla contraddittorietà, richiede una nuova valutazione degli elementi di fatto, compito che spetta alla Corte d’Appello e non alla Cassazione. Consentire un ricorso per saltum per tale motivo significherebbe snaturare la funzione della Suprema Corte e privare le parti di un grado di giudizio di merito.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un importante promemoria sui limiti del ricorso per saltum. Questo strumento processuale, sebbene utile per accelerare i tempi della giustizia, è riservato esclusivamente a questioni di pura legittimità. Qualsiasi contestazione che riguardi la logicità e la coerenza del percorso argomentativo seguito dal giudice di primo grado deve necessariamente passare per il vaglio della Corte d’Appello. La decisione riafferma la distinzione fondamentale tra giudizio di merito e giudizio di legittimità, garantendo che ogni questione sia trattata dall’organo giurisdizionale più appropriato e preservando la corretta architettura del sistema processuale penale.

Quando un ricorso per cassazione viene convertito in appello?
Un ricorso per cassazione viene convertito in appello quando è proposto ‘per saltum’ (saltando la Corte di Appello) per motivi non consentiti dalla legge. Tra questi, il principale è il vizio di motivazione della sentenza di primo grado.

È possibile impugnare direttamente in Cassazione una sentenza di primo grado per un vizio di motivazione?
No. Secondo la giurisprudenza costante e l’art. 569, comma 3, cod. proc. pen., il ricorso per saltum non è ammesso se si contesta la mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione. Tale censura deve essere prima esaminata dalla Corte di Appello.

Qual è la conseguenza se si propone un ricorso per saltum basato, anche solo in parte, su un vizio di motivazione?
La conseguenza è che la Corte di Cassazione non dichiara inammissibile il ricorso, ma lo converte in un atto di appello e trasmette gli atti alla Corte di Appello competente per il giudizio, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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