LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso per saltum: quando si converte in appello

Un imputato propone ricorso per saltum contro una sentenza di condanna per ricettazione, lamentando vizi di motivazione e la mancata assunzione di una prova. La Corte di Cassazione, in applicazione dell’art. 569, comma 3, c.p.p., dichiara che tali motivi non consentono il ricorso diretto e converte l’impugnazione in appello, trasmettendo gli atti alla Corte d’Appello competente. La decisione ribadisce che il ricorso per saltum è precluso per censure che implicano una rivalutazione del fatto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Saltum: La Cassazione Chiarisce i Limiti e la Conversione in Appello

L’istituto del ricorso per saltum rappresenta una via processuale accelerata, ma strettamente delimitata. Consente di impugnare una sentenza di primo grado direttamente davanti alla Corte di Cassazione, bypassando il secondo grado di giudizio. Tuttavia, questa scorciatoia è percorribile solo a determinate condizioni. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un’occasione preziosa per analizzare i casi in cui questo strumento non è ammesso e viene, invece, convertito nel mezzo di impugnazione ordinario: l’appello.

I Fatti di Causa

Il caso in esame nasce dal ricorso presentato da un imputato condannato dal Tribunale per il reato di ricettazione. L’imputato decideva di non percorrere la via dell’appello, optando invece per un ricorso per saltum diretto alla Corte di Cassazione. I motivi alla base dell’impugnazione erano tre:

1. Mancata assunzione di una prova decisiva: si contestava la revoca dell’ammissione di un testimone, ritenuta illogica e pregiudizievole per la difesa (ex art. 606, lett. d, c.p.p.).
2. Manifesta illogicità della motivazione: si deduceva un travisamento delle dichiarazioni rese dall’imputato stesso durante il processo (ex art. 606, lett. e, c.p.p.).
3. Violazione di legge sul dolo: si sosteneva l’insussistenza dell’elemento soggettivo del reato di ricettazione, poiché l’imputato avrebbe agito in buona fede.

La Conversione del Ricorso per Saltum: La Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto l’impugnazione non ammissibile come ricorso per saltum e ne ha disposto la conversione in appello, con trasmissione degli atti alla competente Corte d’Appello. La decisione si fonda sull’articolo 569, comma 3, del codice di procedura penale.

Questa norma stabilisce una regola chiara: il ricorso diretto in Cassazione non è consentito quando l’impugnazione si basa sui motivi previsti dall’articolo 606, comma 1, lettere d) ed e), del codice di procedura penale. Questi motivi riguardano, rispettivamente, la mancata assunzione di una prova decisiva e i vizi della motivazione (come la manifesta illogicità o la contraddittorietà).

Nel caso specifico, l’imputato aveva esplicitamente invocato proprio questi due motivi, rendendo la sua scelta del ricorso per saltum proceduralmente scorretta.

Le Motivazioni della Conversione

La motivazione della Corte si basa su un principio fondamentale della ripartizione delle competenze tra i giudici dell’impugnazione. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità: il suo compito non è rivalutare i fatti del processo, ma verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

I motivi di ricorso basati sulla mancata assunzione di una prova o sui vizi di motivazione (illogicità, travisamento del fatto) implicano necessariamente una nuova valutazione del materiale probatorio e dell’iter logico seguito dal primo giudice. Questo tipo di riesame, definito ‘fattuale’, è di esclusiva competenza della Corte d’Appello, il giudice del merito.

La Cassazione ha inoltre osservato che anche il terzo motivo, pur formalmente presentato come una ‘violazione di legge’ relativa al dolo, si risolveva in realtà in una richiesta di diversa interpretazione dei fatti per dimostrare la buona fede dell’imputato. Anche questa è un’attività tipica del giudizio di appello.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ribadisce un consolidato orientamento giurisprudenziale e serve da monito per la difesa. La scelta di proporre un ricorso per saltum deve essere attentamente ponderata. Se le censure che si intendono muovere alla sentenza di primo grado non si limitano a pure violazioni di legge, ma toccano la valutazione delle prove, la logicità della motivazione o la ricostruzione del fatto, la strada corretta è quella dell’appello. Tentare di ‘saltare’ un grado di giudizio in questi casi porta inevitabilmente alla conversione dell’impugnazione, senza alcun vantaggio processuale per l’imputato.

Che cos’è un ricorso per saltum?
È un mezzo di impugnazione che permette di contestare una sentenza di primo grado direttamente davanti alla Corte di Cassazione, omettendo il passaggio dalla Corte d’Appello. È consentito solo per motivi che attengono a violazioni di legge.

Quando un ricorso per saltum viene convertito in appello?
Viene convertito in appello quando i motivi proposti non sono di pura legittimità ma riguardano questioni che richiedono una rivalutazione del fatto. L’art. 569, comma 3, c.p.p. prevede esplicitamente la conversione se il ricorso si basa sulla mancata assunzione di una prova decisiva (art. 606, lett. d) o su vizi della motivazione (art. 606, lett. e).

Perché un vizio di motivazione impedisce il ricorso per saltum?
Perché la contestazione di un vizio di motivazione, come l’illogicità o il travisamento di una prova, richiede al giudice di riesaminare il merito della causa e l’iter logico-fattuale seguito dal primo giudice. Questo tipo di valutazione è di competenza della Corte d’Appello, non della Corte di Cassazione, che è giudice della sola legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati