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Ricorso per saltum: quando si converte in appello?

Una società, costituitasi parte civile, ha proposto un ricorso per saltum avverso una sentenza di proscioglimento per mancanza di querela. Poiché tra i motivi era incluso anche il vizio di motivazione, la Corte di Cassazione ha riqualificato l’impugnazione. La Suprema Corte ha convertito il ricorso per saltum in un appello ordinario, trasmettendo gli atti alla competente Corte d’Appello, ribadendo che tale vizio non può essere dedotto con un ricorso diretto in Cassazione.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per saltum: Quando l’Appello Diretto si Trasforma in un Appello Ordinario

Il ricorso per saltum rappresenta uno strumento processuale che consente di impugnare una sentenza di primo grado direttamente davanti alla Corte di Cassazione, bypassando la Corte d’Appello. Tuttavia, il suo utilizzo è strettamente limitato a specifici motivi. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce cosa accade quando, tra i motivi del ricorso, viene inserita anche una censura relativa al vizio di motivazione, illustrando un’importante regola procedurale.

I Fatti del Caso: L’Impugnazione contro il Proscioglimento

Il caso ha origine da una sentenza di proscioglimento emessa dal Tribunale di primo grado. Gli imputati erano stati accusati di vari reati, ma il giudice aveva dichiarato di non doversi procedere per mancanza di querela. A seguito di una recente riforma legislativa, infatti, i reati contestati erano diventati procedibili solo su querela della persona offesa.

La parte civile, una società che si riteneva danneggiata, ha deciso di impugnare questa decisione. Invece di rivolgersi alla Corte d’Appello, ha optato per un ricorso per saltum, sostenendo che il giudice di primo grado avesse commesso diversi errori. In particolare, la società lamentava che il giudice non avesse considerato come querela un precedente atto di denuncia e avesse ignorato la validità di una querela successiva, presentata in base alle norme transitorie della riforma.

La Censura Decisiva: il Vizio di Motivazione

Oltre alle violazioni di legge, la parte civile ha inserito nel suo ricorso un motivo fondamentale: il vizio di motivazione ai sensi dell’art. 606, comma 1, lett. e) del codice di procedura penale. Contestava, cioè, il modo in cui il giudice aveva argomentato la sua decisione, ritenendolo illogico o carente. Proprio questa specifica censura si è rivelata decisiva per le sorti procedurali del ricorso.

La Conversione del Ricorso per Saltum: La Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, esaminato il ricorso, non è entrata nel merito delle questioni sollevate dalla parte civile. La sua attenzione si è concentrata sulla corretta procedura da seguire. I giudici hanno rilevato che la presenza di un motivo di ricorso basato sul vizio di motivazione impedisce di utilizzare lo strumento del ricorso per saltum.

La Suprema Corte ha quindi disposto la conversione del ricorso in un appello ordinario. Di conseguenza, ha ordinato la trasmissione di tutti gli atti alla Corte d’Appello territorialmente competente, che dovrà ora esaminare l’impugnazione.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su un consolidato principio giurisprudenziale. L’articolo 569 del codice di procedura penale, che disciplina il ricorso per saltum, consente di ‘saltare’ il grado d’appello solo per denunciare violazioni di legge. Il vizio di motivazione, invece, non riguarda una diretta violazione normativa, ma attiene alla logicità e coerenza del ragionamento del giudice. La valutazione di tale vizio richiede un esame approfondito del merito della causa, che è di competenza del giudice d’appello e non della Corte di Cassazione, la quale è giudice di legittimità.

Pertanto, quando un ricorso, pur qualificato come per saltum, contiene censure relative alla motivazione, la legge prevede che esso venga automaticamente ‘convertito’ in un appello. La parte civile, in virtù dell’art. 576 c.p.p., ha piena facoltà di proporre appello avverso le sentenze di proscioglimento, e questa conversione garantisce che il suo diritto a un riesame della decisione sia pienamente tutelato nel grado di giudizio corretto.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce una regola procedurale cruciale per avvocati e parti processuali. La scelta di proporre un ricorso per saltum deve essere ponderata con estrema attenzione. Se si intende contestare non solo l’applicazione della legge, ma anche il percorso logico seguito dal giudice per arrivare alla sua decisione, la strada corretta non è il ricorso diretto in Cassazione, ma l’appello. Scegliere la via sbagliata non comporta l’inammissibilità del ricorso, ma la sua conversione, con conseguente allungamento dei tempi processuali, poiché il fascicolo deve essere trasmesso a un’altra corte. La decisione sottolinea l’importanza di inquadrare correttamente i motivi di impugnazione per garantire un iter processuale efficiente e corretto.

Cosa succede se un ricorso per saltum contiene un motivo relativo al vizio di motivazione?
Secondo la Corte di Cassazione, se un ricorso per saltum include una censura per vizio di motivazione (art. 606, co. 1, lett. e) c.p.p.), esso non può essere deciso dalla Cassazione e deve essere convertito in un appello ordinario, con trasmissione degli atti alla competente Corte d’Appello.

Perché la parte civile non poteva contestare il vizio di motivazione direttamente in Cassazione?
Il ricorso per saltum è limitato alla contestazione di violazioni di legge. Il vizio di motivazione riguarda la logicità e la coerenza del ragionamento del giudice, un aspetto che attiene al merito della decisione e la cui valutazione spetta al giudice d’appello, non alla Corte di Cassazione che è giudice di legittimità.

In questo caso, perché il giudice di primo grado aveva emesso una sentenza di proscioglimento?
Il Tribunale ha dichiarato il non doversi procedere perché, a seguito di una riforma legislativa, i reati contestati erano diventati procedibili solo a querela di parte. Al momento della decisione, il giudice ha ritenuto che mancasse tale condizione di procedibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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