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Ricorso per saltum: quando non è ammesso per vizio

La Corte di Cassazione ha chiarito che un ricorso per saltum non è ammissibile se basato su un vizio di motivazione della sentenza di primo grado. In un caso in cui il Procuratore Generale contestava le attenuanti generiche concesse, la Suprema Corte ha convertito l’impugnazione in un appello ordinario, rimandando gli atti alla Corte d’Appello competente per la decisione nel merito.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per saltum: i limiti invalicabili del vizio di motivazione

Il ricorso per saltum rappresenta uno strumento processuale che consente di accelerare l’iter giudiziario, portando una sentenza di primo grado direttamente all’esame della Corte di Cassazione, omettendo il passaggio in Corte d’Appello. Tuttavia, il suo utilizzo è soggetto a limiti rigorosi, come ribadito da una recente ordinanza della Suprema Corte. Quest’ultima ha chiarito che se il motivo dell’impugnazione riguarda un vizio di motivazione, la strada del per saltum è preclusa.

I Fatti del Caso: Condanna e Impugnazione del Procuratore

Il caso trae origine da una sentenza del Tribunale di Brescia, che condannava due imputati alla pena di cinque mesi e quindici giorni di reclusione, oltre a una multa, riconoscendo loro le circostanze attenuanti generiche. Il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Brescia, non condividendo la decisione del giudice di primo grado, proponeva ricorso per saltum direttamente in Cassazione.

La contestazione del Procuratore si concentrava sulla motivazione della sentenza, ritenuta meramente apparente riguardo al riconoscimento delle attenuanti. Secondo il ricorrente, il Tribunale aveva giustificato la riduzione di pena in base al “danno effettivamente procurato”, senza però specificare in cosa consistesse tale danno. Inoltre, il Procuratore sosteneva che, qualora il danno fosse stato di lieve entità, il giudice avrebbe dovuto applicare la specifica attenuante prevista dall’art. 62 n. 4 del codice penale, e non quelle generiche.

Il Ricorso per saltum e i Vizi di Motivazione

La Corte di Cassazione, nell’analizzare il ricorso, ha immediatamente rilevato una criticità di natura procedurale. Il motivo presentato dal Procuratore generale, basato sulla violazione dell’art. 606, comma 1, lett. e) del codice di procedura penale, riguardava un classico vizio di motivazione (mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità).

La Suprema Corte ha ricordato un principio consolidato nella sua giurisprudenza: il ricorso per saltum è inammissibile quando tra i motivi figura la censura relativa al vizio di motivazione. Questo strumento è infatti riservato principalmente a questioni di pura legittimità, ovvero di violazione di legge, e non a un riesame della coerenza logica del percorso argomentativo del giudice di primo grado.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Cassazione si fonda sull’articolo 569, comma 3, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, qualora un ricorso per saltum venga proposto per motivi non consentiti (come, appunto, il vizio di motivazione), esso non viene dichiarato inammissibile in toto, ma viene convertito in un appello ordinario. Gli atti vengono quindi trasmessi alla Corte d’Appello competente, che procederà al giudizio di secondo grado come se l’impugnazione fosse stata proposta correttamente sin dall’inizio.

La Corte ha sottolineato che il vizio motivazionale richiede una valutazione che esula dai compiti del giudice di legittimità, il quale non può entrare nel merito dei fatti, ma deve limitarsi a controllare la corretta applicazione della legge. La disamina della logicità e completezza della motivazione spetta invece al giudice d’appello. Pertanto, la scelta del Procuratore di adire direttamente la Cassazione era proceduralmente errata.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza in esame ribadisce un’importante regola procedurale: la scelta del mezzo di impugnazione non è libera, ma vincolata ai motivi che si intendono far valere. Chi intende contestare la logicità o la completezza della motivazione di una sentenza di primo grado deve necessariamente passare per il giudizio d’appello. Il ricorso per saltum rimane uno strumento eccezionale, destinato a risolvere questioni di stretto diritto. La conversione dell’impugnazione in appello, prevista dalla legge, agisce come un meccanismo di salvaguardia che, pur sanzionando l’errore procedurale, garantisce che la questione venga comunque esaminata dal giudice competente, assicurando il rispetto del principio del doppio grado di giurisdizione di merito.

Cosa succede se si propone un ricorso per saltum per un vizio di motivazione?
La Corte di Cassazione non dichiara il ricorso inammissibile, ma lo converte in un appello ordinario e trasmette gli atti alla Corte d’Appello competente per il giudizio di secondo grado.

Perché il vizio di motivazione impedisce di usare il ricorso per saltum?
Perché la legge riserva il ricorso per saltum a questioni di pura violazione di legge, mentre l’analisi di un vizio di motivazione (come la sua mancanza o illogicità) spetta al giudice d’appello, che ha il compito di riesaminare il merito della decisione.

Qual era il motivo specifico del ricorso del Procuratore generale nel caso di specie?
Il Procuratore contestava la motivazione con cui il Tribunale aveva concesso le circostanze attenuanti generiche, ritenendola apparente e illogica perché fondata su un non meglio precisato “danno effettivamente procurato”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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