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Ricorso per saltum: quando la Cassazione lo converte

Un’imputata, assolta per la particolare tenuità del fatto, ha proposto un ricorso per saltum lamentando la mancata assunzione di una prova testimoniale. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso diretto, convertendolo in un appello ordinario. La decisione si basa sul fatto che l’impugnazione conteneva censure sulla motivazione, tipiche dell’appello, e che la sentenza ex art. 131-bis c.p. è appellabile e non direttamente ricorribile in Cassazione se i motivi non si limitano a pure violazioni di legge.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Saltum: Quando e Perché la Cassazione lo Converte in Appello

Il ricorso per saltum rappresenta uno strumento processuale che consente di impugnare una sentenza di primo grado direttamente davanti alla Corte di Cassazione, omettendo il passaggio per la Corte d’Appello. Tuttavia, il suo utilizzo è strettamente regolato dalla legge e non è sempre ammissibile. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce i confini di questo istituto, specialmente in relazione alle sentenze di non punibilità per particolare tenuità del fatto e ai motivi di impugnazione proposti.

Il Caso: Assoluzione per Tenuità e Impugnazione Diretta

Nel caso di specie, un’imputata era stata assolta in primo grado dai reati di commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione, con la formula della non punibilità per “particolare tenuità del fatto”, ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Nonostante l’esito apparentemente favorevole, la difesa ha deciso di impugnare la sentenza, mirando a un’assoluzione piena nel merito. La strategia difensiva si basava sulla contestazione di una decisione del Tribunale, che aveva revocato l’ammissione di un teste considerato decisivo. A tal fine, la difesa ha proposto un ricorso per saltum direttamente in Cassazione, lamentando non solo la violazione di norme processuali, ma anche la carenza e la manifesta illogicità della motivazione della sentenza.

La Decisione della Cassazione sul ricorso per saltum

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso non ammissibile nella forma proposta, decidendo di non giudicare nel merito ma di convertirlo in un appello ordinario e di trasmettere gli atti alla Corte d’Appello competente.

La Natura della Sentenza ex Art. 131-bis c.p.

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che una sentenza di non punibilità per particolare tenuità del fatto non equivale a un’assoluzione piena. Essa, infatti, presuppone l’accertamento del reato in tutti i suoi elementi, sia oggettivi che soggettivi. Sebbene non comporti una pena, tale pronuncia viene iscritta nel casellario giudiziale e può avere effetti pregiudizievoli in altri giudizi (civili o amministrativi). Per questo motivo, l’imputato ha un interesse concreto a impugnarla per ottenere un’assoluzione che escluda la sua colpevolezza.

I Limiti del Ricorso per Saltum

Il punto cruciale della decisione riguarda i limiti del ricorso per saltum. Questo strumento è consentito solo per specifici vizi di legittimità, come l’errata applicazione della legge penale. Non può essere utilizzato per contestare vizi della motivazione, come la sua manifesta illogicità o contraddittorietà, che rientrano invece tra i motivi tipici dell’appello.

Poiché la difesa aveva lamentato proprio un vizio di motivazione relativo alla mancata assunzione di una prova, la Corte ha stabilito che la via corretta non era il ricorso diretto in Cassazione, ma l’appello.

Le Motivazioni: Il Principio di Conversione dell’Impugnazione

Di fronte a un’impugnazione proposta con un mezzo errato, il Codice di procedura penale (art. 568, comma 5) prevede il principio della conversione. Invece di dichiarare l’inammissibilità del ricorso, il giudice lo riqualifica come il mezzo di impugnazione corretto e lo trasmette all’autorità giudiziaria competente. La Cassazione ha applicato proprio questo principio: avendo accertato che il ricorso conteneva motivi propri dell’appello e che la sentenza era appellabile, ha disposto la conversione del ricorso per saltum in appello.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Difesa

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale in materia di impugnazioni penali: la scelta del mezzo di gravame deve essere rigorosamente conforme alla legge e alla natura dei motivi che si intendono far valere. Proporre un ricorso per saltum per contestare la valutazione dei fatti o la logicità della motivazione del giudice di primo grado è una scelta proceduralmente errata. La conseguenza, in questo caso non è la reiezione dell’impugnazione, ma la sua conversione, con un conseguente allungamento dei tempi processuali. La decisione sottolinea l’importanza di rispettare i gradi di giurisdizione, riservando alla Corte di Cassazione il solo giudizio sulla legittimità degli atti e non sul merito delle decisioni.

È possibile proporre un ricorso per saltum contro una sentenza di assoluzione per particolare tenuità del fatto?
No, se i motivi del ricorso non si limitano a pure violazioni di legge. La sentenza che dichiara la non punibilità per particolare tenuità del fatto è appellabile e, se l’impugnazione include censure sulla motivazione o sulla valutazione delle prove, la via corretta è l’appello e non il ricorso diretto in Cassazione.

Per quali motivi un ricorso per saltum può essere convertito in appello?
Un ricorso per saltum viene convertito in appello quando viene proposto contro una sentenza appellabile e contiene motivi che non sono ammessi per il ricorso diretto, come la critica alla motivazione per manifesta illogicità o contraddittorietà (vizio previsto dall’art. 606, comma 1, lett. e, c.p.p.).

Quali sono le conseguenze di una sentenza di assoluzione per ‘particolare tenuità del fatto’ per l’imputato?
Sebbene non comporti l’applicazione di una pena, tale sentenza presuppone l’accertamento della commissione del reato. Viene iscritta nel casellario giudiziale e può avere effetti pregiudizievoli in eventuali giudizi civili o amministrativi per il risarcimento del danno, giustificando l’interesse dell’imputato a impugnarla per ottenere un’assoluzione piena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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