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Ricorso per saltum: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per saltum proposto da un Pubblico Ministero avverso una sentenza di assoluzione per particolare tenuità del fatto. Il ricorso, pur qualificato come basato su motivi di diritto, criticava in realtà la motivazione della decisione di primo grado. La Corte ha stabilito che quando l’appellante sceglie deliberatamente un mezzo di impugnazione non consentito (il ricorso per saltum per vizi di motivazione), questo non può essere convertito in un appello ordinario e deve essere dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Saltum: Scelta Deliberata e Inammissibilità

Il ricorso per saltum rappresenta uno strumento processuale che permette di accelerare i tempi della giustizia, portando una sentenza di primo grado direttamente all’esame della Corte di Cassazione. Tuttavia, il suo utilizzo è strettamente regolamentato. Una recente sentenza della Suprema Corte, la n. 1616 del 2024, offre un importante chiarimento sui limiti di questo strumento, specificando quando la scelta deliberata di un mezzo di impugnazione errato ne comporta la radicale inammissibilità.

I Fatti del Caso: Violazione di Sigilli e Assoluzione in Primo Grado

Il caso trae origine da una decisione del Tribunale di Firenze, che aveva assolto un imputato dall’accusa di violazione di sigilli, reato commesso per ben sette volte in continuazione. Il giudice di primo grado aveva ritenuto applicabile la causa di non punibilità per “particolare tenuità del fatto”, prevista dall’art. 131-bis del codice penale, nonostante la reiterazione delle condotte avvenuta durante l’emergenza pandemica da COVID-19.

L’Impugnazione del Pubblico Ministero e il ricorso per saltum

Contro questa sentenza, il Pubblico Ministero ha deciso di non percorrere la via ordinaria dell’appello, ma di proporre direttamente un ricorso per saltum alla Corte di Cassazione. Le motivazioni del ricorso si concentravano su una presunta violazione ed erronea interpretazione dell’art. 131-bis. Secondo l’accusa, il Tribunale avrebbe errato nel riconoscere la particolare tenuità, valorizzando unicamente le motivazioni psicologiche dell’imputato e trascurando elementi cruciali come la gravità dei fatti, la pluralità delle violazioni e il potenziale pericolo di diffusione del contagio.

Sebbene il Pubblico Ministero avesse qualificato il ricorso come basato esclusivamente su “ragioni di diritto”, le argomentazioni sollevate costituivano, nella sostanza, una critica alla motivazione della sentenza, un vizio che la legge non consente di denunciare tramite il ricorso per saltum.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La legge, infatti, stabilisce che il ricorso immediato in Cassazione non è ammesso per i motivi legati alla mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione (i cosiddetti vizi di motivazione). In questi casi, il ricorso dovrebbe essere convertito in un appello ordinario.

Tuttavia, la Corte ha compiuto un passo ulteriore, negando anche la possibilità di conversione.

Le Motivazioni: La Scelta Consapevole e Deliberata dell’Impugnazione

Il punto centrale della decisione risiede nell’analisi della volontà del ricorrente. La Cassazione ha osservato che il Pubblico Ministero aveva espressamente dichiarato di voler proporre un ricorso per saltum per sole ragioni di diritto, pur avanzando critiche che, di fatto, riguardavano la motivazione. Questa scelta è stata interpretata dalla Corte non come un errore in buona fede, ma come una deliberata volontà di utilizzare uno strumento processuale per finalità non consentite.

Il principio del favor impugnationis, che normalmente permette di “salvare” un’impugnazione convertendola in quella corretta, non si applica quando l’errore non è frutto di ignoranza o di una non corretta interpretazione delle norme, ma di una scelta consapevole. Il ricorrente, avendo a disposizione il rimedio corretto (l’appello), ha deliberatamente scelto quello sbagliato, rifiutando implicitamente quello giusto. Di conseguenza, l’impugnazione è stata ritenuta irrimediabilmente inammissibile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale di rigore processuale: la scelta del mezzo di impugnazione non è mai neutra. L’utilizzo consapevole di uno strumento per scopi diversi da quelli previsti dalla legge non può essere sanato. La decisione sottolinea che il ricorso per saltum è un’opzione eccezionale, i cui confini non possono essere forzati per contestare il merito della valutazione del giudice di primo grado. Per i professionisti del diritto, questo rappresenta un monito a ponderare attentamente non solo i motivi di doglianza, ma anche e soprattutto il corretto veicolo processuale per farli valere, pena la sanzione più severa: l’inammissibilità.

Un ricorso basato su vizi di motivazione può essere presentato direttamente in Cassazione con il ‘ricorso per saltum’?
No, l’articolo 569 del codice di procedura penale esclude esplicitamente che il ‘ricorso per saltum’ possa essere utilizzato per contestare vizi di motivazione della sentenza di primo grado. Per tali censure è necessario proporre appello.

Se si sbaglia a proporre un ‘ricorso per saltum’, può essere convertito in un appello ordinario?
In linea generale sì, in base al principio del ‘favor impugnationis’. Tuttavia, questa sentenza chiarisce che la conversione non è possibile se la parte ha scelto deliberatamente e consapevolmente il mezzo di impugnazione errato, pur avendo a disposizione quello corretto. L’errore non deve essere frutto di una scelta strategica consapevole.

Qual è stato l’esito finale del ricorso del Pubblico Ministero in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è che il Pubblico Ministero ha scelto consapevolmente di utilizzare il ‘ricorso per saltum’ per contestare la motivazione della sentenza, un fine per cui tale strumento non è consentito, rendendo l’impugnazione insanabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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