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Ricorso per cassazione senza avvocato: l’inammissibilità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione proposto personalmente da un cittadino avverso un decreto di archiviazione del 2015. Sebbene la normativa applicabile fosse quella dell’epoca (principio ‘tempus regit actum’), che ammetteva il ricorso, la sua presentazione senza l’assistenza di un avvocato cassazionista ha violato una regola procedurale inderogabile, rendendo l’impugnazione inammissibile.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Ricorso per Cassazione Fai-da-Te: un Errore Procedurale Fatale

Presentare un ricorso per cassazione è uno degli atti più complessi e tecnici del nostro ordinamento. Richiede non solo una profonda conoscenza del diritto, ma anche il rispetto di rigide regole formali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda una di queste regole fondamentali: l’obbligatoria assistenza di un difensore specializzato. La decisione analizza il caso di un cittadino che ha impugnato personalmente un decreto di archiviazione, vedendosi dichiarare l’inammissibilità del ricorso proprio per l’assenza di un legale abilitato.

I Fatti del Caso: un’Archiviazione del 2015

La vicenda trae origine da un decreto di archiviazione emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Chieti nel giugno del 2015. L’interessato, ritenendo ingiusto il provvedimento, ha deciso di impugnarlo proponendo personalmente un atto qualificato come ricorso per cassazione. L’atto è quindi giunto al vaglio della Suprema Corte, che ha dovuto preliminarmente verificare la sua ammissibilità.

La Legge Applicabile e il Principio “Tempus Regit Actum”

Un primo punto interessante affrontato dalla Corte riguarda la legge da applicare. Dal 2015 ad oggi, le norme sulle impugnazioni dei decreti di archiviazione sono cambiate. Tuttavia, i giudici hanno ribadito un principio cardine del diritto processuale: tempus regit actum (il tempo regola l’atto). In materia di impugnazioni, questo significa che si deve fare riferimento alla legge in vigore al momento dell’emissione del provvedimento impugnato, non a quella vigente quando si propone il ricorso. Poiché il decreto era del 2015, la normativa di riferimento era l’abrogato articolo 409, comma 6, del codice di procedura penale, che consentiva il ricorso diretto in Cassazione. Teoricamente, quindi, la via del ricorso era aperta.

Le Motivazioni: la Regola Inderogabile dell’Assistenza Legale

Nonostante la teorica ammissibilità del ricorso per cassazione, la Corte lo ha dichiarato inammissibile per una ragione puramente formale, ma insuperabile. L’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso in Cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale. Nel caso di specie, l’impugnazione era stata proposta personalmente dall’interessato, in palese violazione di questa norma. La Suprema Corte ha sottolineato che tale requisito non ammette deroghe, essendo posto a garanzia della tecnicità e della serietà del giudizio di legittimità. La mancanza del patrocinio di un avvocato cassazionista ha quindi reso l’atto irricevibile, impedendo ai giudici di esaminarne il merito.

Le Conclusioni: l’Importanza del Difensore nel Giudizio di Cassazione

L’ordinanza in esame è un chiaro monito sull’importanza delle regole procedurali, specialmente nei gradi più alti di giudizio. La decisione conferma che, anche se la legge permette una certa via di impugnazione, le modalità con cui questa viene esercitata devono rispettare scrupolosamente le forme previste dal codice. Il ricorso per cassazione non è un atto che il cittadino può compiere autonomamente. La complessità delle questioni di diritto e la specificità del giudizio di legittimità rendono indispensabile l’assistenza di un legale specializzato. La conseguenza dell’inosservanza di questa regola è drastica: l’inammissibilità del ricorso e la condanna al pagamento delle spese processuali, con la definitiva chiusura del caso.

È possibile presentare un ricorso per cassazione personalmente senza un avvocato?
No, l’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale richiede obbligatoriamente, a pena di inammissibilità, che l’atto sia proposto e sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di cassazione.

Quale legge si applica a un’impugnazione se la normativa cambia nel tempo?
Si applica il principio “tempus regit actum”, secondo cui la disciplina di riferimento è quella in vigore al momento dell’emissione del provvedimento che si intende impugnare, e non quella in vigore al momento della presentazione dell’impugnazione stessa.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso?
La declaratoria di inammissibilità impedisce alla Corte di esaminare le ragioni del ricorso e comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. In questo specifico caso, la Corte non ha aggiunto una sanzione pecuniaria (ammenda) perché la qualificazione dell’atto come ricorso per cassazione è avvenuta d’ufficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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