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Ricorso per cassazione senza avvocato: inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 47136/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione presentato personalmente da un imputato. La Corte ha ribadito che, dopo le modifiche legislative del 2017, la proposizione del ricorso richiede obbligatoriamente il ministero di un difensore, distinguendo tra la titolarità del diritto all’impugnazione e le modalità tecniche necessarie per il suo esercizio.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione senza avvocato: una strada preclusa

Presentare un ricorso per cassazione senza avvocato è possibile? La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 47136 del 2024, ha fornito una risposta netta e inequivocabile: no, non è possibile. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale della procedura penale, consolidatosi dopo le riforme legislative, secondo cui l’accesso al giudizio di legittimità richiede necessariamente l’assistenza tecnica di un difensore abilitato. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione per capire le ragioni giuridiche e le conseguenze pratiche per l’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per il reato di minaccia aggravata, confermata dalla Corte d’Appello di Lecce. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha deciso di impugnare la sentenza proponendo personalmente, ovvero senza l’assistenza di un legale, ricorso dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione. Proprio questa modalità di proposizione del ricorso è diventata il fulcro della successiva decisione dei giudici di legittimità.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito delle doglianze sollevate dall’imputato. La decisione si fonda su una ragione puramente procedurale: la violazione della norma che impone il cosiddetto “ministero di un difensore” per la proposizione del ricorso per cassazione. La Corte ha inoltre condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte sono chiare e si basano su un’interpretazione rigorosa della legge processuale penale, come modificata dalla Legge n. 103/2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”).

I giudici hanno operato una distinzione cruciale tra due concetti:
1. La legittimazione a proporre il ricorso: si tratta della titolarità sostanziale del diritto di impugnare una sentenza. Questo diritto spetta indubbiamente all’imputato.
2. Le modalità di proposizione del ricorso: riguardano il modo concreto in cui tale diritto deve essere esercitato. Per il ricorso in Cassazione, la legge richiede una forma specifica, ovvero la necessaria “rappresentanza tecnica” da parte di un avvocato iscritto all’albo speciale.

La riforma del 2017, modificando gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, ha di fatto eliminato la possibilità per l’imputato di agire personalmente in questa fase del giudizio. La ragione di questa scelta legislativa, avallata da un consolidato orientamento delle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 8914/2018), risiede nella complessità tecnica del giudizio di legittimità. Il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sui fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge, che richiede competenze giuridiche specialistiche per la formulazione dei motivi.

Di conseguenza, la presentazione di un ricorso da parte dell’imputato privo del patrocinio di un difensore costituisce un vizio insanabile che ne comporta la declaratoria di inammissibilità “de plano”, cioè senza la necessità di un’udienza pubblica, attraverso una procedura semplificata prevista dall’art. 610, comma 5-bis, c.p.p.

Conclusioni: L’Obbligo del Difensore in Cassazione

La sentenza in esame conferma che la porta della Corte di Cassazione è aperta solo a chi è assistito da un legale. Il principio del ricorso per cassazione senza avvocato non trova spazio nel nostro ordinamento. Questa regola, sebbene possa apparire come un limite, è posta a garanzia della serietà e della tecnicità del giudizio di legittimità, assicurando che le questioni sottoposte alla Suprema Corte siano formulate in modo giuridicamente corretto. Per chiunque intenda contestare una sentenza di condanna, è quindi imprescindibile affidarsi a un difensore abilitato, l’unico soggetto autorizzato dalla legge a redigere e sottoscrivere l’atto di impugnazione.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, la sentenza chiarisce che a seguito della riforma del 2017 (l. n. 103/2017) è esclusa la facoltà dell’imputato di proporre personalmente ricorso per cassazione, essendo necessaria la rappresentanza tecnica di un difensore.

Qual è la conseguenza di un ricorso presentato senza l’assistenza di un avvocato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte, come in questo caso, non esamina il merito della questione e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

Perché è obbligatoria l’assistenza di un difensore in Cassazione?
La sentenza spiega che si deve distinguere la titolarità del diritto a impugnare (che spetta all’imputato) dalle modalità concrete per esercitarlo. Per il ricorso in Cassazione, la legge richiede una “rappresentanza tecnica” che solo un avvocato può fornire, garantendo la corretta formulazione dei motivi di ricorso in un giudizio di pura legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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