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Ricorso per Cassazione: quando serve l’avvocato?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata perché presentato personalmente e non tramite un avvocato abilitato. La decisione ribadisce che per un Ricorso per Cassazione in materia penale è obbligatoria la difesa tecnica, pena la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: quando serve l’avvocato?

L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento su un requisito fondamentale della procedura penale: la necessità della difesa tecnica per presentare un Ricorso per Cassazione. Con una decisione netta, la Suprema Corte ha ribadito che l’imputato non può presentare personalmente l’atto di impugnazione, pena la sua inammissibilità. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni giuridiche alla base di questa regola.

La Vicenda Processuale

Il caso nasce dalla condanna di una donna da parte del Tribunale di Piacenza, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bologna, per i reati di tentata rapina impropria aggravata e lesioni aggravate. La pena finale inflitta era di due anni di reclusione e 300 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali.

Contro la sentenza d’appello, l’imputata ha deciso di presentare personalmente un Ricorso per Cassazione, lamentando un’eccessiva severità della pena.

La Decisione sul Ricorso per Cassazione Personale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso immediatamente inammissibile. La ragione è puramente procedurale ma di importanza cruciale: l’atto era stato proposto personalmente dall’interessata e non sottoscritto da un avvocato abilitato.

La Regola dell’Art. 613 del Codice di Procedura Penale

La Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che il Ricorso per Cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori. Viene quindi esclusa la possibilità per l’imputato di agire personalmente in questa fase del giudizio.

Le Motivazioni Giuridiche dell’Inammissibilità

La Corte ha richiamato un precedente fondamentale delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), che aveva già affrontato la questione, confermando la piena legittimità di questa regola. Le motivazioni si basano su diversi punti chiave:

1. Discrezionalità del Legislatore: La scelta di richiedere una rappresentanza tecnica qualificata rientra nella piena discrezionalità del legislatore e non lede i diritti di difesa.
2. Elevata Specializzazione: Il giudizio di Cassazione non riesamina i fatti del processo, ma si concentra esclusivamente sulla corretta applicazione delle norme di diritto (giudizio di legittimità). Tale complessità richiede un’elevata qualificazione professionale che solo un avvocato cassazionista può garantire.
3. Conformità ai Principi Costituzionali e Sovranazionali: La norma non viola né l’articolo 24 della Costituzione (diritto alla difesa) né l’articolo 111 (giusto processo). Allo stesso modo, è conforme all’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Il sistema giuridico, infatti, bilancia questa limitazione prevedendo l’istituto del patrocinio a spese dello Stato, che assicura la difesa tecnica anche a chi non ha i mezzi economici per sostenerla.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La conseguenza diretta della dichiarazione di inammissibilità è stata la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende. Questa ordinanza serve come monito: il Ricorso per Cassazione è un atto tecnico e complesso che non ammette improvvisazioni. Affidarsi a un difensore specializzato non è solo un’opportunità, ma un requisito indispensabile imposto dalla legge per accedere al più alto grado di giudizio.

È possibile presentare personalmente un ricorso per Cassazione in materia penale?
No. L’art. 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017, impone che il ricorso sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori.

Perché è obbligatorio avere un avvocato per il ricorso in Cassazione?
La legge lo richiede a causa dell’elevato livello di specializzazione tecnica necessario per affrontare un giudizio di legittimità. La Corte di Cassazione valuta solo la corretta applicazione della legge, non i fatti, e ciò richiede una competenza professionale specifica che l’imputato non è tenuto a possedere.

Cosa accade se un ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna della persona che ha presentato il ricorso al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle Ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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