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Ricorso per cassazione: quando la prova non è decisiva

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione fondato sulla mancata ammissione di una perizia psichiatrica sulla persona offesa. La Corte ha chiarito che la perizia è un mezzo di prova “neutro” e non una “prova decisiva” a discarico, la cui mancata assunzione non rientra tra i motivi di ricorso previsti dalla legge. Inoltre, la questione non era stata sollevata nei precedenti gradi di giudizio.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: La Perizia Psichiatrica Non è “Prova Decisiva”

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso per cassazione, in particolare quando questo si fonda sulla mancata assunzione di una prova. La Suprema Corte ha stabilito che la perizia psichiatrica non rientra nel concetto di “prova decisiva” ai sensi dell’art. 606, comma 1, lett. d), del codice di procedura penale, ribadendo la natura discrezionale di tale accertamento da parte del giudice.

I Fatti alla Base del Ricorso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello. La difesa lamentava la mancata effettuazione di una perizia psichiatrica sulla persona offesa, ritenendola una prova decisiva che, se ammessa, avrebbe potuto portare a un esito diverso del processo. Secondo la tesi difensiva, tale omissione costituiva un vizio procedurale sufficiente a giustificare l’annullamento della sentenza impugnata.

La Decisione della Corte sul Ricorso per Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi principali. In primo luogo, la natura giuridica della perizia. In secondo luogo, un principio procedurale fondamentale: non possono essere dedotte in sede di legittimità questioni che non sono state precedentemente sollevate nei motivi di appello.

Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché la Perizia non è Prova Decisiva

La Corte chiarisce un punto cruciale: il motivo di ricorso basato sulla mancata assunzione di una prova decisiva si riferisce esclusivamente alle prove a discarico che, per loro natura, avrebbero un’efficacia dimostrativa tale da condurre a un proscioglimento certo.

La perizia, invece, è un mezzo di prova definito “neutro”. Ciò significa che non è nella disponibilità delle parti (né dell’accusa né della difesa), ma è uno strumento rimesso alla discrezionalità del giudice. Il suo scopo non è confermare la tesi di una parte, ma fornire al giudice le conoscenze tecniche necessarie per valutare i fatti. Pertanto, la sua mancata effettuazione non può essere contestata attraverso il ricorso per cassazione con la motivazione della mancata assunzione di una “prova decisiva”, come stabilito dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 39746 del 2017.

Le Motivazioni: Limiti ai Motivi di Appello e il Ricorso per Cassazione

Un secondo aspetto determinante è stato il mancato inserimento di questa specifica doglianza nei motivi di appello. La Cassazione sottolinea che il giudizio di legittimità non può diventare una terza istanza di merito dove introdurre questioni nuove. Se la difesa riteneva fondamentale la perizia, avrebbe dovuto sollevare il punto davanti alla Corte d’Appello.

Non avendolo fatto, si è preclusa la possibilità di discuterne in Cassazione. Consentire il contrario significherebbe annullare un provvedimento per un presunto vizio di motivazione su un punto che non è mai stato sottoposto alla cognizione del giudice di secondo grado, violando i principi fondamentali del processo penale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza riafferma il rigore con cui la Corte di Cassazione valuta i motivi di ricorso. Insegna che non ogni prova richiesta e non ammessa può essere definita “decisiva”. Le parti devono distinguere attentamente tra le prove a discarico, la cui mancata ammissione può viziare la sentenza, e i mezzi di prova neutri, la cui attivazione è una scelta discrezionale del giudice. Inoltre, viene ribadita l’importanza strategica di formulare compiutamente tutti i motivi di doglianza già nel giudizio di appello, poiché le omissioni non possono essere sanate in sede di legittimità.

Perché la mancata effettuazione di una perizia psichiatrica non può essere motivo di ricorso per cassazione ai sensi dell’art. 606, co. 1, lett. d), c.p.p.?
Perché la perizia non è una “prova decisiva” a discarico, ma un mezzo di prova “neutro” sottratto alla disponibilità delle parti e rimesso alla discrezionalità del giudice. L’articolo citato si riferisce solo a prove a discarico il cui accoglimento avrebbe portato con certezza a un esito diverso del processo.

Cosa significa che la perizia è un mezzo di prova “neutro”?
Significa che il suo scopo è fornire al giudice conoscenze tecniche che non possiede per poter decidere, e non quello di provare la tesi dell’accusa o della difesa. La sua ammissione è decisa dal giudice in base alla sua valutazione di necessità e non su richiesta vincolante delle parti.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione una questione non discussa in Appello?
No, non sono deducibili con il ricorso per cassazione questioni che non abbiano costituito oggetto di specifici motivi di gravame nel grado precedente. Questo per evitare che venga annullata una sentenza su un punto che è stato intenzionalmente sottratto alla cognizione del giudice d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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