Ricorso per Cassazione Fai-da-Te? La Cassazione Dice No: Il Caso dell’Appello Inammissibile
Presentare un Ricorso per Cassazione è un passo cruciale e tecnicamente complesso nel sistema giudiziario italiano. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda una regola fondamentale: in ambito penale, l’assistenza di un avvocato specializzato non è un’opzione, ma un obbligo. Vediamo insieme perché un ricorso presentato personalmente è destinato a fallire e quali sono le severe conseguenze.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da un provvedimento favorevole emesso dal Tribunale, in funzione di giudice dell’esecuzione. Questo aveva accolto l’istanza di un condannato, riconoscendo il vincolo della “continuazione” tra ben sei sentenze diverse. In pratica, il giudice aveva stabilito che i reati erano parte di un unico disegno criminoso, ricalcolando la pena complessiva e fissandola in ventitré anni di reclusione, un risultato presumibilmente più mite rispetto alla somma aritmetica delle singole condanne.
Nonostante l’esito positivo, il condannato decideva di impugnare tale provvedimento, presentando personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione. Questa scelta si rivelerà fatale per le sorti dell’impugnazione.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte, senza nemmeno entrare nel merito delle doglianze del ricorrente, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa de plano, ovvero con una procedura semplificata e senza udienza, proprio a causa della palese e insuperabile irregolarità formale dell’atto.
Le Motivazioni: Il Ruolo Indefettibile del Difensore nel Ricorso per Cassazione
La motivazione della Corte è netta e si fonda su un principio cardine della procedura penale: l’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso alla Corte di Cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale dei patrocinanti in Cassazione.
La legge non consente al singolo cittadino, nemmeno se imputato o condannato, di redigere e presentare personalmente un Ricorso per Cassazione in materia penale. La ratio di questa disposizione è chiara: il giudizio di legittimità è un procedimento altamente tecnico, in cui non si discutono i fatti, ma si valuta la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura. Pertanto, è indispensabile la competenza specifica di un legale qualificato per formulare i motivi in modo corretto e pertinente.
Le Conclusioni: Le Conseguenze Economiche dell’Inammissibilità
L’errore procedurale non è rimasto senza conseguenze. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta automaticamente la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
Inoltre, la Corte ha condannato l’uomo al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa ulteriore sanzione viene applicata quando non emergono elementi che possano giustificare l’errore e far escludere la colpa del ricorrente nel presentare un’impugnazione destinata all’insuccesso. In questo caso, aver agito senza l’ausilio di un legale, in violazione di una norma così chiara, è stato considerato un comportamento colpevole. Questa ordinanza ribadisce con forza che le regole processuali, specialmente in un grado di giudizio così elevato, non sono mere formalità, ma garanzie di serietà e competenza a tutela del corretto funzionamento della giustizia.
È possibile presentare personalmente un ricorso per Cassazione in materia penale?
No, l’art. 613, comma 1, del codice di procedura penale stabilisce che il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato iscritto all’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione. Un ricorso presentato personalmente dall’interessato è dichiarato inammissibile.
Cosa succede se un ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la persona che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, può essere condannata a versare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una condanna a pagare 3.000 euro.
Perché la legge richiede obbligatoriamente un avvocato per il ricorso in Cassazione?
La legge lo richiede perché il giudizio in Cassazione è un giudizio di pura legittimità, estremamente tecnico, in cui si controlla la corretta applicazione della legge e non si riesaminano i fatti. La presenza di un difensore specializzato garantisce che i motivi del ricorso siano formulati in modo giuridicamente corretto, evitando di sovraccaricare la Corte con impugnazioni non appropriate.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2673 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2673 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 19/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a BATTIPAGLIA il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 20/07/2022 del TRIBUNALE di TORRE ANNUNZIATA
fissato il ricorso de plano;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con il provvedimento impugnato, il Tribunale di Torre Annunziata, in funzione di giudice dell’esecuzione, ha accolto l’istanza proposta da NOME COGNOME volta al riconoscimento della continuazione in sede esecutiva tra sei sente determinando la pena complessiva in anni ventitré di reclusione.
Ricorre NOME COGNOME, personalmente, che chiede l’annullamento del provvedimento impugnato.
Il ricorso può essere trattato de plano, ai sensi dell’art. 610, comma 5 -bis, cod. proc. pen., trattandosi di impugnazione che deve essere dichiar inammissibile per difetto di legittimazione del ricorrente, il quale ha prop ricorso personalmente in violazione dell’art. 613, comma 1, cod. proc. pen.
All’inammissibilità del ricorso consegue, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in mancanza elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della caus inammissibilità (Corte Cost., sentenza n. 186 del 2000), anche la condanna versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende nella misura che si stima equo determinare in euro 3.000,00.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento de spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa de ammende.
Così deciso il 19 dicembre 2023.