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Ricorso per Cassazione: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione presentato personalmente da un condannato. La decisione si basa sulla riforma del 2017 (Legge n. 103/2017), che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un avvocato iscritto all’albo speciale. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: La Firma dell’Avvocato è Obbligatoria

Il Ricorso per Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui si possono far valere unicamente vizi di legittimità di una decisione. Tuttavia, l’accesso a questo strumento è regolato da norme procedurali molto rigide, la cui violazione può portare a una declaratoria di inammissibilità con conseguenze significative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale introdotto dalla cosiddetta Riforma Orlando: l’impossibilità per l’imputato o il condannato di presentare personalmente il ricorso.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato in via definitiva, si è rivolto al Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Milano, il quale ha emesso un’ordinanza. Ritenendo tale provvedimento lesivo dei propri interessi, il condannato ha deciso di impugnarlo, proponendo personalmente un Ricorso per Cassazione. Questo atto, sebbene legittimo in passato, si scontra con le modifiche normative introdotte negli ultimi anni.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso per Cassazione

La Suprema Corte, investita della questione, ha esaminato l’atto e ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente, ma si è fermata a una valutazione preliminare sulla sua ammissibilità formale. La conseguenza di tale declaratoria è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione sull’interpretazione della normativa vigente, in particolare la Legge n. 103 del 2017. Questa legge ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale, stabilendo che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

I giudici hanno sottolineato che sia il provvedimento impugnato sia il ricorso erano successivi al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della riforma. Di conseguenza, la nuova regola era pienamente applicabile al caso di specie.

La Corte ha inoltre precisato, richiamando precedenti pronunce (tra cui una delle Sezioni Unite), che la natura personale dell’atto di impugnazione non cambia la sostanza: il difensore non deve limitarsi ad autenticare la firma del suo assistito o a firmare ‘per accettazione’ del mandato. Al contrario, il difensore deve essere il titolare dell’atto, ovvero colui che lo redige e lo sottoscrive in prima persona. Qualsiasi altra forma di presentazione rende l’atto irrimediabilmente inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato e serve da monito sull’importanza del rispetto delle forme processuali. La possibilità di presentare personalmente un Ricorso per Cassazione è stata definitivamente abolita dalla riforma del 2017. Chi intende adire la Suprema Corte deve necessariamente affidarsi a un avvocato cassazionista, l’unico soggetto abilitato a redigere e sottoscrivere validamente l’atto. Agire diversamente comporta non solo l’impossibilità di ottenere una decisione nel merito, ma anche la certezza di una condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, aggravando ulteriormente la propria posizione processuale.

Un imputato o un condannato può presentare personalmente un Ricorso per Cassazione?
No. A seguito della Legge n. 103 del 2017, è stata esclusa la facoltà per l’imputato o il condannato di proporre personalmente ricorso. L’atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione, a pena di inammissibilità.

Cosa accade se un ricorso viene presentato senza la firma di un avvocato cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma si limita a rilevare il difetto formale e a chiudere il procedimento.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in assenza di elementi che escludano la colpa, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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