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Ricorso per cassazione: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso per cassazione presentato personalmente dall’imputato. La decisione si fonda sulla modifica dell’art. 613 del codice di procedura penale, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. La Corte ha chiarito che l’autenticazione della firma dell’imputato non sana il vizio, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: la firma dell’avvocato è indispensabile

Presentare un ricorso per cassazione è una fase cruciale e tecnicamente complessa del processo penale, riservata al controllo di legittimità delle decisioni dei giudici di merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale, introdotto dalla riforma del 2017: il ricorso presentato personalmente dall’imputato è inammissibile, anche se la sua firma è autenticata da un legale. Analizziamo questa importante decisione.

Il caso in esame

Un imputato, condannato dalla Corte di Appello di Catania, decideva di impugnare la sentenza proponendo personalmente un ricorso per cassazione. Per dare validità formale all’atto, la sua firma veniva autenticata da un avvocato. Tuttavia, l’atto non era sottoscritto direttamente dal difensore come richiesto dalla normativa vigente. La Corte Suprema è stata quindi chiamata a valutare se un ricorso così strutturato potesse superare il vaglio di ammissibilità.

La disciplina del ricorso per cassazione dopo la riforma

La questione centrale ruota attorno all’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017. Questa norma ha introdotto un requisito formale stringente per la presentazione del ricorso per cassazione: a pena di inammissibilità, l’atto deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

L’obiettivo del legislatore era quello di elevare il livello tecnico delle impugnazioni di legittimità, assicurando che fossero redatte da professionisti dotati di una specifica competenza, evitando così ricorsi dilatori o infondati. La natura personale dell’atto di impugnazione non è sufficiente a derogare a questa precisa disposizione di legge.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, spiegando in modo inequivocabile le ragioni della sua decisione. I giudici hanno ribadito che la sottoscrizione da parte di un avvocato cassazionista non è un mero formalismo, ma un requisito di ammissibilità essenziale che attesta la titolarità dell’atto in capo al difensore. L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un legale o la sottoscrizione del difensore ‘per accettazione del mandato’ sono state ritenute irrilevanti. Questi atti, infatti, non conferiscono al difensore la ‘paternità’ dell’impugnazione, che rimane un atto personale dell’imputato e, come tale, non conforme al modello legale previsto dall’art. 613 c.p.p. La Corte ha inoltre sottolineato che la presentazione di un ricorso inammissibile per un vizio così evidente denota un profilo di colpa, che giustifica la condanna non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche di una somma in favore della Cassa delle ammende, fissata nel caso di specie in tremila euro.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

La decisione in commento conferma un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. Chiunque intenda presentare un ricorso per cassazione in materia penale deve necessariamente avvalersi di un avvocato iscritto all’albo speciale. Non esistono scorciatoie: la presentazione personale dell’atto, anche con firma autenticata, conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente spreco di tempo e risorse economiche. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti specializzati per tutelare efficacemente i propri diritti nelle più alte sedi della giustizia.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, a seguito della modifica all’art. 613 cod. proc. pen., il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato rende valido il ricorso?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’autenticazione della sottoscrizione del ricorrente ad opera di un legale è irrilevante ai fini dell’ammissibilità, poiché non attribuisce al difensore la titolarità dell’atto.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, se si ravvisano profili di colpa, anche al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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