LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso per Cassazione personale: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per Cassazione personale presentato da un condannato. La decisione si fonda sulla riforma dell’art. 613 c.p.p., che impone il patrocinio di un avvocato iscritto all’albo speciale, pena l’inammissibilità dell’atto. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Riforma Orlando e l’Obbligo dell’Avvocato Cassazionista

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per Cassazione personale, ovvero presentato direttamente dall’imputato senza l’assistenza di un legale abilitato, è inammissibile. Questa decisione, apparentemente tecnica, ha implicazioni pratiche significative per chiunque intenda adire la Suprema Corte, sottolineando l’importanza del patrocinio qualificato dopo le modifiche introdotte dalla cosiddetta “Riforma Orlando”.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla richiesta di un condannato volta a ottenere il differimento dell’esecuzione della sua pena per gravi motivi di salute. Il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari respingeva tale istanza. Contro questa decisione, il condannato decideva di agire in autonomia, proponendo personalmente ricorso presso la Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e il Ricorso per Cassazione Personale

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso “manifestamente inammissibile”. La Corte non è entrata nel merito della richiesta di differimento della pena, fermandosi a una valutazione preliminare di carattere puramente procedurale. La ragione è netta: il ricorso è stato presentato da un soggetto non legittimato a farlo.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della pronuncia risiede nell’interpretazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge 23 giugno 2017, n. 103 (la “Riforma Orlando”). Prima di questa riforma, la norma consentiva, in via eccezionale, che la parte potesse provvedere personalmente al ricorso. La nuova legge ha soppresso proprio questa possibilità, eliminando le parole: “Salvo che la parte non vi provveda personalmente”.

Di conseguenza, a partire dal 3 agosto 2017, la regola è diventata assoluta: l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi presentati alla Corte di Cassazione devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Il legislatore ha inteso così garantire un elevato livello di tecnicismo e professionalità nel giudizio di legittimità, riservandolo esclusivamente a legali con una specifica abilitazione.

La Corte, pertanto, ha applicato rigorosamente la normativa vigente, concludendo che il ricorso presentato personalmente dall’interessato, senza l’ausilio di un difensore tecnico abilitato, è stato proposto da un soggetto privo della legittimazione necessaria. Questa mancanza determina un vizio insanabile che conduce, ai sensi dell’art. 591, comma 1, lett. a) c.p.p., a una declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza ha conseguenze pratiche rilevanti. In primo luogo, chiarisce senza ombra di dubbio che non esistono più eccezioni: qualsiasi atto diretto alla Corte di Cassazione in materia penale richiede obbligatoriamente il patrocinio di un avvocato cassazionista. Tentare la via del “fai da te” legale significa andare incontro a una sicura dichiarazione di inammissibilità.

In secondo luogo, l’inammissibilità non è priva di costi. La Corte ha infatti condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista dall’art. 616 c.p.p. per i casi in cui il ricorso sia inammissibile senza che vi siano elementi per escludere la colpa del ricorrente nella sua proposizione. La scelta di agire personalmente, in violazione di una norma chiara, è stata evidentemente ritenuta una condotta colpevole.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per Cassazione?
No, a seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, non è più possibile. La legge impone che l’atto di ricorso sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per Cassazione viene presentato personalmente dalla parte?
Il ricorso viene dichiarato manifestamente inammissibile. La Corte non esamina il merito della questione perché l’atto è stato proposto da un soggetto non legittimato dalla legge a farlo.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria (in questo caso, 3.000 euro) in favore della cassa delle ammende, data l’evidente inammissibilità dei motivi di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati