Ricorso per cassazione personale: la Cassazione ribadisce l’inammissibilità
Nel complesso mondo della procedura penale, le regole formali non sono semplici dettagli, ma pilastri che garantiscono il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda una di queste regole fondamentali: l’impossibilità di presentare un ricorso per cassazione personale. Questa decisione sottolinea l’importanza imprescindibile del patrocinio di un avvocato specializzato per accedere al più alto grado di giudizio.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine dalla decisione di un individuo di impugnare personalmente una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. Senza l’assistenza di un legale, l’imputato ha presentato direttamente ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, cercando di far valere le proprie ragioni contro la condanna subita nel grado precedente.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha prontamente dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si è fermata a una valutazione preliminare di carattere puramente procedurale. Gli Ermellini hanno stabilito che l’atto, essendo stato proposto personalmente dalla parte e non da un difensore qualificato, non poteva essere preso in considerazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni: l’obbligo del patrocinio legale dopo la riforma
La motivazione alla base della decisione risiede in una modifica legislativa cruciale introdotta con la legge n. 103 del 23 giugno 2017. Questa riforma ha modificato, tra gli altri, l’articolo 613 del codice di procedura penale, stabilendo in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.
La Corte ha richiamato un autorevole precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), che aveva già chiarito la portata di questa norma. La ratio della legge è quella di garantire un elevato livello di tecnicismo e professionalità nel giudizio di legittimità, che non verte sui fatti, ma sulla corretta applicazione del diritto. Il filtro dell’avvocato cassazionista è considerato essenziale per assicurare che i ricorsi presentati alla Suprema Corte siano fondati su questioni giuridiche pertinenti e formulate in modo appropriato.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza conferma un principio ormai consolidato: chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione in materia penale deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Il tentativo di agire personalmente, sebbene possa apparire come un modo per esercitare direttamente il proprio diritto di difesa, si traduce inevitabilmente in una declaratoria di inammissibilità, con conseguente spreco di tempo e l’aggiunta di ulteriori oneri economici. La decisione serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti qualificati per navigare le complesse acque della procedura penale, specialmente nell’ultimo e più tecnico grado di giudizio.
È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, non è possibile. In base all’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103/2017, il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.
Cosa succede se un imputato presenta personalmente il ricorso?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte. Ciò significa che i giudici non esamineranno il merito delle questioni sollevate. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
Perché è necessario un avvocato specializzato per il ricorso in Cassazione?
La legge richiede l’intervento di un avvocato iscritto all’albo speciale per garantire che il ricorso sia tecnicamente corretto e si concentri su questioni di legittimità (cioè, violazioni di legge), che sono le uniche che la Corte di Cassazione può esaminare. Questo requisito serve a filtrare i ricorsi e ad assicurare l’elevato livello tecnico del giudizio di ultima istanza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 36384 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 36384 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 11/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 21/11/2024 della CORTE APPELLO di BOLOGNA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
Rilevato che avverso la sentenza della Corte d’Appello di Bologna del 21.11.2024 NOME COGNOME ha proposto ricorso per cassazione personalmente;
Considerato che il ricorso per cassazione avverso qualsiasi tipo di provvedimento non può essere proposto dalla parte personalmente, ma, a seguito della modifica apportata agli artt. 571 e 613 cod. proc. pen. dalla legge 23 giugno 2017, n. 103, deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di cassazione (Sez. U, n. 8914 del 21/12/2017, dep. 2018, Aiello, Rv. 272010 – 01);
Ritenuto, pertanto, che il ricorso debba essere dichiarato inammissibile ex art. 613, comma 1, cod. proc. pen., con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso 1’11.9.2025