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Ricorso per cassazione personale: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione personale presentato da un condannato. La decisione si fonda sulla riforma introdotta con la legge 103/2017, che ha reso obbligatoria, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione personale: La Cassazione chiarisce l’inammissibilità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale, consolidatosi a seguito della Riforma Orlando: il ricorso per cassazione personale, ovvero quello presentato direttamente dall’imputato o dal condannato, è inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza del patrocinio di un avvocato specializzato per accedere al massimo grado di giudizio, una regola che mira a garantire la tecnicità e la specificità dell’atto di impugnazione.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato personalmente da un condannato avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza. L’interessato, senza l’assistenza di un legale iscritto all’apposito albo, ha redatto e sottoscritto l’atto di impugnazione, depositandolo nel luglio del 2023. La questione centrale su cui la Corte è stata chiamata a pronunciarsi non riguardava il merito della richiesta, ma un aspetto puramente procedurale: la validità di un ricorso presentato in tale forma.

La Decisione sul Ricorso per Cassazione Personale

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile ‘de plano’, ovvero senza la necessità di un’udienza formale, applicando una procedura semplificata. La decisione si fonda su un’analisi della normativa vigente, in particolare delle modifiche introdotte dalla legge 23 giugno 2017, n. 103.

La Corte ha osservato che sia la notifica del provvedimento impugnato sia la proposizione del ricorso erano avvenute dopo il 4 agosto 2017, data di entrata in vigore della citata legge. Di conseguenza, il caso ricadeva pienamente sotto il nuovo regime normativo, che esclude la possibilità per la parte privata di presentare personalmente ricorso per cassazione.

Le Motivazioni: L’impatto della Riforma Orlando

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione degli articoli 571, comma 1, e 613, comma 1, del codice di procedura penale, come modificati dalla legge n. 103/2017. Questa riforma ha stabilito in modo inequivocabile che l’atto di ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione. Tale requisito è stato introdotto per elevare la qualità tecnica dei ricorsi, assicurando che le questioni sottoposte alla Corte siano formulate con la necessaria perizia giuridica.

La Corte ha richiamato un’importante pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), che ha consolidato questo orientamento, specificando che la facoltà dell’imputato di presentare personalmente l’impugnazione è esclusa per il giudizio di cassazione. L’ordinanza sottolinea che, in mancanza della firma del difensore specializzato, l’atto è irrimediabilmente viziato. La conseguenza processuale è la dichiarazione di inammissibilità ‘de plano’ ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen., norma anch’essa introdotta dalla stessa riforma. In aggiunta, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla cassa delle ammende.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Ricorrenti

Questa ordinanza conferma una regola procedurale inderogabile: chiunque intenda presentare un ricorso per cassazione in materia penale deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato cassazionista. Il ‘fai da te’ legale in questa fase del processo non è consentito e porta a conseguenze negative certe: l’inammissibilità del ricorso e la condanna a sanzioni economiche. La decisione serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti qualificati per navigare le complesse acque del sistema giudiziario, specialmente nei gradi di giudizio più elevati, dove i requisiti formali sono stringenti e non ammettono deroghe.

Un privato cittadino può presentare personalmente ricorso alla Corte di Cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Un ricorso presentato personalmente dalla parte è inammissibile.

Cosa succede se un ricorso viene depositato senza la firma di un avvocato cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile ‘de plano’, cioè con una procedura semplificata e senza udienza. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro.

Quale legge ha modificato le regole per la presentazione del ricorso per cassazione?
Le regole sono state modificate dalla legge 23 giugno 2017, n. 103 (nota come Riforma Orlando), che ha escluso la facoltà dell’imputato o del condannato di proporre personalmente il ricorso per cassazione, rendendo necessaria l’assistenza di un legale specializzato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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