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Ricorso per cassazione personale: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione personale, poiché presentato direttamente dall’interessato e non da un avvocato abilitato. La decisione si fonda sulla Legge n. 103/2017 (Riforma Orlando), che ha reso obbligatoria la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione personale: la Cassazione ribadisce l’inammissibilità

Nel complesso panorama della giustizia penale, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma garanzie fondamentali per il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale introdotto dalla Riforma Orlando: l’inammissibilità del ricorso per cassazione personale. Questa decisione sottolinea l’importanza imprescindibile della difesa tecnica qualificata nel grado più alto della giurisdizione penale.

I Fatti del Caso

Un soggetto, a seguito di un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale, decideva di impugnare tale provvedimento direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Il ricorso veniva proposto personalmente dall’interessato, senza l’assistenza e la sottoscrizione di un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Questo dettaglio procedurale si è rivelato fatale per le sorti dell’impugnazione.

La Decisione della Corte sul Ricorso per cassazione personale

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con una procedura semplificata (de plano), ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha osservato che sia la notifica del provvedimento impugnato sia la proposizione del ricorso erano avvenute in data successiva al 4 agosto 2017, momento in cui è entrata in vigore la Legge n. 103/2017, meglio nota come Riforma Orlando. Questa legge ha modificato in modo sostanziale le regole per l’accesso al giudizio di legittimità.

Le Motivazioni: La Riforma Orlando e l’Obbligo del Difensore

La motivazione della Corte è netta e si basa su un’interpretazione rigorosa delle norme procedurali. La Legge n. 103/2017 ha escluso la facoltà dell’imputato (o del condannato) di proporre personalmente ricorso per cassazione. Gli articoli 571, comma 1, e 613, comma 1, del codice di procedura penale, come modificati dalla riforma, stabiliscono che l’atto di ricorso debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Questo requisito, come chiarito anche dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 8914/2017), non è un mero adempimento burocratico, ma risponde all’esigenza di assicurare un filtro di professionalità e competenza tecnica. Il giudizio di Cassazione è un giudizio ‘di diritto’, in cui non si ridiscutono i fatti, ma si valuta la corretta applicazione delle norme. Pertanto, è essenziale che le censure mosse al provvedimento impugnato siano formulate con rigore tecnico e giuridico, compito che solo un avvocato cassazionista può svolgere adeguatamente.

Di conseguenza, il ricorso proposto personalmente dall’individuo è stato considerato privo di un requisito essenziale e, come tale, dichiarato inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per l’Imputato

Le conseguenze pratiche di questa decisione sono severe. L’inammissibilità del ricorso non solo impedisce alla Corte di esaminare le ragioni dell’appellante nel merito, ma comporta anche due sanzioni economiche a suo carico. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla cassa delle ammende.

Questa ordinanza serve da monito: chiunque intenda contestare un provvedimento penale davanti alla Corte di Cassazione deve necessariamente affidarsi a un difensore specializzato. Il ‘fai da te’ processuale, specialmente in un grado di giudizio così tecnico, non è un’opzione percorribile e conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità con aggravio di spese.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No. A seguito della Legge n. 103 del 2017 (Riforma Orlando), il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

Quali sono le conseguenze se un ricorso viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
La Corte dichiara l’inammissibilità del ricorso e, come stabilito dall’art. 616 c.p.p., condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria alla cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La regola che vieta il ricorso per cassazione personale si applica a tutti i ricorsi?
Sì, secondo quanto stabilito nel provvedimento, questa regola si applica a tutti i ricorsi proposti dopo il 4 agosto 2017, data di entrata in vigore della legge n. 103/2017.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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