Ricorso per cassazione personale: perché non puoi farlo da solo
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione personale presentato dall’imputato è inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza della rappresentanza tecnica qualificata nel giudizio di legittimità, un passaggio cruciale e altamente specialistico del nostro sistema giudiziario. Analizziamo insieme i fatti, la decisione della Corte e le sue importanti implicazioni pratiche.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Lodi e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Milano. L’imputato, ritenendo ingiusta la sentenza di secondo grado, ha deciso di impugnarla presentando personalmente ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione, senza avvalersi di un difensore abilitato.
La Decisione della Corte: il ricorso per cassazione personale è nullo
La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8020/2024, ha troncato sul nascere le speranze dell’imputato, dichiarando il ricorso immediatamente inammissibile. La Corte non è entrata nel merito delle contestazioni sollevate, ma si è fermata a un controllo preliminare di natura puramente formale. La decisione si basa su una violazione diretta e inderogabile della disciplina processuale che regola le impugnazioni davanti alla Suprema Corte.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte è netta e si fonda sull’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’impugnazione in Cassazione può essere proposta esclusivamente da difensori iscritti nell’apposito albo speciale dei patrocinanti presso le giurisdizioni superiori. L’imputato, quindi, non ha la facoltà di presentare personalmente il ricorso.
La Corte ha richiamato un’autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914/2017) per spiegare la ratio di questa regola. L’obbligo della difesa tecnica qualificata risponde a una precisa esigenza: assicurare un elevato livello di professionalità e tecnicismo. Il ricorso per cassazione non è un semplice atto di lamentela, ma un’impugnazione complessa che deve basarsi su specifici vizi di legittimità (errori di diritto) e non può rimettere in discussione i fatti accertati nei gradi precedenti.
La norma, quindi, ha due scopi principali:
1.  Garantire la qualità tecnica degli atti: solo un avvocato specializzato possiede le competenze per redigere un ricorso che rispetti i rigidi canoni formali e sostanziali richiesti.
2.  Scoraggiare ricorsi dilatori o infondati: evitare la prassi di ricorsi presentati solo per eludere la disciplina, magari redatti da avvocati non abilitati e poi semplicemente firmati dall’assistito.
La procedura è stata definita de plano, ovvero senza udienza, proprio a causa della palese e insanabile carenza di un requisito formale essenziale.
Le Conclusioni
Le conseguenze pratiche di questa ordinanza sono severe e istruttive. La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo che il ricorso non venga esaminato nel merito, ma anche la condanna del ricorrente, ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Questo caso serve da monito: il giudizio di Cassazione è un terreno altamente specialistico dove il ‘fai da te’ non è ammesso e può risultare controproducente e costoso. La figura del difensore abilitato non è una mera formalità, ma una garanzia essenziale per la corretta amministrazione della giustizia e per la tutela stessa dei diritti dell’imputato.
 
Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione in un processo penale?
No, la legge non lo consente. L’articolo 613 del codice di procedura penale stabilisce che il ricorso per cassazione deve essere proposto, a pena di inammissibilità, esclusivamente da un difensore iscritto all’albo speciale dei patrocinanti presso le giurisdizioni superiori.
Perché è necessario un avvocato specializzato per il ricorso in Cassazione?
La necessità di un difensore abilitato serve a garantire un elevato livello di professionalità e competenza tecnica. Il ricorso in Cassazione è un atto complesso, che non può riesaminare i fatti, ma solo contestare errori di diritto, richiedendo una preparazione specifica che solo un avvocato cassazionista possiede.
Cosa succede se un ricorso viene presentato personalmente dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina le ragioni del ricorso. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) da versare alla Cassa delle ammende.
 
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 8020 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2   Num. 8020  Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME NOME a Cremona il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/06/2023 della CORTE di APPELLO di MILANO udita la relazione svolta dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME; ricorso trattato con procedura de plano.
RITENUTO IN FATTO
La Corte di appello di Milano con sentenza del 7/6/2023 confermava la sentenza del Tribunale di Lodi del 20/4/2022 che aveva condanNOME NOME COGNOME per i reati ascrittigli.
Avverso detta sentenza ha proposto ricorso per cassazione l’imputato personalmente.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è inammissibile, in quanto avanzato dall’imputato personalmente in violazione della inderogabile disciplina dettata in relazione all’obbligo di proposizione dell’impugnazione in cassazione solo da parte di difensori abilitati, ai sensi della disciplina dettata dall’art. 613 cod. proc. come modificato dalla legge n. 103 del 2017.
Il procedimento deve, pertanto, essere definito nelle forme de plano.
1.1 Questa Corte, nella sua più autorevole composizione (Sezioni Unite, n. 8914 del 21/12/2017, Aiello, Rv. 272010 – 01), ha individuato la ratio delle modifiche normative in tema di ricorso per cassazione dell’imputato nella
necessità del ricorso alla rappresentanza tecnica per l’esercizio del diritto di impugnazione in cassazione: «L’attuale quadro normativo trova una sua oggettiva giustificazione nell’esigenza, generalmente avvertita, di assicurare un alto livello di professionalità nell’impostazione e nella redazione di un atto d impugnazione, il ricorso per cassazione, introduttivo di un procedimento connotato da una particolare importanza e da un elevato tecnicismo, tipico del giudizio di legittimità, scoraggiando al contempo la diffusa prassi dei ricorsi redatti da difensori non iscritti nell’apposito albo speciale, ma formalmente sottoscritti dai propri assistiti per eludere il contenuto precettivo dell’art. comma 1».
1.2 In conclusione, l’impugnazione deve ritenersi inammissibile a norma dell’art. 606, comma 3, cod. proc. pen.; alla relativa declaratoria consegue, per il disposto dell’art. 616 cod. proc. pen., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma che, ritenuti e valutati i profili di colpa emergenti dal ricorso, si determina equitativamente in euro tremila.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il giorno 25 gennaio 2024
Il AVV_NOTAIO estensore COGNOME Il Presid