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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione personale presentato da un imputato condannato per ricettazione. La decisione si fonda sulla normativa introdotta nel 2017, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione, rendendo irrilevante la presentazione diretta da parte dell’interessato.

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Pubblicato il 20 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione personale: la Cassazione ribadisce l’inammissibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione personale presentato dall’imputato è inammissibile. Questa decisione evidenzia l’importanza del patrocinio di un difensore abilitato per accedere al giudizio di legittimità, una regola introdotta con la riforma del 2017. Analizziamo i dettagli del caso per comprendere le ragioni e le conseguenze di tale pronuncia.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna per Ricettazione all’Appello

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Milano per il reato di ricettazione di tre assegni bancari di provenienza furtiva. L’imputato era stato condannato alla pena di due anni di reclusione e 800 euro di multa, con il beneficio della sospensione condizionale della pena detentiva.

Successivamente, la Corte d’appello di Milano confermava integralmente la sentenza di primo grado. Ritenendo ingiusta la decisione e lamentando la mancata valutazione da parte dei giudici di appello sulla possibile esistenza di cause di non punibilità, l’imputato decideva di impugnare la sentenza, presentando personalmente ricorso presso la Corte di Cassazione.

L’inammissibilità del Ricorso per Cassazione Personale

Il punto centrale della questione non riguarda il merito della condanna, ma un vizio procedurale insanabile. La Corte di Cassazione, infatti, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza nemmeno entrare nel merito delle doglianze sollevate. La ragione è puramente tecnica ma di fondamentale importanza.

La Normativa di Riferimento: La Riforma del 2017

Con la legge n. 103 del 23 giugno 2017, il legislatore ha modificato gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale. Questa riforma ha stabilito che, a pena di inammissibilità, il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori. Di conseguenza, la parte privata non ha più la facoltà di presentare personalmente l’atto di impugnazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha ribadito il principio di diritto ormai consolidato, spiegando che la natura personale dell’atto di impugnazione non può superare il requisito formale imposto dalla legge. Anche l’eventuale autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato non sana il vizio. Tale autenticazione, infatti, serve solo a certificare la genuinità della firma e la sua provenienza dalla parte privata, ma non sostituisce la necessaria sottoscrizione del ricorso da parte del difensore specializzato. L’atto deve essere concepito e firmato dal legale, che se ne assume la piena responsabilità tecnica.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

L’ordinanza ha conseguenze pratiche significative. In primo luogo, l’inammissibilità del ricorso ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. In secondo luogo, la decisione cristallizza un principio inderogabile: l’accesso al giudizio di Cassazione è un’attività tecnica che richiede l’assistenza obbligatoria di un professionista qualificato. Questa regola mira a garantire la qualità e la pertinenza dei ricorsi presentati, evitando che la Corte Suprema sia gravata da impugnazioni prive dei necessari requisiti tecnici e giuridici. Per i cittadini, ciò significa che per contestare una sentenza d’appello in Cassazione è indispensabile rivolgersi a un avvocato cassazionista.

Un imputato può presentare personalmente ricorso alla Corte di Cassazione?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione, altrimenti è dichiarato inammissibile.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende, come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato può rendere valido un ricorso personale?
No. La Corte ha chiarito che l’autenticazione della firma attesta unicamente la sua genuinità e riconducibilità alla parte, ma non sana la mancanza del requisito essenziale, ovvero la sottoscrizione dell’atto di ricorso da parte di un difensore abilitato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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