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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

Un condannato ha presentato personalmente un ricorso contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’impugnazione inammissibile, poiché la legge n. 103/2017 esclude la possibilità di un ricorso per cassazione personale. L’atto deve essere obbligatoriamente firmato da un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Cassazione Ribadisce l’Inammissibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha confermato un principio fondamentale della procedura penale: l’impossibilità per l’imputato o il condannato di presentare personalmente un’impugnazione dinanzi alla Suprema Corte. Questa decisione sottolinea l’importanza del patrocinio legale qualificato in questa fase del giudizio, ribadendo che il ricorso per cassazione personale è destinato a essere dichiarato inammissibile. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni giuridiche alla base di questa pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato personalmente da un soggetto condannato avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Napoli. L’interessato, senza l’assistenza di un difensore abilitato, ha depositato l’atto di impugnazione il 24 giugno 2024, chiedendo alla Corte di Cassazione di riesaminare il provvedimento a suo carico.

Il Principio di Diritto sul Ricorso per Cassazione Personale

La questione centrale affrontata dalla Corte riguarda unicamente un aspetto procedurale: la legittimazione a proporre ricorso. Con l’entrata in vigore della legge n. 103 del 2017, nota come ‘riforma Orlando’, il legislatore ha introdotto una modifica sostanziale alle regole per l’impugnazione in Cassazione. È stata esclusa la facoltà per l’imputato (e quindi anche per il condannato) di presentare personalmente il ricorso. La legge prevede, a pena di inammissibilità, che tale atto debba essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Questa regola mira a garantire un’elevata tecnicità e specializzazione nella redazione degli atti destinati al giudizio di legittimità, che non verte sui fatti del processo ma sulla corretta applicazione delle norme di diritto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale ha rilevato che sia il provvedimento impugnato sia il ricorso erano successivi al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della riforma. Di conseguenza, la nuova disciplina era pienamente applicabile al caso di specie. Il Collegio ha constatato che il ricorso era stato proposto personalmente dall’interessato, violando così il disposto degli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale.

Richiamando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), la Corte ha affermato che il ricorso proveniva da un soggetto non legittimato. Tale vizio procedurale costituisce una causa di inammissibilità che può essere dichiarata ‘de plano’, ovvero senza la necessità di un’udienza pubblica, data l’evidenza della questione. L’inammissibilità del ricorso ha impedito alla Corte di entrare nel merito delle doglianze sollevate dal ricorrente.

Le Conclusioni

La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso. In applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. La Corte ha motivato tale sanzione pecuniaria citando una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000), secondo cui non vi erano elementi per ritenere che l’errore procedurale fosse avvenuto senza colpa. Questa decisione serve da monito: il giudizio di cassazione richiede una competenza tecnica specifica che solo un avvocato cassazionista può garantire, e il tentativo di agire personalmente non solo è inefficace, ma comporta anche conseguenze economiche negative.

Un condannato può presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, a seguito della legge n. 103 del 2017, il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, pena l’inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Il ricorso personale non è più consentito.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato personalmente?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile perché proposto da un soggetto non legittimato. Questo significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma si ferma a rilevare il difetto procedurale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, tale somma è stata determinata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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