LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso per Cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato personalmente da un imputato avverso una sentenza di appello emessa a seguito di un accordo sulla pena. La decisione si fonda su due pilastri: i limiti specifici all’impugnazione delle sentenze concordate (art. 599-bis c.p.p.) e, soprattutto, la regola per cui il ricorso per Cassazione personale è vietato, dovendo essere sottoscritto da un difensore abilitato (art. 613 c.p.p.). La Corte rigetta anche la questione di legittimità costituzionale sollevata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Cassazione Ribadisce l’Inammissibilità

Con l’ordinanza n. 30692 del 2024, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un principio fondamentale della procedura penale: l’impossibilità per l’imputato di presentare un ricorso per Cassazione personale. Questa decisione chiarisce non solo i requisiti formali dell’impugnazione, ma anche i limiti specifici per contestare le sentenze emesse a seguito di un “concordato in appello”, consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai granitico.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna in primo grado emessa dal GIP del Tribunale di Torino per il reato di rapina pluriaggravata in concorso. L’imputato, dopo aver beneficiato delle attenuanti generiche e della riduzione per il rito abbreviato, era stato condannato a una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione.

Successivamente, in sede di appello, la difesa e la Procura Generale avevano raggiunto un accordo processuale, noto come “concordato in appello” ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. In base a tale accordo, la difesa rinunciava a tutti i motivi di impugnazione ad eccezione di quelli relativi al trattamento sanzionatorio. La Corte d’Appello di Torino, ritenendo congrua la pena concordata, l’aveva quindi rideterminata in 2 anni e 8 mesi di reclusione.

Contro questa decisione, l’imputato proponeva personalmente ricorso alla Corte di Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Questione di Legittimità Costituzionale

L’imputato basava il suo ricorso su due argomenti principali:

1. Vizio di motivazione: Sosteneva una manifesta illogicità della motivazione riguardo alla pena, ritenuta eccessiva, e la violazione dell’obbligo del giudice di rilevare d’ufficio eventuali cause di proscioglimento (art. 129 c.p.p.).
2. Questione di legittimità costituzionale: Sollevava dubbi sulla costituzionalità dell’art. 613 c.p.p., nella sua versione attuale, che impone la sottoscrizione del ricorso da parte di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. A suo avviso, tale norma violerebbe il diritto di difesa e altri principi costituzionali e convenzionali (artt. 24, 111 Cost.; art. 6 CEDU).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sulla regola del ricorso per Cassazione personale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per due ragioni distinte e autonome, entrambe decisive.

Inammissibilità legata ai limiti del concordato in appello

In primo luogo, la Corte ha ribadito che, quando una sentenza d’appello è il risultato di un accordo tra le parti (art. 599-bis c.p.p.), i motivi di ricorso per Cassazione sono estremamente limitati. È possibile impugnare la sentenza solo per vizi che riguardano la formazione della volontà delle parti di accordarsi, il consenso del pubblico ministero, una decisione del giudice non conforme all’accordo, oppure l’applicazione di una sanzione illegale (ad esempio, una pena al di fuori dei limiti previsti dalla legge per quel reato). Non è invece consentito sollevare doglianze relative ai motivi a cui si è rinunciato o alla mancata applicazione dell’art. 129 c.p.p., poiché l’accordo implica l’accettazione del quadro accusatorio e della pena.

Inammissibilità per difetto di rappresentanza tecnica: il divieto di ricorso per Cassazione personale

Il secondo e più netto profilo di inammissibilità riguarda la modalità di presentazione del ricorso. La Corte ha sottolineato come l’art. 613 c.p.p., a seguito della riforma del 2017, escluda categoricamente la facoltà dell’imputato di proporre personalmente ricorso per Cassazione. La legge impone, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale dei patrocinanti davanti alla Corte di Cassazione.

La Corte ha anche respinto la questione di legittimità costituzionale, richiamando una precedente e autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza Aiello, n. 8914/2017). I giudici hanno chiarito che rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere una rappresentanza tecnica qualificata per un giudizio complesso come quello di legittimità. L’elevato livello di specializzazione necessario per redigere un ricorso in Cassazione giustifica pienamente l’esclusione della difesa personale. Tale regola non lede il diritto di difesa, tanto più che l’ordinamento prevede l’istituto del patrocinio a spese dello Stato per chi non può permettersi un legale.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma con fermezza due principi procedurali di grande importanza. In primo luogo, l’adesione a un concordato in appello restringe drasticamente le possibilità di un’ulteriore impugnazione. In secondo luogo, e in modo ancora più categorico, viene ribadito che l’accesso alla Corte di Cassazione in materia penale richiede obbligatoriamente il filtro di un difensore specializzato. Il ricorso per Cassazione personale non è un’opzione percorribile. Questa regola, lungi dall’essere una mera formalità, è posta a garanzia della serietà e della tecnicità del giudizio di legittimità, assicurando che alla Suprema Corte vengano sottoposte questioni giuridiche adeguatamente formulate.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per Cassazione?
No. L’art. 613 del codice di procedura penale stabilisce che il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale dei cassazionisti. L’imputato non può presentare l’atto personalmente.

Quali sono i motivi per cui si può impugnare una sentenza frutto di un ‘concordato in appello’?
L’impugnazione è consentita solo per motivi specifici: vizi nella formazione della volontà di accordarsi, mancanza del consenso del pubblico ministero, difformità tra la pronuncia del giudice e l’accordo raggiunto, oppure applicazione di una sanzione illegale (cioè non prevista dalla legge o al di fuori dei limiti edittali).

L’obbligo di avere un avvocato per il ricorso in Cassazione viola il diritto di difesa?
Secondo la Corte di Cassazione, no. La richiesta di una rappresentanza tecnica altamente qualificata è considerata una scelta ragionevole del legislatore, data la complessità del giudizio di legittimità. Il diritto di difesa è comunque garantito dalla possibilità di accedere al patrocinio a spese dello Stato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati