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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione personale proposto da un imputato. La decisione si fonda sulla Legge 103/2017, che impone, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione dell’atto da parte di un difensore iscritto all’albo speciale. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione di 3.000 euro.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Fine di una Prassi

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione riafferma un principio cruciale nella procedura penale, consolidato dopo la Riforma Orlando del 2017: il ricorso per cassazione personale da parte dell’imputato è inammissibile. Questa decisione non solo chiarisce le modalità di accesso al giudizio di legittimità, ma sottolinea anche le severe conseguenze per chi non rispetta le nuove regole procedurali. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante provvedimento.

I Fatti del Caso: un Ricorso Fatto in Proprio

Un imputato, a seguito di una condanna da parte della Corte di Appello di Napoli, decideva di impugnare la sentenza direttamente davanti alla Corte di Cassazione. Invece di avvalersi di un difensore abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori, l’imputato redigeva e proponeva personalmente il ricorso. Sia la sentenza impugnata che l’atto di ricorso erano successivi al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della Legge n. 103/2017, un dettaglio che si rivelerà decisivo.

La Riforma Orlando e il Divieto del Ricorso per Cassazione Personale

La Legge n. 103 del 2017, nota come Riforma Orlando, ha modificato in modo significativo le regole per l’impugnazione in Cassazione. In particolare, ha modificato gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, escludendo la facoltà dell’imputato di proporre personalmente il ricorso. La nuova normativa stabilisce, a pena di inammissibilità, che l’atto debba essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Questo requisito mira a garantire un’adeguata professionalità e tecnicità nella redazione di un atto complesso come il ricorso per cassazione, che può vertere solo su questioni di legittimità e non di merito.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con la sua ordinanza, ha dichiarato il ricorso inammissibile ‘de plano’, ovvero senza nemmeno la necessità di un’udienza, basandosi su una solida interpretazione della normativa vigente e della giurisprudenza consolidata.

L’Irrilevanza dell’Autentica del Legale

La Corte ha ribadito un principio già espresso dalle Sezioni Unite: la natura dell’atto di impugnazione è strettamente personale. Di conseguenza, è del tutto irrilevante che la firma dell’imputato sul ricorso sia autenticata da un legale o che un difensore apponga la propria firma ‘per accettazione’ del mandato. Tali formalità non trasferiscono la titolarità dell’atto dal ricorrente al difensore. L’atto rimane, nella sua sostanza, un’iniziativa personale dell’imputato, e come tale non rispetta il requisito imposto dalla legge.

La Condanna alle Spese e alla Sanzione

L’inammissibilità del ricorso ha comportato due conseguenze economiche per il ricorrente. In primo luogo, la condanna al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, poiché la Corte non ha potuto escludere la colpa nella proposizione di un ricorso palesemente inammissibile, ha inflitto anche una sanzione pecuniaria di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende. Questa sanzione ha lo scopo di disincentivare impugnazioni dilatorie o presentate senza il rispetto delle fondamentali regole processuali.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione

Questa ordinanza serve da monito: nel processo penale, il ‘fai-da-te’ nel giudizio di Cassazione non è più un’opzione. La figura del difensore specializzato è imprescindibile per accedere al terzo grado di giudizio. La decisione conferma la volontà del legislatore di filtrare l’accesso alla Suprema Corte, riservandolo a ricorsi tecnicamente ben fondati e redatti da professionisti qualificati. Per gli imputati, ciò significa che l’unica via per contestare una sentenza di appello è affidarsi a un avvocato cassazionista, pena l’immediata e costosa declaratoria di inammissibilità del proprio ricorso.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, a seguito della Legge n. 103 del 2017 (Riforma Orlando), l’imputato non può più presentare personalmente il ricorso per cassazione. L’atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione è presentato personalmente dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, se non si escludono profili di colpa, al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di 3.000 euro.

La firma di un avvocato ‘per accettazione’ o per autentica della sottoscrizione dell’imputato sana l’inammissibilità del ricorso?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, data la natura personale dell’atto di impugnazione, né l’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un legale, né la sottoscrizione del difensore ‘per accettazione’ del mandato sono sufficienti a sanare il vizio. Queste formalità non attribuiscono al difensore la titolarità dell’atto, che rimane un ricorso personale dell’imputato e quindi inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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