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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso poiché presentato personalmente dal condannato. A seguito della Legge n. 103/2017, il ricorso per cassazione personale non è più consentito e deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato cassazionista, pena l’inammissibilità. Il ricorrente è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Cassazione Ribadisce l’Inammissibilità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale, consolidatosi dopo la riforma del 2017: il ricorso per cassazione personale da parte dell’imputato o del condannato non è più ammesso. L’atto di impugnazione, per essere valido, deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori. Analizziamo questa decisione per comprendere le ragioni e le conseguenze pratiche di questa regola.

Il Fatto: Un Ricorso Presentato Direttamente dal Condannato

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un uomo avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. Anziché affidarsi a un legale, il condannato ha deciso di redigere e depositare personalmente l’atto di impugnazione presso la Corte di Cassazione. Sia il provvedimento impugnato che il ricorso erano successivi al 3 agosto 2017, data cruciale che segna l’entrata in vigore delle modifiche introdotte dalla cosiddetta “Riforma Orlando” (Legge n. 103/2017).

Il Divieto di Ricorso per Cassazione Personale dopo la Riforma

Il cuore della questione risiede proprio nelle novità legislative introdotte nel 2017. Prima di tale data, in alcune circostanze, l’imputato poteva presentare personalmente il ricorso. La Legge n. 103/2017 ha modificato gli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale, eliminando questa possibilità. La nuova normativa stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Questa scelta legislativa mira a garantire un’elevata qualità tecnica degli atti presentati al supremo organo di legittimità, filtrando i ricorsi e assicurando che le questioni sottoposte siano formulate con la dovuta perizia giuridica.

La Decisione della Corte: Inammissibilità e Condanna alle Spese

La Corte di Cassazione, rilevato che il ricorso era stato proposto personalmente dal condannato in un’epoca successiva all’entrata in vigore della riforma, non ha potuto fare altro che dichiararne l’inammissibilità. Gli Ermellini hanno richiamato precedenti pronunce, incluse quelle delle Sezioni Unite, che hanno chiarito la natura perentoria di questo requisito. È stato inoltre precisato che non ha alcuna rilevanza l’eventuale autenticazione della firma del ricorrente da parte di un avvocato, né la sottoscrizione del legale “per accettazione” del mandato, poiché questi atti non trasferiscono la titolarità dell’impugnazione al difensore.

le motivazioni

La motivazione della Corte è puramente procedurale e si fonda sul dettato normativo introdotto dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. La legge ha escluso la facoltà dell’imputato e del condannato di proporre personalmente ricorso per cassazione, riservando tale potere esclusivamente ai difensori cassazionisti. Essendo il ricorso in esame stato presentato in violazione di questa regola procedurale, esso è viziato da un difetto insanabile che ne comporta la dichiarazione di inammissibilità. La Corte non entra quindi nel merito delle doglianze sollevate, fermandosi a questa verifica preliminare.

le conclusioni

La decisione conferma l’orientamento rigoroso della giurisprudenza in materia. Chi intende impugnare un provvedimento dinanzi alla Corte di Cassazione deve necessariamente rivolgersi a un avvocato iscritto all’albo speciale. Il fai-da-te processuale non solo è inefficace, ma produce anche conseguenze negative: il ricorrente, a seguito della declaratoria di inammissibilità, è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di rispettare scrupolosamente le regole formali del processo penale, la cui violazione può precludere la tutela dei propri diritti.

È possibile per un imputato o un condannato presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, a partire dal 3 agosto 2017, con l’entrata in vigore della Legge n. 103/2017, il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato personalmente?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo significa che la Corte non esamina il merito della questione e l’atto viene considerato come mai proposto, senza produrre alcun effetto giuridico.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Oltre all’impossibilità di ottenere una decisione nel merito, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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