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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un appello poiché il ricorso per cassazione personale è stato presentato direttamente dall’imputato, violando l’art. 613 c.p.p. che impone la difesa tecnica di un avvocato. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Ricorso per Cassazione Personale: Quando l’Appello è Inammissibile

Nel complesso sistema della giustizia penale italiana, le regole procedurali non sono meri formalismi, ma garanzie essenziali per il corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’inammissibilità del ricorso per cassazione personale. Questa decisione sottolinea l’obbligatorietà della difesa tecnica qualificata nel grado più alto della giurisdizione, evidenziando le gravi conseguenze per chi tenta di agire in autonomia.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna penale confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha deciso di presentare personalmente ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. Invece di affidarsi a un avvocato abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori, ha redatto e depositato l’atto di impugnazione in prima persona, cercando di far valere le proprie ragioni direttamente davanti ai giudici di legittimità.

La Decisione della Corte sul Ricorso per Cassazione Personale

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito delle doglianze sollevate, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si è basata su una valutazione preliminare di carattere puramente procedurale. I giudici hanno rilevato che la modalità di presentazione dell’appello violava una norma cardine del codice di procedura penale, rendendo l’atto radicalmente nullo e, di conseguenza, non meritevole di essere esaminato nel contenuto.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha fondato la propria decisione su argomentazioni giuridiche chiare e inequivocabili, incentrate sulla violazione di una specifica norma procedurale e sulle conseguenze che ne derivano.

La Violazione dell’Art. 613 c.p.p.

Il fulcro della motivazione risiede nell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017. Questa norma stabilisce in modo tassativo che gli atti di ricorso per cassazione debbano essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Cassazione. La legge non ammette eccezioni: l’imputato non può agire personalmente in questa fase. La finalità è quella di assicurare un elevato livello di competenza tecnica, data la complessità delle questioni di legittimità trattate dalla Suprema Corte. Il ricorso per cassazione personale è quindi un atto giuridicamente inesistente ai fini della valida instaurazione del giudizio.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità (Art. 616 c.p.p.)

Una volta accertata la causa di inammissibilità, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa disposizione prevede che, in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso, il proponente sia condannato a due pagamenti: le spese del procedimento e una somma in favore della Cassa delle ammende. Nel caso di specie, la Corte ha determinato quest’ultima somma in via equitativa in € 3.000,00, tenendo conto dei profili di colpa nell’aver attivato inutilmente la macchina della giustizia.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito: il percorso verso la giustizia è scandito da regole precise che non possono essere ignorate. La normativa sul ricorso per cassazione personale è rigida e non lascia spazio a iniziative individuali. La necessità di una difesa tecnica specializzata non è un ostacolo, ma una garanzia di professionalità e competenza, indispensabile per navigare le complesse acque del giudizio di legittimità. Tentare di agire in autonomia non solo è inefficace, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, in base all’art. 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene presentato personalmente dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla validità formale dell’atto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la parte che ha presentato il ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, il cui importo è stabilito dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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