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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 24 ottobre 2024, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso presentato personalmente da un condannato contro un provvedimento del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si fonda sulla violazione delle norme procedurali che impongono, a pena di inammissibilità, che il ricorso per cassazione personale sia sempre sottoscritto da un difensore iscritto all’apposito albo speciale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: Perché è Sempre Inammissibile

Il ricorso per cassazione personale, ovvero presentato direttamente dall’imputato o dal condannato senza l’assistenza di un avvocato abilitato, rappresenta un errore procedurale grave con conseguenze inevitabili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce con fermezza un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’accesso al giudizio di legittimità richiede obbligatoriamente la rappresentanza tecnica di un difensore iscritto all’albo speciale. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere le ragioni e le implicazioni di tale regola.

Il Contesto del Caso Giudiziario

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano. Invece di affidarsi a un legale, il condannato ha deciso di redigere e depositare personalmente l’atto di impugnazione presso la Corte di Cassazione. Questo atto, seppur mosso da una volontà di far valere le proprie ragioni, si è scontrato con una barriera formale insormontabile prevista dal codice di procedura penale.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità del Ricorso Personale

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nel merito delle questioni sollevate, ha dichiarato il ricorso inammissibile de plano, cioè con una procedura semplificata e senza udienza. La decisione non lascia spazio a interpretazioni: la facoltà dell’imputato o del condannato di proporre personalmente un ricorso è tassativamente esclusa per il giudizio di cassazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche a versare una somma di tremila euro alla cassa delle ammende, poiché, secondo la Corte, non era possibile escludere una sua colpa nella presentazione di un atto formalmente viziato.

Le Motivazioni Giuridiche della Decisione

La Corte ha fondato la sua pronuncia su un solido impianto normativo e giurisprudenziale. Il fulcro della decisione risiede nel combinato disposto degli articoli 571 e 613 del codice di procedura penale. Queste norme stabiliscono in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale dei patrocinanti davanti alle giurisdizioni superiori.

La ratio di questa previsione è chiara: il giudizio in Cassazione non è una terza valutazione dei fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione delle leggi e sulla legittimità delle procedure seguite nei gradi precedenti. Questo tipo di analisi richiede una competenza tecnica e una specializzazione che solo un avvocato cassazionista può garantire. A conferma di questo principio, i giudici hanno richiamato una fondamentale sentenza delle Sezioni Unite (n. 8914/2017), che ha consolidato l’orientamento secondo cui la difesa tecnica specializzata è un requisito imprescindibile per adire la Suprema Corte, escludendo qualsiasi possibilità di ‘fai da te’ processuale in questa sede.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve come un importante monito. Chiunque intenda contestare una sentenza o un’ordinanza davanti alla Corte di Cassazione deve necessariamente rivolgersi a un avvocato iscritto all’albo speciale. Tentare un ricorso per cassazione personale non solo è un’azione destinata al fallimento, ma comporta anche significative conseguenze economiche. La declaratoria di inammissibilità è automatica e la condanna alle spese e al versamento di una somma alla cassa delle ammende è una conseguenza quasi certa. Pertanto, la scelta di un difensore qualificato non è solo un’opportunità, ma un requisito legale indispensabile per poter accedere all’ultimo grado della giustizia penale.

Un imputato o un condannato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, la Corte ha stabilito che è esclusa questa facoltà. Il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se si presenta comunque un ricorso per cassazione personale?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile “de plano”, cioè senza discussione nel merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della cassa delle ammende.

Perché è necessario un avvocato specializzato per il ricorso in Cassazione?
La legge (artt. 571 e 613 cod. proc. pen.) lo prevede per garantire la tecnicità e la specificità dell’atto, dato che la Corte di Cassazione non riesamina i fatti, ma valuta solo la corretta applicazione del diritto, ovvero le questioni di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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