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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato personalmente da un individuo contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si basa sulla modifica legislativa che ha reso obbligatoria l’assistenza di un avvocato cassazionista per questo tipo di impugnazione. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria, confermando che il ricorso per cassazione personale non è più consentito.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: Perché è Inammissibile Senza un Avvocato

L’ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Settima Penale, ribadisce un principio fondamentale della procedura penale post-riforma: il ricorso per cassazione personale, ovvero presentato direttamente dalla parte senza l’assistenza di un legale, è irrimediabilmente inammissibile. Questa decisione non solo chiarisce le attuali regole procedurali ma sottolinea anche la ratio dietro l’obbligatorietà della difesa tecnica nel giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso: Un Appello Senza Difensore

Il caso trae origine dal ricorso presentato personalmente da un soggetto avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Perugia. L’impugnazione è stata proposta dopo l’entrata in vigore della Legge n. 103 del 2017, nota come Riforma Orlando, che ha introdotto significative modifiche al codice di procedura penale, in particolare per quanto riguarda le modalità di accesso alla Corte di Cassazione.

Il Quadro Normativo: La Riforma dell’Art. 613 c.p.p.

Il punto cruciale della vicenda risiede nella modifica dell’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. Prima della riforma, la norma consentiva alla parte di presentare personalmente il ricorso, prevedendo un’eccezione alla regola generale della difesa tecnica. La Legge n. 103/2017 ha eliminato questa possibilità, sopprimendo l’inciso «salvo che la parte non vi provveda personalmente». Di conseguenza, oggi, qualsiasi ricorso per cassazione in materia penale deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.

Le Motivazioni della Corte sul Ricorso per Cassazione Personale

La Corte di Cassazione, nel dichiarare l’inammissibilità del ricorso, fonda la sua decisione su un’argomentazione lineare e consolidata. Gli Ermellini evidenziano che la modifica normativa è chiara e non lascia spazio a interpretazioni. Qualsiasi ricorso presentato personalmente dopo il 3 agosto 2017 (data di entrata in vigore della legge) è da considerarsi inammissibile.

La Corte affronta anche la potenziale questione di legittimità costituzionale di tale norma, richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017, Aiello). In quella sede, era stato stabilito che l’obbligo della difesa tecnica specializzata per il ricorso in Cassazione non viola né l’articolo 111 della Costituzione né l’articolo 6 della CEDU (diritto a un equo processo). Il legislatore, infatti, ha la discrezionalità di stabilire le regole di accesso ai mezzi di impugnazione. L’imposizione di un difensore cassazionista è ritenuta una scelta ragionevole, data l’elevata qualificazione tecnica richiesta per affrontare le complesse questioni di legittimità tipiche del giudizio in Cassazione. L’esclusione della difesa personale è quindi giustificata dalla necessità di garantire un’adeguata professionalità e serietà al dibattito processuale nel grado più alto della giurisdizione.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Condanna alle Spese

L’esito del giudizio è stato inevitabile: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha applicato l’articolo 610, comma 5-bis, c.p.p., che consente di dichiarare l’inammissibilità senza formalità di procedura. Oltre a ciò, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è motivata dalla “colpa connessa all’irritualità dell’impugnazione”, come stabilito dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000). In pratica, chi intraprende un’azione processuale palesemente non consentita dalla legge deve farsi carico delle conseguenze economiche della propria negligenza. La decisione rappresenta un monito definitivo: l’era del “fai-da-te” nel processo penale di Cassazione è terminata.

È possibile presentare un ricorso per cassazione personalmente, senza l’assistenza di un avvocato?
No. A seguito della modifica dell’art. 613 del codice di procedura penale, il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione, a pena di inammissibilità.

L’obbligo di avere un avvocato per il ricorso in Cassazione viola il diritto di difesa?
No. Secondo la Corte, questo obbligo non viola il diritto di difesa. Rientra nella discrezionalità del legislatore richiedere una rappresentanza tecnica qualificata, data l’elevata complessità dei giudizi di legittimità, e tale scelta è considerata ragionevole.

Cosa succede se si presenta comunque un ricorso per cassazione in modo personale?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile senza che la Corte ne esamini il merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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