Ricorso per Cassazione Personale: Quando l’Autodifesa Non Basta
Il diritto di difesa è un pilastro fondamentale del nostro ordinamento, ma il suo esercizio è soggetto a regole precise, soprattutto quando si arriva al vertice della giurisdizione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: il ricorso per Cassazione personale in materia penale non è ammesso. L’atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato cassazionista, pena la sua irrimediabile inammissibilità. Analizziamo insieme questa pronuncia per comprenderne le ragioni e le conseguenze pratiche.
I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso
La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna emessa dal G.I.P. di Torino con il rito abbreviato. La Corte di Appello di Torino, in parziale riforma, riduceva la pena inflitta all’imputato a tre anni, sei mesi e venti giorni di reclusione, oltre a una multa di 1.100 euro, confermando nel resto la decisione di primo grado.
Non ritenendosi soddisfatto, l’imputato decideva di contestare tale sentenza proponendo personalmente, senza l’assistenza di un legale, ricorso per Cassazione.
Le Doglianze dell’Imputato: Pena e Norme nel Mirino
L’imputato basava il suo ricorso su due motivi principali:
1. Vizio di motivazione sulla pena: Sosteneva che la Corte d’Appello non avesse motivato adeguatamente l’entità della sanzione, limitandosi a un generico riferimento alla sua “congruità” senza rapportarla alla gravità effettiva del reato.
2. Incostituzionalità delle norme: Sollevava una questione di legittimità costituzionale dell’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale. A suo avviso, la norma, che impone la difesa di un avvocato iscritto all’albo speciale, violerebbe il diritto a un’effettiva difesa e il diritto di ricorrere in Cassazione per violazione di legge, tutelati dagli articoli 111 e 117 della Costituzione.
La Decisione della Corte: Il Ricorso per Cassazione Personale è Inammissibile
Nonostante le argomentazioni, la Suprema Corte ha stroncato sul nascere le speranze dell’imputato, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non entra nemmeno nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a un ostacolo procedurale insormontabile: la presentazione personale dell’atto.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su un punto netto e inequivocabile. La riforma del processo penale, introdotta con la legge n. 103/2017, ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale, stabilendo che l’atto di ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.
Nel caso di specie, l’imputato ha presentato l’atto personalmente, violando questa prescrizione inderogabile. La Corte sottolinea che tale onere non è stato adempiuto, rendendo il ricorso processualmente irricevibile. A causa di questa inammissibilità, la Corte non ha potuto esaminare né il motivo relativo alla motivazione della pena né la questione di costituzionalità sollevata.
Come diretta conseguenza, ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa nell’aver promosso un ricorso privo dei requisiti essenziali.
Le Conclusioni: L’Importanza della Difesa Tecnica Qualificata
Questa ordinanza è un monito importante sull’importanza della difesa tecnica specializzata. Il giudizio di Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un controllo sulla corretta applicazione delle leggi (giudizio di legittimità). Per questo motivo, il legislatore ha ritenuto indispensabile un filtro tecnico, garantito dalla professionalità degli avvocati cassazionisti. Affidarsi al “fai da te” legale in questa sede non solo è inefficace, ma porta a conseguenze negative certe: l’inammissibilità del ricorso e la condanna a sanzioni pecuniarie. La pronuncia conferma che il diritto di difesa, per essere effettivo, deve essere esercitato attraverso gli strumenti e le forme previste dalla legge.
È possibile presentare personalmente un ricorso per Cassazione in materia penale?
No, la legge (art. 613 c.p.p.) richiede, a pena di inammissibilità, che l’atto di ricorso sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Il ricorso presentato personalmente dall’imputato è quindi inammissibile.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile perché presentato personalmente?
In caso di inammissibilità, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte lo condanna al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la giurisdizione superiore senza rispettare i requisiti procedurali essenziali.
Perché la legge richiede obbligatoriamente un avvocato cassazionista?
La legge richiede un difensore specializzato per garantire un elevato standard tecnico nei ricorsi presentati alla Suprema Corte. La Cassazione è un giudice di legittimità, che valuta la corretta applicazione del diritto, e non i fatti. La presenza di un legale qualificato assicura che i motivi di ricorso siano pertinenti e formulati in modo tecnicamente adeguato a tale tipo di giudizio.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 927 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 2 Num. 927 Anno 2024
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 29/11/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 09/01/1984 in Marocco,
avverso la sentenza del 08/06/2023 della CORTE APPELLO di TORINO
La trattazione del ricorso segue la procedura “de plano”.
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
lette le conclusioni del PG NOME COGNOME che ha chiesto la declaratoria di inammissibilità del ricorso personale,
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con sentenza del 8 giungo 2023 la Corte di appello di Torino, in parziale riforma della sentenz di condanna emessa dal G.I.P. di Torino con rito abbreviato, ha ridotto la pena inflitta a N AAMOUR nella misura di anni 3, mesi 6 e 20 giorni di reclusione e 1.100 euro di multa, confermando per il resto l’impugnata sentenza.
Avverso tale decisione propone personalmente ricorso per cassazione l’imputato NOME COGNOME formulando due motivi con cui chiede l’annullamento della sentenza impugnata.
2.1 Con il primo motivo eccepisce il vizio della motivazione in ordine all’entità della pena in non essendo, a suo avviso, sufficiente motivare con il mero richiamo al concetto di congruit della sanzione senza chiarire l’adeguatezza della stessa in raffronto all’effettiva gravità del
2.2.Con il secondo motivo eccepisce l’incostituzionalità dell’art. 613, comma 1, c.p.p., contrasto con l’art. 111, comma 7, Cost e l’art. 117, comma 1, Cost., rilevando che la previsio di consentire il ricorso per cassazione solo tramite un difensore iscritto nell’albo speciale Corte di cassazione, pregiudica il diritto di rilevanza costituzionale di effettività della d cui è previsto di poter sempre ricorrere davanti alla Corte di cassazione contro le sentenze violazione di legge.
Il ricorso è inammissibile, perché presentato personalmente dall’imputato.
A seguito della modifica dell’art. 613 cod. proc. pen. per effetto della legge n.103/2017, l’a ricorso dev’essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo della Cassazione, onere non adempiuto nel caso di specie.
Alla inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, nonché, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., valutati i profili di col determinazione della causa di inammissibilità emergenti dal ricorso (Corte Cost. 13 giugno 2000, n. 186), al versamento della somma, che si ritiene equa di euro tremila a favore della Cass delle ammende.
P. Q. M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 29/11/2023
Il Consigliere estensore