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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione personale presentato direttamente da un imputato. La decisione si fonda sulla riforma del 2017, che impone la sottoscrizione dell’atto da parte di un avvocato iscritto all’albo speciale. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il ricorso per cassazione personale è sempre inammissibile? Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

Il ricorso per cassazione personale, ovvero presentato direttamente dall’imputato senza l’assistenza di un avvocato abilitato, è una questione procedurale di fondamentale importanza nel diritto penale italiano. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio ormai consolidato a seguito della riforma legislativa del 2017, dichiarando un ricorso di questo tipo palesemente inammissibile. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione per comprendere le regole che governano l’accesso al giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna per furto aggravato in concorso, confermata dalla Corte d’Appello di Milano. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, decideva di impugnare la sentenza proponendo personalmente ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione. Questo atto, tuttavia, si scontrava con una precisa norma procedurale che ne avrebbe determinato l’immediato arresto.

La Decisione della Corte: Focus sul ricorso per cassazione personale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso palesemente inammissibile, senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate dall’imputato. La decisione non ha riguardato la colpevolezza o l’innocenza del ricorrente, ma si è basata esclusivamente su un vizio di forma insanabile: la mancanza della sottoscrizione da parte di un difensore abilitato.

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della pronuncia risiede nell’applicazione dell’art. 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla Legge n. 103 del 23 giugno 2017 (nota come Riforma Orlando). Questa normativa, in vigore dal 3 agosto 2017, ha stabilito in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione in materia penale deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

La Corte ha sottolineato che questa regola non ammette deroghe. La legge ha introdotto un filtro tecnico all’accesso al giudizio di legittimità, riservando la facoltà di redigere e presentare il ricorso a professionisti dotati di una specifica qualificazione. Poiché il ricorso in esame era stato presentato personalmente dall’imputato in data successiva all’entrata in vigore della riforma, violava direttamente tale prescrizione.

Di conseguenza, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede, in caso di inammissibilità, la condanna del ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la sanzione pecuniaria è stata quantificata in quattromila euro.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio cruciale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un percorso tecnico che richiede obbligatoriamente l’assistenza di un avvocato cassazionista. La possibilità per l’imputato di presentare un ricorso per cassazione personale è stata eliminata dalla riforma del 2017. La decisione serve da monito: tentare di aggirare questa norma non solo è inutile ai fini della difesa, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Chiunque intenda contestare una sentenza di condanna di fronte alla Suprema Corte deve necessariamente affidarsi a un difensore specializzato, l’unico soggetto autorizzato dalla legge a sottoscrivere l’atto di ricorso.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, dopo la riforma del 2017 (Legge n. 103/2017), il ricorso per cassazione non può più essere presentato personalmente dall’imputato, ma deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato senza la firma di un avvocato cassazionista?
Il ricorso viene dichiarato palesemente inammissibile senza un esame del merito, come stabilito dall’art. 610, comma 5bis, del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in quattromila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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