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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione personale presentato direttamente da un imputato. L’ordinanza ribadisce che, a seguito della riforma del 2017, tali atti devono essere obbligatoriamente sottoscritti da un avvocato iscritto all’albo speciale, pena l’inammissibilità del ricorso e la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: Guida alla Recente Ordinanza della Suprema Corte

Nel complesso panorama della giustizia penale, le regole procedurali rappresentano i binari indispensabili per garantire un corretto svolgimento del processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale riguardo l’impugnazione delle sentenze, chiarendo i motivi per cui il ricorso per cassazione personale è destinato a essere dichiarato inammissibile. Questa decisione offre spunti cruciali per comprendere l’importanza del patrocinio legale qualificato nelle fasi più delicate del giudizio.

I Fatti del Caso: La Condanna e l’Appello Personale

La vicenda trae origine dalla condanna di un imputato da parte del Tribunale di Macerata, confermata successivamente dalla Corte d’Appello di Ancona. La pena inflitta consisteva in sei mesi di arresto e 4.000 euro di ammenda per una violazione del Codice della Strada. Non rassegnato alla decisione, l’imputato decideva di presentare personalmente ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando un’erronea valutazione della sua responsabilità penale. Questo atto, compiuto in autonomia, si è rivelato il punto cruciale che ha determinato l’esito del procedimento.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso Personale

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile senza entrare nel merito delle doglianze sollevate. La decisione non si è basata sulla fondatezza o meno delle argomentazioni dell’imputato, ma esclusivamente su un vizio di forma insanabile: la sottoscrizione personale dell’atto. Di conseguenza, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017. La Corte ha richiamato il proprio orientamento consolidato, secondo cui, per tutti i procedimenti instaurati dopo il 3 agosto 2017, l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

La norma mira a garantire un’adeguata qualità tecnica della difesa davanti al giudice di legittimità, il cui compito non è riesaminare i fatti, ma verificare la corretta applicazione della legge. Pertanto, la presentazione personale dell’impugnazione da parte dell’imputato è esplicitamente esclusa. La Corte ha inoltre precisato che l’eventuale autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato non sana il vizio. Tale autenticazione, ai sensi dell’art. 39 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura penale, serve unicamente ad attestare la genuinità della sottoscrizione, ma non trasforma un atto personale in un atto redatto e depositato da un difensore qualificato.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma in modo inequivocabile che il percorso per accedere alla Corte di Cassazione è strettamente regolamentato e non ammette deroghe fai-da-te. La riforma del 2017 ha rafforzato il ruolo del difensore cassazionista come unico soggetto legittimato a redigere e sottoscrivere gli atti di impugnazione. Per i cittadini, la lezione è chiara: affrontare un procedimento penale, specialmente nelle sue fasi finali, richiede obbligatoriamente l’assistenza di un professionista specializzato. Tentare di agire personalmente non solo è inefficace, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Un imputato può presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No. A seguito della riforma del 2017 (legge n. 103/2017), l’art. 613 del codice di procedura penale stabilisce che il ricorso per cassazione, a pena di inammissibilità, deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale. La presentazione personale da parte dell’imputato non è più consentita.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene depositato personalmente dall’imputato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Come stabilito in questa ordinanza, ciò comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

L’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un avvocato sana il vizio del ricorso personale?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’autenticazione della firma da parte di un legale attesta solo la genuinità della firma stessa, ma non sostituisce il requisito fondamentale che l’atto sia redatto e sottoscritto da un difensore abilitato, come richiesto dalla legge a pena di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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