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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato personalmente da un imputato condannato per rapina e lesioni. La decisione si fonda sull’art. 613 cod. proc. pen., che impone la sottoscrizione del ricorso per cassazione da parte di un avvocato abilitato, escludendo la possibilità per la parte di agire in proprio. La Corte ha anche respinto la questione di legittimità costituzionale della norma.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non può essere proposto personalmente dall’imputato, ma deve essere sottoscritto da un difensore abilitato. Questa decisione chiarisce i requisiti formali indispensabili per accedere al giudizio di legittimità, sottolineando la necessità di una difesa tecnica qualificata.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per i reati di rapina aggravata e lesioni personali. La Corte di Appello di Torino, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva rideterminato la pena a carico dell’imputato in due anni e undici mesi di reclusione e seicento euro di multa.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto personalmente ricorso, lamentando una presunta illogicità e carenza di motivazione della sentenza. Inoltre, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale dell’articolo 613 del codice di procedura penale, nella parte in cui non consente più all’imputato di presentare autonomamente il ricorso in Cassazione.

L’Obbligo del Difensore nel Ricorso per Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su una regola procedurale chiara e consolidata. L’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale, stabilisce che il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

La Corte ha richiamato un’importante pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2018), che ha definitivamente sancito come il ricorso per cassazione contro qualsiasi tipo di provvedimento non possa essere proposto personalmente dalla parte, ma richieda inderogabilmente la firma di un difensore cassazionista. Questa regola garantisce un elevato standard di professionalità nel giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

I giudici hanno spiegato che la scelta del legislatore di richiedere una difesa tecnica specializzata non è irragionevole né lesiva dei diritti di difesa. Al contrario, essa è giustificata dalla natura stessa del giudizio di Cassazione, che non è una terza valutazione dei fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione delle norme di diritto. Tale controllo richiede competenze tecniche specifiche che solo un avvocato cassazionista possiede.

Le Sezioni Unite avevano già chiarito che questa previsione non viola né l’articolo 24 della Costituzione (diritto di difesa), né l’articolo 111 (giusto processo), né l’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Il legislatore ha la facoltà di disciplinare le modalità di esercizio dei diritti processuali, e la richiesta di una rappresentanza tecnica qualificata è una scelta discrezionale e ragionevole. La Corte ha inoltre sottolineato che il diritto di difesa è pienamente garantito anche per i non abbienti attraverso l’istituto del patrocinio a spese dello Stato, che consente a chiunque di avere un difensore qualificato.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame ribadisce un principio cardine: l’accesso alla Corte di Cassazione è un percorso tecnico che non ammette iniziative personali. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso ha comportato non solo l’impossibilità di esaminare le censure mosse alla sentenza di appello, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito sull’importanza di affidarsi sempre a un difensore specializzato per le impugnazioni dinanzi alla Suprema Corte, al fine di evitare esiti procedurali sfavorevoli che precludono ogni discussione sul merito della questione.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, il ricorso per cassazione è inammissibile se presentato personalmente dall’imputato. L’art. 613 del codice di procedura penale richiede, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

La norma che impedisce di presentare personalmente il ricorso per cassazione è costituzionale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, questa norma non viola la Costituzione né la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Il legislatore può legittimamente richiedere una rappresentanza tecnica qualificata, dato l’elevato livello tecnico del giudizio di cassazione, senza che ciò limiti il diritto di difesa, anche grazie all’istituto del patrocinio a spese dello Stato.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, come in questo caso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, se si ravvisa una colpa nella causa di inammissibilità, al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, qui fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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