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Ricorso per cassazione personale: inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso presentato personalmente da un imputato avverso un’ordinanza della Corte d’assise d’appello. La decisione si fonda sulla modifica normativa introdotta dalla legge n. 103 del 2017, che ha reso obbligatoria la sottoscrizione del ricorso da parte di un difensore abilitato al patrocinio in Cassazione. La Corte ribadisce che tale requisito non viola i diritti di difesa, ma risponde all’esigenza di un’elevata qualificazione tecnica in sede di legittimità, confermando un orientamento già espresso dalle Sezioni Unite. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione Personale: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione personale, ovvero presentato direttamente dalla parte senza l’assistenza di un avvocato, è inammissibile. Questa decisione, in linea con le riforme legislative e la giurisprudenza consolidata, sottolinea l’importanza della difesa tecnica specializzata nel giudizio di legittimità.

Il Caso: Un Ricorso Presentato Senza Avvocato

La vicenda trae origine dalla richiesta di un condannato volta a ottenere l’estinzione della pena. La Corte d’assise d’appello, in funzione di giudice dell’esecuzione, rigettava la sua istanza. Contro questa decisione, l’interessato decideva di agire in autonomia, proponendo un ricorso per cassazione redatto e sottoscritto personalmente.

La Riforma del Ricorso per Cassazione Personale e la Decisione della Corte

La Corte Suprema ha immediatamente rilevato un vizio insanabile nell’impugnazione. Il nodo della questione risiede nella modifica dell’articolo 613 del codice di procedura penale, operata dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”).
Prima di tale riforma, la norma consentiva alla parte di presentare personalmente il ricorso. La nuova formulazione, tuttavia, ha soppresso questa possibilità, stabilendo che l’atto debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, esclusivamente da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di cassazione.
Poiché il ricorso in esame era stato presentato dopo l’entrata in vigore della legge, la Corte non ha potuto fare altro che dichiararlo inammissibile, senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una solida base normativa e giurisprudenziale. I giudici hanno sottolineato che l’obbligo della difesa tecnica in Cassazione è una scelta discrezionale del legislatore, pienamente legittima e ragionevole. La Corte ha richiamato una precedente e autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), la quale aveva già stabilito che tale requisito non viola né il diritto di difesa (art. 111, comma 7, Cost.) né i principi della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (art. 6 CEDU).
La ragione di questa scelta risiede nell’elevato livello di specializzazione richiesto per il giudizio di legittimità. Il ricorso in Cassazione non serve a riesaminare i fatti, ma a controllare la corretta applicazione delle norme di diritto, un compito che esige competenze tecniche specifiche che solo un avvocato cassazionista può garantire. L’esclusione della difesa personale, quindi, non è una limitazione delle facoltà difensive, ma una garanzia di qualità ed efficacia della difesa stessa in un grado di giudizio così complesso.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio ormai consolidato: chiunque intenda impugnare un provvedimento penale davanti alla Corte di Cassazione deve obbligatoriamente avvalersi di un difensore specializzato. La presentazione di un ricorso per cassazione personale conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie. Questa regola mira a preservare la funzione e la specificità del giudizio di legittimità, assicurando che le questioni sottoposte alla Suprema Corte siano tecnicamente ben formulate e pertinenti.

È possibile presentare un ricorso per cassazione penalepersonalmente, senza l’assistenza di un avvocato?
No. A seguito della modifica dell’art. 613 del codice di procedura penale introdotta dalla legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di cassazione.

Perché la legge richiede obbligatoriamente un avvocato per il ricorso in Cassazione?
La legge richiede un avvocato specializzato perché il giudizio in Cassazione è altamente tecnico e si concentra sulla corretta applicazione della legge (questioni di legittimità), non sui fatti. Questa scelta del legislatore è stata ritenuta ragionevole e non lesiva del diritto di difesa, data l’elevata qualificazione professionale necessaria in questa sede.

Cosa succede se si presenta ugualmente un ricorso per cassazione in modo personale?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile senza che la Corte ne esamini il contenuto. Inoltre, colui che ha presentato il ricorso viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende per la colpa legata all’errata modalità di impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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