Ricorso per Cassazione Personale: La Cassazione Conferma l’Inammissibilità
Nel complesso panorama della procedura penale, le forme e le modalità di impugnazione delle sentenze sono regolate da norme precise, la cui violazione può avere conseguenze drastiche. Un esempio lampante è il caso del ricorso per cassazione personale, ovvero presentato direttamente dall’imputato senza l’assistenza di un legale abilitato. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ribadisce un principio ormai consolidato: tale ricorso è inammissibile.
I Fatti di Causa
Il caso trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di L’Aquila, che confermava una precedente pronuncia del Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Teramo. L’imputato era stato ritenuto colpevole per reati legati agli stupefacenti (art. 73 d.P.R. 309/1990) e di resistenza a pubblico ufficiale (art. 337 c.p.).
Contro questa decisione, l’imputato decideva di agire in autonomia, presentando personalmente un ricorso presso la Corte di Cassazione. Questo atto, tuttavia, si è scontrato con una barriera procedurale invalicabile, che ha portato la Corte a non esaminare neppure nel merito le doglianze sollevate.
La Decisione della Corte e il divieto di ricorso per cassazione personale
La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione di tale drastica decisione non risiede nel contenuto delle motivazioni addotte dal ricorrente, ma in un vizio di forma fondamentale. Il ricorso è stato presentato personalmente dall’imputato, in palese violazione di quanto stabilito dall’articolo 613 del codice di procedura penale.
Le Motivazioni della Corte
La motivazione dell’ordinanza è chiara e si fonda su un’interpretazione rigorosa della legge. I giudici hanno evidenziato come la normativa vigente, a seguito delle modifiche introdotte dalla Legge n. 103 del 23 giugno 2017 (nota come Riforma Orlando), richieda espressamente che il ricorso per cassazione sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.
Questa regola non è un mero formalismo. Essa è posta a garanzia della qualità tecnica e della serietà dell’impugnazione davanti al più alto organo della giurisdizione. Il giudizio di cassazione è un giudizio di pura legittimità, dove non si riesaminano i fatti, ma si valuta solo la corretta applicazione della legge e il rispetto delle norme procedurali. Per questo, il legislatore ha ritenuto indispensabile l’intervento di un professionista con una specifica qualificazione.
A conferma di questo orientamento, la Corte richiama un’autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza n. 8914 del 2017), che ha consolidato questo principio, eliminando ogni dubbio interpretativo. La presentazione di un ricorso per cassazione personale è quindi un atto processualmente nullo.
Le Conclusioni
La decisione in commento ha importanti implicazioni pratiche. Chiunque intenda impugnare una sentenza penale davanti alla Corte di Cassazione deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato cassazionista. Il ‘fai da te’ legale, in questa sede, non è ammesso e conduce inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.
Inoltre, tale esito non è privo di conseguenze economiche. Come stabilito dalla Corte, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di quattromila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente inammissibili che appesantiscono inutilmente il lavoro della Suprema Corte. In sintesi, la via per la Cassazione richiede una guida esperta e qualificata, senza la quale la porta della giustizia di ultima istanza rimane inesorabilmente chiusa.
È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione?
No, non è possibile. A seguito della riforma del 2017 (Legge n. 103/2017), l’art. 613 del codice di procedura penale richiede che il ricorso sia sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.
Cosa accade se un ricorso per cassazione viene presentato personalmente?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito delle questioni sollevate. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in quattromila euro.
Per quale motivo è necessario un avvocato specializzato per ricorrere in Cassazione?
Il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Ciò significa che la Corte non riesamina i fatti, ma si limita a verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e di procedura. La legge richiede quindi l’intervento di un avvocato con una specifica competenza tecnica, iscritto all’albo speciale, per garantire che il ricorso sia fondato su validi motivi di diritto.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 8416 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 8416 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 23/11/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 24/11/2022 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
MOTIVI DELLA DECISIONE
COGNOME NOME ha proposto personalmente ricorso avverso la sentenza, in epigrafe indicata, della Corte di appello di L’Aquila che h confermato la pronuncia di condanna, resa all’esito di giudizio abbreviato dal Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Teramo per i delitti di cui all’art. 73, commi 1 e 1-bis, d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (capo A) e 337 cod. pen.
Ritenuto che il ricorso è inammissibile per l’assorbente ragione di essere stato presentato personalmente in violazione di quanto stabilito dall’art. 61 cod. proc. pen. Invero, a seguito della modifica apportata agli artt. 571 e 61 cod. proc. pen. dalla legge 23 giugno 2017, n. 103, il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’ speciale della Corte di cassazione (cfr. Sez. U, n. 8914 del 21/12/2017, dep. 2018, Aiello, Rv. 272010 -01).
Rilevato, pertanto, che deve essere dichiarata la inammisstilità del ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 23 novembre 2023
Il Consigliere estensore
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