Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12274 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12274 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 14/12/2023
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da:
NOME nato il DATA_NASCITA
NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 02/03/2023 del TRIBUNALE di BRESCIA
i filo GLYPH avviso a e ; IT- 5a-dr;yr 4-
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
NOME COGNOME e NOME ricorrono, tramite un medesimo ricorso curato dal comune Difensore di fiducia, per la cassazione della sentenza con cui il Tribunale di Brescia i marzo 2023 ha applicato agli stessi, imputati di numerose violazioni dell’art. 73, comma 5, de d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309, fatti commessi tra il 2020 ed il 2022, la pena concordata con P.M. ai sensi dell’art. 444 cod. proc. pen.
I ricorrenti si affidano ad un unico motivo con cui denunziano violazione di legge relazione alla omissione di pronunzia liberatoria ai sensi dell’art. 129 cod. proc. pen., pronu che si sarebbe imposta in ragione della mancanza di prove a carico degli imputati.
I ricorsi sono manifestamente infondati, per le seguenti ragioni.
La descritta censura non rientra tra quelle consentite dall’art. 448, comma 2-bis, cod. proc. pen. (come introdotto dalla legge n. 103 del 23 giugno 2017, in vigore dal 3 agosto 2017) in quanto non riguardante motivi attinenti all’espressione della volontà dell’imputato, al di di correlazione tra la richiesta e la sentenza, all’erronea qualificazione giuridica del all’illegalità della pena o della misura di sicurezza.
Questa Corte ha ripetutamente affermato il principio che l’obbligo della motivazione dell sentenza va conformato alla particolare natura giuridica della sentenza di patteggiamento: l sviluppo delle linee argomentative è necessariamente correlato all’esistenza dell’atto negozial con cui l’imputato dispensa l’accusa dall’onere di provare i fatti dedotti nell’imputazione implica, tra l’altro, che il giudizio negativo circa la ricorrenza di una delle ipotesi richiamato art. 129 cod. proc. pen. deve essere accompagnato da una specifica motivazione solo nel caso in cui dagli atti o dalle deduzioni delle parti emergano concreti elementi circa la poss applicazione di cause di non punibilità, dovendo invece ritenersi sufficiente, in caso contra una motivazione consistente nella enunciazione che è stata compiuta la verifica richiesta dall legge e che non ricorrono le condizioni per la pronunzia di proscioglimento ex art. 129 cod. proc. pen. (Sez. U, n. 5777 del 27/03/1992, COGNOME Benedetto, Rv. 191134; Sez. U, n. 10372 del 27/09/1995, COGNOME, Rv. 202270). Del resto, nel caso di specie vi è stringato ma sufficien richiamo alle fonti di prova raccolte.
Da quanto esposto consegue che non è consentito all’imputato prospettare con il ricorso per cassazione censure che coinvolgono il patto dal medesimo accettato.
Consegue l’inammissibilità del ricorso, da dichiararsi de plano ai sensi dell’art. 610, comma 5-bis, cod. proc. pen.
Essendo, dunque, i ricorsi inammissibili e non ravvisandosi, ai sensi dell’art. 616 co proc. pen., assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Cort Costituzionale, sentenza n. 186 del 7-13 giugno 2000), alla condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese consegue anche quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, che si stima conforme a diritto ed equa, indicata in dispositivo.
P.Q.M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spe processuali e della somma di euro quattromila ciascuno in favore della cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 14 dicembre 2023.