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Ricorso per cassazione: l’obbligo dell’avvocato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione presentato personalmente da un detenuto contro la proroga del regime speciale 41-bis. La decisione si fonda sulla modifica dell’art. 613 cod. proc. pen., che, dal 2017, impone l’obbligatoria assistenza di un difensore iscritto all’albo speciale per la presentazione di tale impugnazione, pena l’inammissibilità e la condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché la Firma dell’Avvocato è Obbligatoria

Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, un momento cruciale in cui si contesta la corretta applicazione del diritto. Le sue regole procedurali sono estremamente rigorose e la loro violazione può avere conseguenze definitive. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda una di queste regole fondamentali: l’impossibilità per la parte di presentare personalmente il ricorso, essendo necessaria l’assistenza di un avvocato abilitato. Analizziamo insieme il caso e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Un soggetto, detenuto in regime speciale ai sensi dell’art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario, presentava un reclamo contro il decreto ministeriale che prorogava tale regime per altri due anni. Il Tribunale di Sorveglianza di Roma rigettava il reclamo. Contro questa decisione, l’interessato decideva di proporre personalmente un ricorso per cassazione, senza l’ausilio di un difensore.

La Decisione della Corte: un Ricorso per Cassazione Inammissibile

La Corte di Cassazione, senza nemmeno entrare nel merito della questione, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è puramente procedurale ma di importanza capitale. La Corte ha rilevato che l’atto era stato presentato personalmente dall’interessato in una data successiva al 3 agosto 2017, giorno di entrata in vigore di una modifica legislativa cruciale.

Le Motivazioni Giuridiche

Il cuore della decisione risiede nella modifica apportata all’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale dalla legge n. 103 del 2017. Prima di questa riforma, la norma consentiva alla parte di presentare personalmente il ricorso. La nuova formulazione, invece, ha soppresso questa possibilità, stabilendo che l’atto di ricorso debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, esclusivamente da difensori iscritti nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

La Corte ha richiamato un principio già consolidato dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 8914 del 2017, che ha chiarito in modo inequivocabile come la nuova regola si applichi a tutti i ricorsi presentati dopo l’entrata in vigore della legge. La ratio della norma è quella di garantire un elevato livello di tecnicismo e professionalità in un giudizio, quello di legittimità, che non riesamina i fatti ma si concentra sulla corretta interpretazione e applicazione delle norme giuridiche.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche

La pronuncia ribadisce un principio inderogabile: chiunque intenda presentare un ricorso per cassazione in materia penale deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato cassazionista. Il “fai da te” processuale, in questa sede, non è ammesso e conduce a una declaratoria di inammissibilità. Tale esito comporta non solo l’impossibilità di far esaminare le proprie ragioni, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo di sanzione a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro. Questa ordinanza serve da monito sull’importanza di affidarsi a professionisti qualificati per navigare le complesse acque della procedura penale, specialmente nei suoi gradi più alti.

È possibile presentare un ricorso per cassazione in materia penale personalmente, senza un avvocato?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, che ha modificato l’art. 613 cod. proc. pen., il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione.

Qual è la conseguenza se un ricorso per cassazione viene presentato senza la firma di un difensore abilitato?
La conseguenza è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non esaminerà il merito delle questioni sollevate, ma si fermerà alla verifica di questo vizio procedurale.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Oltre a impedire l’esame nel merito, la dichiarazione di inammissibilità comporta, come stabilito nel provvedimento, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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