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Ricorso per cassazione: l’obbligo del difensore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31236/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione presentato personalmente da un detenuto. La decisione ribadisce il principio inderogabile, stabilito dall’art. 613 c.p.p. e confermato dalle Sezioni Unite, secondo cui tale impugnazione deve essere sottoscritta da un difensore iscritto all’albo speciale, pena l’inammissibilità e la condanna a sanzioni pecuniarie.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché la Firma dell’Avvocato è Indispensabile?

La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non può essere presentato personalmente dalla parte, ma deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori. Questa regola, apparentemente formale, è in realtà un presidio di tecnicità e garanzia nel grado più alto del giudizio. L’ordinanza in esame, emessa a luglio 2024, ne offre una chiara applicazione pratica, dichiarando inammissibile il ricorso di un detenuto proprio per questo motivo.

Il Fatto: Un Ricorso Presentato Personalmente

Il caso nasce da un’impugnazione presentata direttamente da un soggetto detenuto avverso un’ordinanza della Corte d’Appello di Napoli, emessa in fase di esecuzione. L’individuo, agendo in prima persona e senza l’assistenza di un legale, ha predisposto e depositato una dichiarazione scritta per contestare il provvedimento a lui sfavorevole. Questo atto ha dato il via al procedimento davanti alla Suprema Corte, che però si è arrestato su una questione preliminare, senza neppure entrare nel merito delle doglianze sollevate.

La Decisione della Corte e il ruolo del ricorso per cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non si è basata sui motivi dell’impugnazione, ma su un vizio insanabile legato alla sua presentazione. I giudici hanno rilevato un “difetto di legittimazione” del ricorrente, che non aveva titolo per proporre personalmente l’atto.

Il Difetto di Legittimazione

La legittimazione è la facoltà, concessa dalla legge, di compiere un determinato atto processuale. Nel caso del ricorso per cassazione, la legge riserva questa facoltà esclusivamente ai difensori iscritti in un apposito albo speciale. La parte privata, anche se direttamente interessata dalla decisione, non può agire autonomamente in questa sede.

Le Motivazioni: L’Obbligo del Patrocinio Legale

La decisione della Corte si fonda su una precisa norma di legge e su un’interpretazione consolidata che ne ha definito la portata.

La Riforma dell’Art. 613 del Codice di Procedura Penale

Il fulcro della questione risiede nell’articolo 613 del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 103 del 2017 (la cosiddetta “Riforma Orlando”). Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che gli atti di ricorso in Cassazione devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di Cassazione. La ratio è quella di assicurare un elevato livello di tecnicismo giuridico in un giudizio che non riesamina i fatti, ma si concentra esclusivamente sulla corretta applicazione della legge.

Il Principio Stabilitito dalle Sezioni Unite

La Corte ha richiamato un’importante sentenza delle Sezioni Unite (la n. 8914 del 2017), che ha chiarito ogni dubbio interpretativo. Le Sezioni Unite hanno affermato che la regola del patrocinio obbligatorio si applica a qualsiasi tipo di provvedimento impugnabile in Cassazione, compresi quelli in materia cautelare o di esecuzione, senza eccezioni. Questa pronuncia ha creato un principio di diritto vincolante, che i giudici sono tenuti a seguire.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame è un monito chiaro: chiunque intenda presentare un ricorso per cassazione deve necessariamente affidarsi a un avvocato cassazionista. Tentare di agire personalmente è una scelta che porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Le conseguenze non sono solo la mancata valutazione del merito del ricorso, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro. La pronuncia, quindi, non solo riafferma la centralità della difesa tecnica, ma sottolinea anche i rischi economici e procedurali di un’iniziativa personale non conforme alla legge.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. A seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, il ricorso per cassazione deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene presentato personalmente dalla parte?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per difetto di legittimazione. Ciò comporta che la Corte non esamina il merito della questione e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La regola dell’obbligatoria difesa tecnica per il ricorso per cassazione vale per ogni tipo di provvedimento?
Sì. Come chiarito da una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 8914/2017) citata nel provvedimento, l’obbligo di sottoscrizione da parte di un difensore specializzato si applica a qualsiasi tipo di provvedimento, inclusi quelli in materia cautelare o emessi in fase di esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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