Ricorso per Cassazione: Perché la Firma dell’Avvocato è Indispensabile
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non può essere presentato personalmente dall’imputato o dal condannato, ma deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato difensore abilitato. Questa decisione sottolinea l’importanza del rispetto delle forme procedurali, la cui violazione porta a una conseguenza drastica: l’inammissibilità dell’atto, con annessa condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione economica. Analizziamo insieme questo caso per comprendere le ragioni e le implicazioni di tale regola.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine dalla richiesta di un detenuto di ottenere il beneficio della liberazione anticipata per i semestri di pena scontati tra il novembre 2017 e il dicembre 2022. L’istanza era stata respinta prima dal Magistrato di Sorveglianza di Pisa e, successivamente, anche il reclamo proposto contro tale decisione era stato rigettato dal Tribunale di Sorveglianza di Firenze.
Non arrendendosi, il condannato decideva di contestare quest’ultima ordinanza presentando personalmente un ricorso per cassazione, l’ultimo grado di giudizio previsto dal nostro ordinamento.
La Decisione della Corte di Cassazione: L’Inammissibilità del Ricorso
Giunto dinanzi alla Suprema Corte, il ricorso ha avuto vita breve. I giudici lo hanno dichiarato immediatamente inammissibile, senza neppure entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente. La ragione è puramente procedurale ma di importanza capitale: l’atto di impugnazione non era stato sottoscritto da un difensore, ma direttamente dalla parte interessata.
Questa decisione si fonda sull’articolo 613, comma 1, del codice di procedura penale, come modificato dalla Legge n. 103 del 2017. Tale norma stabilisce in modo inequivocabile che gli atti di ricorso presso la Corte di Cassazione devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’apposito albo speciale.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte ha spiegato che la presentazione di un ricorso per cassazione è un’attività tecnica che richiede competenze giuridiche specifiche. La legge, con la riforma del 2017, ha voluto introdurre un ‘filtro’ di professionalità, per garantire che alla Corte Suprema arrivino solo impugnazioni formulate correttamente dal punto di vista tecnico-giuridico e non meramente pretestuose.
L’obbligo della firma del difensore non è un mero formalismo, ma una garanzia per il corretto funzionamento della giustizia e, in ultima analisi, anche per lo stesso ricorrente. Un ricorso mal formulato non avrebbe comunque possibilità di successo.
La conseguenza dell’inammissibilità non è stata solo la conferma della decisione impugnata, ma anche la condanna del ricorrente. Ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in tremila euro. La Corte ha specificato che non vi erano elementi per escludere la colpa del ricorrente nella proposizione dell’impugnazione, richiamando un principio affermato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186/2000).
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
La pronuncia in esame è un monito chiaro: nel processo penale, e in particolare nella fase di legittimità, il ‘fai da te’ non è ammesso. La figura del difensore è imprescindibile per accedere alla Corte di Cassazione. Chiunque intenda impugnare un provvedimento davanti alla Suprema Corte deve necessariamente avvalersi dell’assistenza di un legale specializzato. Ignorare questa regola non solo impedisce l’esame nel merito della propria istanza, ma comporta anche conseguenze economiche significative, trasformando un tentativo di far valere i propri diritti in un’ulteriore sanzione.
Una persona può presentare un ricorso per cassazione penale da sola?
No. La sentenza chiarisce che, a seguito della riforma del 2017 (Legge n. 103/2017), qualsiasi ricorso per cassazione in materia penale deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un avvocato difensore abilitato, altrimenti viene dichiarato inammissibile.
Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (nel caso di specie, tremila euro) da versare alla Cassa delle ammende.
Perché è richiesta la firma di un avvocato per il ricorso in cassazione?
La firma di un avvocato è richiesta per garantire un filtro tecnico-giuridico, assicurando che i ricorsi presentati alla Corte Suprema siano formulati correttamente e abbiano un fondamento legale. Questa regola serve a tutelare il corretto funzionamento della giustizia e a prevenire ricorsi pretestuosi o tecnicamente errati.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 1 Num. 23005 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 1 Num. 23005 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/12/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
CASONATO NOME nato a MASSA il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 20/06/2023 del TRIB. SORVEGLIANZA di FIRENZE
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME NOME COGNOME; lette/sentite le conclusioni del PG
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del AVV_NOTAIO NOME AVV_NOTAIO, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
NOME COGNOME ha proposto personalmente impugnazione avverso l’ordinanza emessa dal Tribunale di sorveglianza di Firenze il 20 giugno 2023, con la quale è stato rigettato il reclamo avverso il provvedimento del Magistrato di sorveglianza di Pisa del 27 marzo 2023, recante il rigetto dell’istanza di liberazione anticipata avanzata in relazione ai semestri di detenzione espiati da COGNOME fra il giorno 1 novembre 2017 e il giorno 31 dicembre 2022.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il Collegio osserva che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile ai sensi dell’art. 591, comma 1, lett. a), cod. proc. pen., perché proposto da soggetto non legittimato. L’atto di impugnazione, infatti, non è stato sottoscritto da difensore, e ciò in violazione dell’art. 613, comma 1, cod. proc. pen., nel testo risultante per effetto dell’art. 1, comma 63, legge 23 giugno 2017, n. 103.
All’inammissibilità del ricorso consegue, ai sensi dell’art. 616 cod. proc. pen., la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma indicata nel seguente dispositivo alla Cassa delle ammende, non essendo dato escludere – alla stregua del principio di diritto affermato da Corte cost. n. 186 del 2000 – la ricorrenza dell’ipotesi della colpa nella proposizione dell’impugnazione.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, 20 dicembre 2023.