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Ricorso per cassazione: l’obbligo del difensore

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per cassazione presentato personalmente da un detenuto. La decisione si fonda sulla modifica normativa che ha reso obbligatorio il patrocinio di un difensore abilitato per questo tipo di impugnazione, pena l’inammissibilità.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per cassazione: Perché è Obbligatorio l’Avvocato?

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: il ricorso per cassazione non può essere presentato personalmente dalla parte. L’ordinanza in esame sottolinea come, a seguito di una specifica modifica legislativa, l’assistenza di un difensore iscritto all’apposito albo speciale sia un requisito di ammissibilità imprescindibile. Analizziamo insieme il caso e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal reclamo di un detenuto, sottoposto al regime speciale del 41-bis, avverso un provvedimento del Magistrato di Sorveglianza. Tale provvedimento aveva disposto il non inoltro di una parte della sua corrispondenza in arrivo. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva respinto il reclamo del detenuto.

Contro questa decisione, il detenuto ha proposto personalmente ricorso presso la Corte di Cassazione, senza avvalersi del patrocinio di un legale.

La Decisione della Corte: il Ricorso per Cassazione è Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della questione (la legittimità del blocco della corrispondenza), ma si ferma a un profilo puramente procedurale: la modalità di presentazione del ricorso.

La Corte ha rilevato che il ricorso era stato presentato personalmente in data successiva al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore di una modifica cruciale all’articolo 613 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni

La chiave di volta della decisione risiede nella Legge 23 giugno 2017, n. 103 (nota come ‘Riforma Orlando’). Questa legge ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale, sopprimendo l’inciso ‘salvo che la parte non vi provveda personalmente’.

Prima di questa riforma, la parte privata poteva, in via eccezionale, presentare personalmente il ricorso per cassazione. La modifica legislativa ha cancellato questa possibilità, rendendo obbligatorio, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Questa regola, come confermato anche dalle Sezioni Unite della Cassazione, si applica a tutti i ricorsi presentati dopo l’entrata in vigore della legge, indipendentemente dal momento in cui è stato emesso il provvedimento impugnato.

La conseguenza diretta di questa violazione procedurale è la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, che può avvenire senza formalità di procedura. Oltre a ciò, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

L’ordinanza riafferma con chiarezza un principio non derogabile: l’accesso alla Corte di Cassazione in materia penale richiede necessariamente un filtro tecnico-giuridico garantito da un avvocato cassazionista. Questa regola mira a garantire la qualità e la specificità dei ricorsi, evitando che la Suprema Corte venga investita di questioni non pertinenti o mal formulate.

Per chiunque intenda impugnare un provvedimento penale davanti alla massima istanza giurisdizionale, è quindi fondamentale comprendere che il ‘fai da te’ non è un’opzione percorribile. L’assistenza di un difensore specializzato non è solo consigliabile, ma un requisito imposto dalla legge, la cui mancanza determina l’immediato naufragio del ricorso.

È possibile per un privato cittadino presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No. A seguito della modifica dell’art. 613, comma 1, cod. proc. pen. introdotta dalla legge n. 103 del 2017, non è più possibile per la parte presentare personalmente il ricorso, che deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di cassazione.

Qual è la conseguenza se un ricorso per cassazione viene presentato personalmente dalla parte?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma si ferma alla verifica del requisito formale, respingendo l’impugnazione.

In caso di inammissibilità del ricorso, ci sono conseguenze economiche per il ricorrente?
Sì. La declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, il cui importo viene determinato equitativamente dalla Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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