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Ricorso per cassazione: l’inammissibilità personale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5810/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso per cassazione presentato personalmente dall’imputato. La decisione si fonda sulla legge n. 103/2017, che richiede obbligatoriamente la firma di un difensore abilitato, a pena di inammissibilità, escludendo la facoltà di agire in proprio. La Corte ha ribadito che questa regola non viola il diritto di difesa.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché Non Puoi Più Farlo da Solo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale nella procedura penale: l’impossibilità per l’imputato di presentare personalmente un ricorso per cassazione. Questa regola, introdotta con la riforma del 2017, sottolinea l’importanza della difesa tecnica specializzata nel grado più alto della giurisdizione. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello di Torino. L’elemento determinante, che ha segnato l’esito del procedimento, è stato il fatto che il ricorso è stato proposto e sottoscritto personalmente dal ricorrente, e non da un avvocato abilitato al patrocinio dinanzi alle giurisdizioni superiori.

L’Obbligo del Difensore nel Ricorso per Cassazione

La Corte Suprema ha immediatamente evidenziato come sia il provvedimento impugnato sia il ricorso fossero successivi al 3 agosto 2017, data di entrata in vigore della legge n. 103 del 2017. Questa normativa ha modificato l’articolo 613 del codice di procedura penale, eliminando la facoltà per l’imputato di proporre personalmente il ricorso.

La nuova disciplina prevede, a pena di inammissibilità, che l’atto sia sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Questa modifica legislativa mira a garantire un’adeguata rappresentanza tecnica in una fase processuale caratterizzata da un’elevata complessità giuridica, dove si discutono questioni di pura legittimità.

La Posizione della Giurisprudenza sul Tema

La Corte ha richiamato precedenti pronunce, incluse quelle delle Sezioni Unite, che hanno consolidato questo orientamento. È stato chiarito che, ai fini dell’ammissibilità, non è sufficiente né l’autenticazione della firma dell’imputato da parte di un legale, né la sottoscrizione del difensore ‘per accettazione’ del mandato. Ciò che la legge richiede è che il difensore sia il titolare effettivo dell’atto di impugnazione, assumendosene la paternità e la responsabilità tecnica.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si articola su due punti principali. In primo luogo, l’applicazione rigorosa della nuova normativa. Poiché il ricorso è stato presentato dopo l’entrata in vigore della riforma, la nuova regola si applica senza eccezioni. In secondo luogo, la Corte ha respinto la questione di legittimità costituzionale sollevata implicitamente nel ricorso. È stato affermato che richiedere la rappresentanza tecnica specializzata rientra nella discrezionalità del legislatore e non costituisce una limitazione ingiustificata del diritto di difesa garantito dagli articoli 24 e 111 della Costituzione e dall’articolo 6 della CEDU. Al contrario, assicura che l’esercizio del diritto di impugnazione avvenga con la competenza necessaria per affrontare le complesse questioni di diritto tipiche del giudizio di cassazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma in modo netto che, dopo la riforma del 2017, il ricorso per cassazione in materia penale è un atto che richiede obbligatoriamente l’intervento di un difensore specializzato. La sanzione per il mancato rispetto di questa regola è drastica: l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta non solo l’impossibilità di far esaminare le proprie ragioni alla Corte Suprema, ma anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende. Si tratta di un monito importante sull’essenzialità della difesa tecnica qualificata nell’ultimo grado di giudizio.

È possibile per un imputato presentare personalmente un ricorso per cassazione?
No, a seguito della legge n. 103 del 2017, l’imputato non può più proporre personalmente il ricorso per cassazione. L’atto deve essere obbligatoriamente sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale.

L’obbligo di farsi assistere da un avvocato per il ricorso in Cassazione viola il diritto di difesa?
Secondo la Corte, no. La richiesta di una rappresentanza tecnica specializzata per le impugnazioni in Cassazione rientra nella discrezionalità del legislatore e non costituisce una limitazione delle facoltà difensive, come già stabilito dalle Sezioni Unite.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
In caso di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questo specifico caso è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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