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Ricorso per cassazione: l’inammissibilità per genericità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per cassazione contro una condanna per porto illegale di arma. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, violando il principio di specificità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di un’ammenda.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso per Cassazione: La Necessità di Motivi Specifici

Il ricorso per cassazione rappresenta l’ultimo baluardo per la difesa nel processo penale, ma il suo accesso è subordinato a requisiti rigorosi. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: la genericità dei motivi di ricorso ne determina l’inevitabile inammissibilità. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere l’importanza di un’argomentazione legale precisa e puntuale quando si contesta una sentenza.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di porto illegale di arma da fuoco. La condotta era stata aggravata dal fatto che l’imputato aveva esploso diversi colpi in un luogo pubblico. La Corte di Appello, riformando parzialmente la sentenza di primo grado, aveva confermato la responsabilità penale e determinato una pena ritenuta congrua, pari a un anno e otto mesi di reclusione e 2.700 euro di multa. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito della colpevolezza o della pena, ma si ferma a un gradino prima, analizzando la struttura stessa dell’atto di impugnazione. Secondo i giudici, il ricorso mancava del requisito fondamentale della ‘specificità dei motivi’, rendendolo un atto processualmente inefficace.

Le motivazioni: il principio di specificità nel ricorso per cassazione

La Corte ha basato la sua decisione su un pilastro della procedura penale, sancito dall’articolo 591 del codice. La legge richiede che chi impugna una sentenza non si limiti a lamentare un’ingiustizia, ma debba:

1. Indicare con esattezza i punti della decisione che intende contestare.
2. Spiegare in modo preciso e completo le ragioni per cui ritiene la decisione illegittima o viziata.
3. Confrontarsi direttamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, dimostrandone l’erroneità.

Nel caso specifico, il ricorrente si era limitato a denunciare un presunto vizio di logica nella motivazione della Corte di Appello, senza però indicare quali fossero le presunte illogicità o perché gli elementi a suo carico avessero una valenza probatoria ridotta. Il ricorso era, in sostanza, una critica generica che non dialogava con le puntuali argomentazioni sviluppate dai giudici di merito.

La Suprema Corte ha sottolineato che la Corte di Appello aveva fornito una motivazione ‘puntuale e adeguata’ sia sulla sussistenza del reato sia sulla dosimetria della pena, giustificando la sanzione in base alla gravità della condotta. Ignorare tali argomentazioni, senza contestarle punto per punto, rende il ricorso aspecifico e, di conseguenza, inammissibile.

Le conclusioni: le conseguenze dell’inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità ha conseguenze significative. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte di Appello diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento. Infine, è stato condannato a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria viene irrogata quando non emergono elementi per ritenere che il ricorso sia stato proposto senza colpa nella determinazione della causa di inammissibilità. La decisione serve quindi da monito: un ricorso per cassazione non è un tentativo generico di ottenere una revisione, ma un atto tecnico che richiede rigore, precisione e un confronto diretto con la decisione che si intende demolire.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mancava del requisito della ‘specificità dei motivi’. L’appellante non ha fornito argomentazioni precise e dettagliate contro le ragioni specifiche esposte nella sentenza della Corte di Appello, limitandosi a una critica generica.

Cosa si intende per ‘specificità dei motivi’ in un ricorso per cassazione?
Significa che l’atto di impugnazione deve obbligatoriamente indicare con esattezza i punti della decisione che si contestano e spiegare in modo completo le ragioni di fatto e di diritto per cui si ritiene la sentenza errata, confrontandosi direttamente con la motivazione del giudice precedente.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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