LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso per cassazione: limiti e inammissibilità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso per cassazione presentato da un imputato contro un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere ed estorsione. La sentenza ribadisce che il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una nuova valutazione del merito e delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici dei gradi inferiori. Il ricorso è stato respinto perché ritenuto generico e volto a ottenere una diversa lettura delle risultanze investigative, non consentita in sede di Cassazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Quando è Inammissibile in Materia Cautelare

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8668 del 2024, offre un’importante lezione sui limiti del ricorso per cassazione in materia di misure cautelari. Il caso analizzato riguarda un individuo accusato di reati gravissimi, tra cui associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione. La decisione della Suprema Corte chiarisce in modo inequivocabile la differenza tra il giudizio di legittimità, proprio della Cassazione, e quello di merito, riservato ai tribunali.

I Fatti del Caso

Un soggetto, ritenuto figura apicale di un’organizzazione criminale, veniva raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le accuse a suo carico includevano l’associazione per delinquere, con ruolo di capo, e un episodio di estorsione. In seguito alla richiesta di riesame, il Tribunale competente confermava la misura cautelare per questi reati, annullandola solo per un’accusa minore di falso, per la quale esisteva già una condanna irrevocabile.

Contro questa decisione, la difesa dell’indagato proponeva ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando vizi di motivazione e violazioni di legge.

I Motivi del Ricorso per Cassazione

La difesa articolava le proprie censure su due punti principali:

1. Sull’accusa di estorsione: Si contestava il carattere meramente ripetitivo della motivazione del Tribunale del Riesame e l’assenza di riscontri oggettivi alle dichiarazioni della persona offesa. Secondo la difesa, la motivazione era apparente e non adeguatamente fondata.
2. Sull’accusa associativa: Veniva criticata la mancata risposta alle deduzioni difensive, la contraddittorietà della motivazione e la valorizzazione di elementi ritenuti generici, come le conversazioni intercettate o le dichiarazioni di collaboratori di giustizia già valutate in un precedente procedimento. Si contestava inoltre l’assenza di una valutazione autonoma sull’attualità delle esigenze cautelari.

In sostanza, la difesa chiedeva alla Cassazione di riconsiderare il quadro probatorio e di fornire una lettura alternativa delle risultanze investigative.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Le motivazioni della decisione sono fondamentali per comprendere il ruolo e i limiti del giudizio di legittimità.

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Il suo compito non è quello di rivedere gli elementi materiali e fattuali delle vicende, né di riconsiderare lo spessore degli indizi. Questo tipo di valutazione spetta in via esclusiva al G.I.P. e al Tribunale del Riesame. Il controllo della Cassazione è circoscritto alla verifica della coerenza logica e giuridica della motivazione del provvedimento impugnato. Come affermato nel provvedimento, il controllo di legittimità non comprende «il potere di revisione degli elementi materiali e fattuali delle vicende indagate, ivi compreso lo spessore degli indizi».

Nel caso specifico, il Tribunale del Riesame aveva adeguatamente illustrato gli elementi a sostegno della gravità indiziaria per entrambi i reati. Per l’estorsione, aveva valorizzato la querela dettagliata della persona offesa e le risultanze delle intercettazioni che provavano accordi tra il ricorrente e un altro indagato per la spartizione dei proventi. Per il reato associativo, la motivazione si basava sulle dichiarazioni convergenti di più collaboratori di giustizia, ritenute attendibili, e su numerose intercettazioni che dimostravano l’operatività del ricorrente anche durante la latitanza e dopo l’arresto.

Le censure della difesa, secondo la Corte, erano generiche e miravano a proporre una diversa e più favorevole lettura delle prove, un’operazione preclusa in sede di legittimità. Anche il motivo relativo alla mancanza di attualità del pericolo di reiterazione è stato giudicato infondato, poiché il Tribunale aveva correttamente applicato la cosiddetta “doppia presunzione” prevista per i reati di mafia, supportata da elementi che indicavano la persistenza del vincolo associativo anche dopo l’arresto.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: il ricorso per cassazione deve denunciare vizi di legittimità (violazioni di legge o manifesta illogicità della motivazione), non può essere uno strumento per sollecitare una nuova e diversa valutazione delle prove. Quando un ricorso si limita a contrapporre la propria interpretazione dei fatti a quella, logicamente argomentata, dei giudici di merito, esso è destinato all’inammissibilità. La decisione impone quindi una rigorosa attenzione nella formulazione dei motivi di ricorso, che devono concentrarsi su specifiche questioni di diritto e non trasformarsi in un appello mascherato.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure sollevate dalla difesa non denunciavano reali vizi di legge o illogicità manifeste della motivazione, ma miravano a ottenere una nuova e diversa valutazione delle prove e dei fatti, attività che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Qual è il limite del controllo della Corte di Cassazione in materia di misure cautelari?
Il controllo della Corte di Cassazione è limitato alla legittimità del provvedimento. Ciò significa che la Corte verifica se le ragioni giuridiche della decisione sono state esposte correttamente e se la motivazione è logica e non contraddittoria, senza poter riesaminare nel merito gli indizi o le prove raccolte.

I motivi nuovi presentati poco prima dell’udienza sono stati presi in considerazione?
No, i motivi nuovi sono stati giudicati inammissibili perché presentati tardivamente, senza rispettare il termine di quindici giorni prima dell’udienza previsto dal codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati