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Ricorso per cassazione: l’avvocato è obbligatorio?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per cassazione presentato da un condannato avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La decisione si fonda sul fatto che il ricorso era stato proposto personalmente dall’interessato, mentre la legge richiede, a pena di inammissibilità, la sottoscrizione da parte di un difensore iscritto all’albo speciale della Corte di Cassazione.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso per Cassazione: Perché è Necessario l’Avvocato?

Presentare un ricorso per cassazione è una fase delicata e altamente tecnica del processo penale. Non si tratta di un terzo grado di giudizio dove si riesaminano i fatti, ma di un controllo di legittimità sulla corretta applicazione delle norme. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale, spesso sottovalutato: il ‘fai da te’ legale non è ammesso. Vediamo perché.

I Fatti del Caso

Un condannato si era visto rigettare, dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo, un’istanza volta a ottenere il differimento dell’esecuzione della sua pena. Non accettando questa decisione, l’uomo ha deciso di impugnare l’ordinanza, presentando personalmente un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. Questo atto, tuttavia, si è scontrato con una regola procedurale inderogabile, che ha segnato l’esito del suo tentativo.

L’Obbligo del Difensore nel Ricorso per Cassazione

Il Codice di procedura penale, a seguito delle modifiche introdotte dalla legge n. 103 del 2017 (nota come ‘riforma Orlando’), ha stabilito regole molto precise per l’accesso al giudizio di legittimità. In particolare, gli articoli 571 e 613 del codice prevedono che il ricorso per cassazione debba essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’apposito albo speciale della Corte di Cassazione. Questa norma esclude categoricamente la possibilità che la parte privata possa presentare l’atto personalmente.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, nel dichiarare l’inammissibilità del ricorso, non è entrata nel merito della richiesta di differimento della pena. La sua decisione si è basata esclusivamente sulla violazione della norma procedurale. Il ricorso era stato proposto personalmente dal condannato e non tramite un avvocato cassazionista. I giudici hanno richiamato la giurisprudenza consolidata delle Sezioni Unite, che ha chiarito come tale requisito sia un presupposto indispensabile per l’esame del ricorso. La ratio di questa regola risiede nella necessità di garantire un’adeguata professionalità e competenza tecnica nella redazione di atti destinati al più alto organo della giurisdizione, assicurando che i ricorsi siano fondati su questioni di diritto pertinenti e non su doglianze generiche. Il mancato rispetto di questa formalità ha quindi reso il ricorso irricevibile, senza possibilità di sanatoria.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica: la giustizia ha le sue regole e le forme sono sostanza, specialmente in un ambito tecnico come il processo penale. Chiunque intenda contestare un provvedimento davanti alla Corte di Cassazione deve obbligatoriamente avvalersi di un avvocato abilitato. Agire diversamente non solo porta a una sicura declaratoria di inammissibilità, ma comporta anche conseguenze economiche. Come nel caso di specie, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma in favore della Cassa delle ammende, a dimostrazione che un errore procedurale può costare caro.

È possibile presentare personalmente un ricorso alla Corte di Cassazione in materia penale?
No, la legge (artt. 571 e 613 c.p.p. post riforma L. 103/2017) stabilisce che il ricorso deve essere obbligatoriamente sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Qual è la conseguenza se un ricorso per cassazione viene presentato senza la firma di un avvocato abilitato?
La conseguenza è la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Ciò significa che la Corte non esaminerà il merito della questione e l’atto sarà considerato come mai proposto.

Chi deve pagare le spese processuali in caso di inammissibilità del ricorso?
In caso di inammissibilità, la parte che ha presentato il ricorso è condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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